Un nuovo racconto

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Stavamo percorrendo il buio corridoio che separava il laboratorio dal resto della casa. Dopo quelle parole dette dal padre di Marco sono molto confusa e voglio sapere tutto, ma lui ha insistito per uscire da quel luogo prima di parlarne. Io non conosco quest'uomo, ma evidentemente lui conosce me e questo mi mette l'ansia.

"Posso offrirvi qualcosa ragazzi?"chiede l'uomo con indifferenza, come se quello che ha detto poco fa non avesse un'importanza rilevante.

"No papà, vorremmo sapere il significato di quello che hai detto prima." dice Marco. Noto che anche lui è un po' spazientito dal comportamento del padre. Ormai ho capito che lui è una persona che mantiene sempre la calma, finché prima o poi esplode e allora si incazza davvero, succede raramente, ma quando succede sono cazzi.

"Io vi racconto tutto, ma voi non interrompetemi, sarà un racconto lungo, doloroso e forse non mi crederete neanche" poi si rivolge direttamente a me "Ginevra, io ti conosco perché tu.. Tu sei mia figlia. Conoscevo bene tua madre e suo marito. Io e lui eravamo molto amici, abbiamo fatto nuoto insieme per molti anni, eravamo migliori amici. Poi durante una trasferta tuo padre si è innamorato di una ragazza e per lei ha lasciato il nuoto, lei odiava il nuoto. Io non glielo ho mai detto, ma ero innamorato della stessa ragazza. Quando si sono sposati io ho smesso di frequentarli. Non volevo vederli e non volevo sapere niente di loro. Cinque anni dopo mi sono sposato anch'io, ma non ho mai dimenticato tua madre. Nel '94 è nato Marco, ma poi sua madre è morta qualche mese dopo il parto e io l'ho cresciuto da solo fino a quando ho incontrato nuovamente tua madre. Lei mi ha aiutato molto con Marco e io mi sono innamorato di nuovo. Durante una notte invernale lei è venuta da me, era disperata; diceva che il marito la tradiva e io non ho potuto fare altro che consolarla. Lei però voleva di più, abbiamo fatto l'amore e così sei nata tu. Entrambi abbiamo preferito fare finta di niente. Lei non ha mai detto niente al marito e lui ha sempre creduto che fossi figlia sua. In quanto a me ho continuato a vivere con mio figlio e ho cercato di dimenticare. Ma era impossibile. Ogni tanto ci vedevamo, lei mi mostrava delle tue foto. L'ultima volta che ci siamo visti è stato dopo la morte di quello che credeva di essere tuo padre. Lei mi disse che non potevamo più vederci, che sarebbe come se lo avessimo per sempre preso in giro e non potevamo farlo ancora dopo la sua morte. Da quel momento non l'ho più sentita, ne vista. Ancora adesso mi fa male, aver tradito la fiducia del mio più grande amico."

Nessuno parla. L'uomo si sta asciugando le lacrime che hanno rigato il suo volto durante la maggior parte del racconto. Una parte di me vorrebbe andare ad abbracciarlo, ma da un lato sento anche una specie di ribrezzo dei suoi confronti. Marco ha la mia stessa faccia sconvolta. Lui non ne sapeva niente, come me. Per me poi ci sono troppe novità nello stesso momento: questa notizia del fatto che quello che credevo mio padre in realtà non lo era, la madre di Marco che non c'è più, mia madre che odia il nuoto. Sento di non avere parole, sento il vuoto totale, non mi viene da piangere e non riesco a pensare a niente. Mi avvicino a Marco.

"Andiamo a casa?!" la mia non è ne una domanda ne un affermazione. Lui mi prende per mano, lascia un bacio sulla guancia del padre e ce ne andiamo così, con la nebbia nella testa e un vuoto nel cuore.

Ecco un nuovo capitolo, forse tanto atteso!

Allora, che ne pensate??

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