Capitolo 18: Remus

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-Bellatrix- ringhio.
Lei mi viene incontro come una fiera, uno sguardo famelico negli occhi neri e un sorriso divertito sulle labbra; dietro di lei giacciono i miei due compagni.
-Tranquillo, sono solo svenuti- dice la serpe che ha seguito la traiettoia del mio sguardo.
So fin troppo bene che non li ha uccisi per pietà, ma perché adesso sono costretto a rimanere qui per non abbandonarli. Sono in trappola.
I suoi occhi sono incatenati nei miei.
-L'Oscuro Signore aveva proprio ragione, sei migliorato parecchio- commenta lanciando uno sguardo a Greyback.
Non ho idea di come Voldemort possa sapere di me, ma non è sicuramente questo il momento di preoccuparsene. -Hai sconfitto questo rifiuto, che poteva diventare la nostra miglior recluta- continua.
-Quindi Voldemort sa di me? -chiedo.
Gli occhi di Bellatrix diventano incandescenti.
-Osi pronunciare il suo nome?! TU SUDICIO IBRIDO!! -strilla furiosa.
Estrae la bacchetta e me la punta addosso. Devo trovare il modo di guadagnare tempo, per riprendere le forze...
-Cosa ci facevi in un posto come questo, Bellatrix? -chiedo.
Lei mi squadra, ancora rossa per la rabbia, e dice con tono beffardo: -Tu cosa pensi, Lupin?
Per mettere al tappeto un'avversaria forte come lei devo ricorrere subito ai miei incantesimi migliori, se no non ho speranze di uscirne vivo.
-Cercavi nuovi seguaci o nascondevi Gallowey? -chiedo, sapendo che una delle due opzioni è sicuramente quella giusta, ma non è la voce fredda e beffarda di Bellatrix a rispondermi:
-Sei molto ben informato Ibrido.
La voce proviene da dentro gli alberi che ricoprono il parco dell'hotel, ma al buio non riesco a capire dove si trova chi ha parlato
-Gallowey, hai già finito di sistemare i pivelli? -chiede Bellatrix.
Dannazione.
A quanto pare non c'è solo Bellatrix, ma anche l'altro Mangiamorte, il bastardo che ha assassinato Marlene e la sua famiglia.
Da solo non posso affrontarli entrambi, conosco bene il valore dei principali sgherri di Voldemort: sono spesso esseri codardi, ma inafferrabili e avversari molto abili e infidi, oltre ad avere una grande conoscenza di maledizioni e di incantesimi legati alla magia oscura. E rimangono sempre fedeli al loro signore.
Devo guadagnare tempo, sono sicuro che Ramirez manderà rinforzi non vedendoci tornare.
-Certamente non erano neanche lontanamente degni di nota, semplice spazzatura- risponde la voce che ha parlato prima.
Adesso la fonte del suono è più vicina è proviene da dietro le spalle di Bellatrix: deve essersi mosso nel silenzio più totale.
Lo osservo alla tenue luce della luna: è completamente pelato, un'espressione indecifrabile negli occhi metallici e calcolatori, non è particolarmente alto ed anche piuttosto tozzo, mi ricorda vagamente un pesce palla, ma questo non spiega come sia possibile che non l'abbia sentito.
-Remus Lupin, il cacciatore di taglie- dice l'ex impiegato del Ministero.
-Sei Gallowey dell'Ufficio Misteri? -chiedon alzando la bacchetta.
Lui mi squadra e ringhia: -Per te sono il signor Gallowey, Ibrido.
-Non uso il termine signore se il mio interlocutore è un verme traditore- rispondo irritato.
Per una manciata di secondi l'uomo sembra osservarmi come se fossi un insetto in una teca, prima di rispondere: -Io un traditore? No, Lupo Mannaro, io ho sempre servito l'Oscuro Signore da quando ha iniziato la sua scalata al potere, e posso orgogliosamente ritenermi un suo amico.
-Voldemort non ha amici, solo un esercito di servi- faccio presente.
Come possono i Mangiamorte essere così ottusi da non vedere il vero volto di Voldemort? Come possono seguire così ciecamente un mostro simile? Cosa può avergli promesso?
-Tu!! -strilla Bellatrix con gli occhi illuminati da una rabbia folle.
-Bellatrix stai calma, sta cercando di farti innervosire apposta, puntando sul fatto che tu non ti batta lucidamente- la blocca Gallowey.
Questo Mangiamorte è più  intelligente di quanto pensassi.

Un ringhio sommesso, seguito da una risata roca mi informa che Greyback si è risvegliato.
Ci mancava solo questo.
-La Morte Nera e l'altro Mangiamorte! Stavolta non riuscirai a portare a casa la pelle Remus! Sei m... -esulta il Licantropo, prima che gli molli un violento calcio sulla guancia e lo faccia tacere.
Non ho nessuna intenzione di ascoltare gli sproloqui di questo bastardo mentre sto cercando di elaborare un piano.
-Chiudi il becco, Greyback!- ringhio.
Bellatrix scoppia a ridere e commenta: -Te l'avevo detto Gallowey, Remus è diventato davvero interressante: come mago è abile, è intelligente, spietato al punto giusto...
Il Mangiamorte osserva la cugina di Sirius per una frazione di secondo, poi inizia a fissarmi, come se fossi un investimento decente o un cavallo su cui scommettere, una sensazione comunque tutt'altro che piacevole.
