L'incidente

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Il costume della squadra è fantastico, è di un bel blu scuro con due strisce bianche sui fianchi e il logo sul petto. La cuffia è dello stesso colore, sempre con il logo. Sono fiera di indossare queste cose. Entro in vasca con qualche minuto di ritardo rispetto ai miei compagni, Michele mi saluta come se niente fosse. Abbiamo tutti il costume e la cuffia della squadra.
"Oggi facciamo tipo delle prove generali. Ognuno di voi deve svolgere il proprio esercizio come se fosse il giorno della gara. Sapete in che stile dovete nuotare, sistematevi nella stessa corsia della persona con cui nuoterete la gara. Voglio vedere dei bei tuffi e delle belle virate". Michele sembra nervoso, ma non riesco a capirne il motivo, prima negli spogliatoi era il solito Michele, ma ora c'è qualcosa che non va.
Io e Ale ci posizioniamo davanti al blocco della nostra corsia, lo lascio fare l'esercizio per primo. Appena torna, mi butto in acqua e comincio a nuotare, cerco di essere veloce e allo stesso tempo di controllare il mio corpo: la giusta posizione delle mani rispetto all'acqua, la respirazione ecc.
È dopo la quarta virata che comincia a farmi leggermente male la gamba. Il male è quello di un crampo al polpaccio, ma non mi fermo, continuo a nuotare anche se il male si fa sempre più intenso. Michele si è accorto di tutto e mi ferma prima che io faccia gli ultimi 25m.
"Esci dall'acqua che ti controllo la gamba" mi dice preoccupato.
"Ma non ho finito!" esclamo.
"Ginevra, vuoi rischiare di farti davvero male?? Esci, se poi starai meglio continuerai l'esercizio."
Obbedisco e nuoto verso la scaletta, la gamba mi fa veramente molto male, ma non voglio farlo vedere troppo, so che se fosse una cosa seria, la gara diventerebbe solo un sogno.
Appoggio la gamba sana sul gradino e poi carico il peso su quella che mi fa male. Quasi caccio un urlo e perdo l'equilibrio, per fortuna Michele mi afferra e zoppicando raggiungo una panchina.
"Stendila" mi dice il bagnino che ci ha appena raggiunto. Non so se avete presente il male di un crampo, l'idea è quella con la differenza che il male non passa ed è sempre peggio. Michele è più preoccupato di me, ma sembra che sappia cosa fare. Si avvicina a me e appoggia la mia gamba sulle sue. Appena mi tocca il polpaccio comincia a girarmi la testa, vedo tutto nero e...

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