Capitolo 42

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Ginevra POV

Daniele non sa cosa dire, è una cosa che ultimamente succede spesso a me e alle persone che mi stanno attorno.
Gli ho raccontato tutto quello che ho scoperto da quando me ne sono andata di casa; ha ascoltato attentamente e questo mi ha fatto molto piacere. È bello rivederlo, però mi rendo conto che parlare con lui ora non è più come una volta. Mi fido di lui, però è come se ora avessi voglia di parlare dei fatti miei solo con Marco. So bene che Daniele ascolta e comprende, ma con Marco c'è qualcosa di diverso, lui mi conosce meglio e sa cosa è meglio per me. Da un lato mi dispiace che tra Daniele e me non ci sia più il feeling di prima, così è successo, evidentemente così doveva andare. Trascorriamo qualche ora chiacchierando, cerco di non parlare di Michele e lo stesso fa lui. Marco se ne sta in disparte, ma io so che sta ascoltando tutto e la cosa non mi da affatto fastidio. Quando Daniele fa per andarsene, Marco gli chiede se vuole fermarsi a cena e lui accetta di buon grado. Vedo il viso di Marco illuminarsi.
"Perfetto, voi continuate pure a chiacchierare, io intanto preparo."
"Ma no, ti aiutiamo, così possiamo parlare tutti insieme" dice Daniele.
Li fisso allibita, quasi non li riconosco più. Marco che mi dice che non serve che lo aiuto, Daniele, che odia stare in cucina, si offre di aiutare, ma dove siamo finiti? Improvvisamente un pensiero mi sconvolge.
"Se mi dite dove mi posso lavare le mai, dopo sono pronto per aiutare."
Indico il bagno a Daniele e corro da Marco.
"Marco, poi io e te dobbiamo parlare."
"Perché? Ho fatto male ad invitarlo a cena? Eravamo già d'accordo mi pare."
"Ma chi se ne fotte della cena. Ti rendi conto che ti stai comportando in modo molto strano?" mi zittisco subito quando sento che Daniele chiude la porta del bagno, ma guardo Marco in modo molto eloquente, dopo dovrò indagare perché so che quello a cui ho pensato non uscirà dalla mia testa finché non saprò la verità.
"Eccomi cosa posso fare?" chiede Daniele.
"Dipende da cosa vogliamo mangiare" risponde Marco.
"Io voto per una carbonara" dico sapendo che i due ragazzi amano la carne in generale.
Entrambi annuiscono quindi do la pancetta da tagliare a Daniele, io metto l'acqua a scaldare e Marco pesa la pasta.
"Quanta pasta devo pesare secondo voi?"
"Beh io non mangio tanto lo sai, ma voi due..." dico lasciando la frase in sospeso. Sono ragazzi, stanno crescendo e mangiano una quantità di pasta da far paura. Essendo stata molto tempo con entrambi so che mangiano più o meno due etti di pasta a testa contro i miei ottanta grammi.
"Buttane mezzo chilo, così non la devi neanche pesare, prendi tutto il sacchetto."
"Dove posso trovare una padella?" chiede Daniele.
"Faccio in tranquillo, puoi sbattere questo uovo?"
"Sì certo, c'è già il sale?"
"Ja!"
Continuiamo così i nostri preparativi e ci divertiamo davvero tanto. Daniele si da molto da fare e sembra già che questa sia un po' come casa sua e questo mi fa molto piacere.
Intanto che preparo la tavola Daniele mi aiuta e mi viene in mente quel viaggio che facemmo al mare due mesi fa. Quando lui mi disse che era gay, quando io gli dissi che mi piaceva suo fratello. Erano cambiate così tante cose, eppure ricordavo tutto, ogni momento trascorso con lui, con la sua famiglia e per un attimo i miei pensieri si soffermarono su Michele.
"È pronto!!"
Marco ci raggiunge e cominciamo a mangiare in silenzio, così mi faccio coraggio.
"Come sta Michele?"
Vedo Marco smettere di masticare e guardarmi stupefatto.
Daniele si ferma con la forchetta davanti alla bocca e la rimette giù per rispondermi.
"Sta bene in se, ma parla poco, mangia poco e dorme poco. Neanche il nuoto gli interessa più come una volta. Ha smesso di allenare i master e ora allena i bambini. Ora i master li alleno io."
Rimango un po' sconvolta da questa rivelazione. Tutte le persone dei master stimano Michele e capisco che se lui se né andato è per colpa mia.
"La verità è che gli manchi sta cercando di dimenticare, ma lui ti amava davvero."
"Stai insinuando forse che io non lo amassi?" dico alzando la voce.
Marco mi appoggia una mano sul braccio e io mi tranquillizzò un po', lui ha questo potete su di me.
"Ginevra, renditi conto di quello che hai fatto. Io penso che tu l'abbia lasciato perché eri molto arrabbiata per la gara, tu volevi gareggiare e ti capisco. Se io fossi stato in lui avrei fatto la stessa cosa, non ti avrei lasciato gareggiare. Se lo ha fatto, lo ha fatto per te e tu lo sai, solo che non vuoi ammetterlo."
In pochi attimi mi rendo conto che Daniele ha ragione. Rivivo per un momento tutto quello che è accaduto quel giorno all'ospedale, la faccia di Michele. Lui ha sofferto per colpa mia.
"Ginevra, io non ti dico quello che devi fare o non fare, ma pensa a tutto quello che è successo. Le cose possono cambiare e tu lo sai bene."
Daniele è diventato molto saggio, mi sembra di sentire Marco.

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Sono sul divano, ma non riesco ad addormentarmi. Quando Daniele è andato via, io e Marco abbiamo sistemato e ci siamo ritirati per i fatti nostri. Ho come l'impressione che lui sia d'accordo con Daniele forse lo sono anch'io. In fondo Michele non avrebbe mai voluto farmi del male.
In punta di piedi vado nella stanza di Marco, non  il suo respiro profondo e capisco che non sta dormendo.
Mi avvicino al letto, entro e mi accocolo sotto il piumone vicino a lui.
"Posso stare qui con te?"
"Sì!"
"Non riesci a dormire?"
"No, neanche tu immagino."
"Già, troppi pensieri."
"Ci credo, vuoi parlare?"
"Ho sbagliato tutto Marco. Non avrei dovuto lasciare Michele e smettere col nuoto, non sarei dovuta andare via di casa."
Lui non risponde e so che sta pensando.
"Cosa pensi di fare?" chiede tristemente.
"Beh non ho molta scelta, sto qui con te."
Di scatto accende la luce e mi guarda negli occhi.
"Cosa hai detto?"
"Guarda che non ti libererai di me cosi facilmente."
"Non hai intenzione di tornare a casa?"
"No, ora tu fai parte della mia vita e non ti abbandonerò. Chiarirò con mia madre, Michele e con chiunque sarà necessario, ma non me ne andrò. Ora che ti ho trovato non ti voglio lasciare."
Lui sorride, spegne la luce e nel buoi della stanza mi abbraccia. I nostri cuori battono all'unisono mentre pian piano ci addormentiamo.

Scusate se ci ho messo un secolo ad aggiornare ma ho avuto un esame ieri. È andato bene e ora posso dedicare del tempo al libro visto che ho qualche giorno di vacanza.
Vi piace il capitolo? Fatemi sapere.
Baci

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