Adrenalina, ecco la parola
per descrivermi in questo momento, sto per cominciare la mia prima gara. Salgo sul blocco e cerco con lo sguardo il mio Michele, purtroppo non lo vedo e mi preparo alla partenza.
"A posto" prendo posizione sul blocco.
BIP Il fischio d'inizio guida il mio corpo verso l'acqua, comincio a nuotare velocemente, ma mi accorgo che il fischio continua in modo intermittente e...Allungo una mano e spengo la sveglia trattenendomi dal bestemmiare: odio il lunedì!!!
Chi cazzo è che ha inventato questo giorno? Non ho voglia ti andare a scuola, non ho voglia di vedere Anna, l'unica persona che ho voglia di vedere è il nuovo prof di musica, non ho ancora parlato con lui, ma mi sembra un tipo simpatico.
Mi alzo e afferro i vestiti di ieri, non sono sporchi e non ho voglia di prendere dei vestiti puliti. Mi trascino in cucina e per fortuna trovo pronto il mio latte e cacao, appena mi siedo mia mamma mi mette davanti una fetta di torta al cioccolato.
"Buongiorno piccolina!"
"Quando l'hai fatta?" chiedo a lei addentando la torta.
"Questa notte, non riuscivo a dormire e ho pensato che potesse essere bello trovare una bella fetta di torta il lunedì mattina."
"Hai pensato bene mammina, ti adoro!" dico bevendo il mio latte.
"Questa è la tua merenda" mi dice dandomi un panino e una mela "oggi mangi a scuola quindi non ti serve altro. Sta sera vai ad allenamento?"
"Ancora non lo so mamma, ti faccio sapere dopo!"
"Ok, io torno dal lavoro per le sette, nel caso non so se riusciremo a vederci."
"Va bene, buona giornata mamma!"
Esco di casa e provo un brivido di freddo. È quasi dicembre è il freddo comincia a farsi sentire. Mi avvio verso la stazione, per fortuna non abito molto lontano e non mi serve prendere un autobus per arrivarci. Tutti i giorni prendo il treno alle sette di mattina per arrivare a scuola in tempo e quando torno a casa lo prendo alle quattro e arrivo un'ora dopo. Tanta gente che non viaggia sempre sui treni non capisce cosa voglia dire. Molte persone mi dicono: e cosa vuoi che sia, tanto il treno mica lo guidi tu.
Però è stancante comunque, anche se stai lì e praticamente non fai niente, è stancante, non chiedetemi perché.
Da quando ho cominciato nuoto e non studio più la sera, studio la mattina in treno, non è bello perché sono ancora mezza addormentata, ma se voglio portare avanti il mio sogno è necessario fare così.
Anna ed io siamo solite fare il viaggio insieme, ma oggi non la vedo e sinceramente ne sono felice. Passo la maggior parte del viaggio pensando a Michele, non vedo l'ora di rivederlo, ma sta sera non ho molta voglia di andare ad allenamento, come fare? Mi viene un improvviso dubbio, prendo il telefono e scrivo a Mick.Ginevra: Buongiorno amore! Se sei sveglio devo farti una domanda!
Invio e lui mi risponde subito.
Michele: Ciao tesoro, sono sveglio perché tra poco ho il primo allenamento con gli over 70 e devo preparare qualcosa, dimmi pure.
Ginevra: tu potresti avere una relazione con una tua allieva?
Michele: teoricamente no...
Ginevra: come facciamo?
Michele: Dobbiamo fare finta di niente, sennò vengo licenziato o non so cosa, è un problema?
Ginevra: certo che no, anzi, magari ci divertiamo pure a nasconderci!!!
Michele: ti amo cucciola mia! Vieni sta sera?
Come posso dirgli di no?
Ginevra: ovvio che vengo, sai che non posso vivere senza di te.
Ora so che la giornata sarà ancora più lunga, aspettare la sera per vedere Michele mi tortura. Potete pensare che io sia pazza, sto con lui solo da qualche giorno eppure mi sento come se non potessi vivere senza di lui.
Arrivata a scuola mi attende una novità, la mia classe è decimata dall'influenza e siamo solo due in classe: Melissa ed io.
Con Melissa ho un rapporto abbastanza neutro; parliamo poco e non passiamo tanto tempo insieme, semplicemente ci ignoriamo, come succede ogni tanto tra compagni di classe.
