Conclusioni

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5 mesi dopo

Maggio

I mesi passano più in fretta di quanto la gente pensi e le cose cambiano, eccome se cambiano. Ogni tanto non te ne rendi neanche conto, ma le stagioni passano e con loro passano le occasioni. Ho ricominciato a nuotare, prima nel mio gruppo e poi ho cominciato a fare lezioni individuali. Ora sono una delle speranze della società, che sta avendo alcuni problemi economici. Mi sono iscritta ad alcune gare con Michele e Daniele e se vinceremo quelle potremmo portare alla società nuovi allievi, riconoscimenti e chissà, anche un po' di soldi. Non è bello gareggiare pensando al denaro, ma in fondo sarà solo un momento e le passioni non spariscono di certo.

Non potevo certo abbandonare Marco però, e neanche Michele, ma come dovevo fare, abitavamo in città diverse. Abbiamo pensato tanto e in quattro abbiamo trovato una soluzione a tutto. Siamo andati ad abitare tutti insieme nella città dove abitavo prima, ma in una casa grandissima. La mattina Marco ed io andiamo a scuola insieme con la sua macchina e i viaggi in treno sono solo un ricordo. Con Anna le cose si sono sistemate, ma non siamo le amiche che eravamo prima, siamo troppo diverse e io sono troppo autonoma. Un accordo silenzioso è stato il nostro, passiamo del tempo insieme, ma nient'altro e io non voglio avere altri amici. Amo la solitudine e a parte la mia strana famiglia di ragazzi non sopporto vedere chissà quante altre persone. Non mi dimentico di Mari e Giada, loro non sono delle semplici amiche, sono i miei angeli custodi e una volta a settimana vengono a trovarmi. Formiamo un bel gruppetto quando siamo tutti insieme: tre pazze scatenate con due gay e uno trovato per caso (Mick) oppure anche una coppia di gay, una di etero e due incomode. Tanta gente ci guarda male quando usciamo la sera, ma chi se ne frega, tanto solo noi sappiamo come stanno le cose e ci va benissimo così. Mia madre non mi ha proibito di andare a vivere con gli altri ed è partita per i Caraibi con papà, ora vivono lì. Tra di loro è rinata la passione che c'era una volta, ma non riuscendo a rimanere nel luogo dove entrambi hanno sofferto per una perdita sono partiti. Non sento la loro mancanza, anche perché non ho molto tempo per pensarci. Ci sono ragazzi che vivono con i genitori anche fino ai trent'anni, alcuni che vanno a vivere con qualcuno, ma che vedono nella loro casa nativa un rifugio sicuro. Io il mio rifugio l'ho trovato in tre persone con cui condivido la casa, la vita e in un certo senso anche la famiglia.

Spero che le cose non cambieranno per molti anni e se dovessero cambiare... beh, come dice Marco, li avrò sempre tutti al mio fianco, la mia piccola grande famiglia di scemi.

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