Ci viene a cercare il preside.
"Buongiorno ragazze, le vostre compagne sono ammalate, ma mi fido di voi e vi lascio stare in classe da sole. Se avete qualcosa da fare mettetevi al lavoro sennò venite da me che qualcosa da fare lo troviamo subito. Ginevra tu per favore seguimi in presidenza."
Lo guardo con sgomento, è raro che il preside chiami me nel suo ufficio. Non ho paura; lui è un uomo molto alla mano, non è un preside così severo ed è paziente. Certo, si fa rispettare, ma cerca di aiutare sempre tutti. Quando entro in ufficio mi sento sprofondare. Ad aspettarci ci sono i due professori che odio di più in tutta la scuola: il prof di arte e la prof di Inglese. Il sentimento di odio che provo verso di loro è amabilmente ricambiato, loro si divertono a torturarmi durante le lezioni o a farmi fare figure di merda davanti a tutta la scuola; ogni tanto penso che siano d'accordo.
"Ginevra accomodati" mi dice il preside cercando di farmi sentire a mio agio.
"No grazie Signore, sto bene in piedi." Ho questa mania di stare in piedi; molti mi dicono che siccome da piccola sono stata troppo con i cavalli ho preso da loro il fatto di stare sempre in piedi. Gli ignoranti che non sanno che i cavalli si sdraiano...
Vabbè comunque, chiudendo la breve parentesi cavalleresca...
"Allora Ginevra, ti ho chiamato qui perché questi insegnanti mi hanno detto che ultimamente non sei più tu."
"Sì Bianchini, quando lavori non ti impegni, i tuoi risultati sono scarsi e sai bene che dopo Natale consegneremo le pagelle, devi recuperare." dice una prof di Inglese con la sua voce acida. Solitamente sono una ragazza che non risponde, che subisce senza lamentarsi, ma ora mi sono veramente rotta.
"Non è vero che non mi impegno, la verità è che qualsiasi cosa io faccia a voi non va bene."
"Bianchini non permettersi di dir..."
"Mi permetto eccome" dico esplodendo "Ogni volta che abbiamo arte lei ci affibbia dei lavori del cavolo, ci parla in cinese e nessuno capisce niente di quello che dice. È lei che decide tutto, le nostre opere sono le sue perché se noi non facciamo quello che vuole lei ci dice che i nostri lavori non sono conclusi. Non è che non mi impegno, io mi ribello, è diverso."
Mi vergogno di aver fatto questa scenata davanti al preside, lui non c'entra ed ora mi guarda senza parlare, ma non sembra arrabbiato. C'è silenzio, nessuno dice niente e io tengo lo sguardo puntato verso il preside.
"Bianchini" dice il prof di arte " non mi interessano i tuoi problemi con me. Questo è il mio modo di insegnare e se non ti va bene la cosa non mi riguarda. Sappi semplicemente che un brutto voto non te lo toglie nessuno."
Chiudiamo così questa discussione e i due insegnanti se ne vanno adirati credendo di aver vinto, ma si sbagliano. Una lacrima di rabbia scivola sulla mia guancia e la scaccia via con la mano, non voglio che il preside se ne accorga. Ho il viso rivolto verso il pavimento, ma lo sento avvicinarsi, mettermi due dita sotto il mento e farmi alzare lo sguardo. Incontro i suoi occhi caldi, occhi che consolano e danno una pace infinita.
"Non farti mettere i piedi in testa
Ginevra, tu sei più testarda di loro, io lo so, tu sei forte, dimostralo."
Apre le braccia e mi accoglie in un abbracciò che dovrebbe aiutarmi, ma che mi fa sentire ancora più debole ed indifesa.
"Ora ho bisogno di un tuo favore, ti va di conoscere una persona?"
Annuisco e lui esce per andare a chiamare quella persona che avrei tanto voluto vedere!Chi sarà? Avete qualche idea? Cosa ne pensate di questo meraviglioso preside?
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Tutto quello che ho di te
General FictionGinevra, una ragazza di 17 anni che non sa cosa vuole dalla sua vita. Scopre che c'è qualcosa che le piace e nel quale può mettere anima e corpo. Michele, un semplice allenatore di nuoto, una vita apparentemente tranquilla, aiuterà Ginevra nel suo...