Solo adesso mi accorgo che l'uomo non indossa il mantello nero e la maschera d'argento che sono gli indumenti tipici dei Mangiamorte, ma un vestito di sartoria, grigio e perfettamente stirato, la bacchetta che stringe nella mano sinistra deve essere lunga almeno quindici pollici.
-Ragazzo! Unisciti all'Oscuro Signore -propone.
-Piuttosto vado a buttarmi in un dirupo, non mi uniró mai a quel viscido serpente di Voldemort! - ringhio in risposta.
-AVADA KEDAVRA!!!
Mi sposto a lato per evitare la maledizione partita dalla bacchetta di Bellatrix e contrattacco: -Seminis!
Tra non molto comparirà la Tentacula Velenosa, ma per il momento mi devo difendere da due Mangiamorte...
-Crucio! -strilla Bellatrix.
Il colpo va a vuoto.
-Stupeficium- pronuncio puntando alla cugina di Sirius, che devia il colpo.
-Bellatrix! Fermati! -la blocca all'improvviso Gallowey mettendole una mano sul braccio.
Lo sguardo schifato di Bellatrix mentre si posa sulla mano del Mangiamorte è evidente, mentre lui la guarda truce.
-Come osi toccarmi?! -grida la luogotenente di Voldemort.
Approfitto immediatamente di quel momento di distrazione per scagliare un altro schiantesimo, e poi succede qualcosa di incredibile: Gallowey scaglia Bellatrix sulla traiettoia dello schiantesimo, che questa volta non riesce ad evitarlo.
E viene colpita in pieno e scagliata a terra come una bambola di pezza.
-Finalmente! Non l'ho mai potuta sopportare - dice Gallowey con un tono di voce liberatorio.
Sono troppo scioccato per proferire parola.
-Dunque Remus, è da un po che non meno le mani, quindi sarò il tuo avversario- dice il Mangiamorte sistemandosi la giacca.
Lui non è Bellatrix, ce la posso fare.
-Ah, non pensare che il tuo trucchetto con il seminis funzioni...
La Tentacula Velenosa viene fuori dal terreno, ma una luce viola proveniente dalla bacchetta del Mangiamorte le ferma e le polverizza.
Anche lui deve essere forte.
Poi un esplosione fa tremare il terreno, e un altra ancora, e un altra...
Dalla faccia di Gallowey traspare lo stupore e l'incertezza: non sono i suoi compagni...
-Dannazione!! Arrivano i rinforzi! Muoviti a liberarmi Gallowey! -urla Greyback, che ha un rivolo di sangue che gli esce da un lato della bocca.
Dentro di me comincia a farsi strada la speranza: se fossimo almeno una decina potremmo sicuramente sopraffare Gallowey e trascinarlo insieme a Bellatrix e Greyback al Ministero...
-Gli daremo qualcosa con cui intrattenersi- risponde il Mangiamorte con un sorriso assolutamente fuori luogo.
Punta la bacchetta su un punto imprecisato e pronuncia: -Inferi!!
Non conosco questo incantesimo, mi metto in posizione di guardia, pronto a ricevere qualsiasi maledizione, ma non arriva nulla.
Tranquillizzato, punto la bacchetta su Gallowey e sto per scagliare un incantesimo, quando un urlo di Greyback mi coglie di sorpresa:
-GALLOWEY!!!! MA SEI IMPAZZITO??!!
Lancio uno sguardo al Lupo Mannaro e pronuncio: -Onustum!
Le corde che avvolgono il Licantropo iniziano a stringere il suo corpo con un rumore raggelante, ho fatto in modo che non gli stringessero il collo solo per evitare di ucciderlo: dobbiamo strappargli ancora parecchie informazioni.
-Remus...maledetto- rantola prima di svenire di nuovo.
E fuori due.
-Tu sei il prossimo Gallowey- dico tranquillo.
Il Mangiamorte ghigna, prima di di avvisarmi: -Guardati intorno Lupin.
Alcuni versi animaleschi, a dir poco sinistri, cominciano ad alzarsi in coro intorno a me, i caduti cominciano a rialzarsi uno ad uno...
-Temo che, prima di arrivare a duellare con me, dovrai vedertela con loro- dice Gallowey con un sorriso sadico sul volto.
Gli occhi vitrei degli Inferi mi  trafiggono come pugnali e mi gelano, lasciandomi impietrito.
Ritorno in me solo quando Gallowey ordina: -Uccidetelo! E fermate quelli che stanno arrivando!
So perfettamente cosa succede a qualcuno che è stato attaccato da un Inferius: ciò che rimane di lui è un ammasso di carne sanguinolenta, non rimane nulla di umano.
Non ho nessuna intenzione di fare questa fine.
-Incendio! -urlo.
La prima creatura rimane scottata dalle fiamme arancioni scatenate dalla mia bacchetta, si contorce a terra, tenta di sfuggire alle fiamme, mentre gli altri Inferi, avvolti nelle ombre, si preparano a sferrare una nuova offensiva.
-Incendio! Incendio! Incendio! -urlo.
L'unica cosa che può proteggermi da queste creature è il fuoco, essendo abituate a vivere nel buio e nel freddo, ma il cerchio di fiamme che ho creato non mi proteggerà a lungo...
-Avada Kedavra!
Mi abbasso per evitare la maledizione che mi passa sopra la testa.
E subito dopo lancio un'imprecazione: ero troppo concentrato sugli Inferi e ho perso di vista Greyback, che adesso è stato liberato da Gallowey!
-Stupeficium! -grido puntando la bacchetta nella direzione della maledizione, sperando di colpire il Lupo Mannaro, che sicuramente è fuggito a nascondersi nel buio come il codardo che è.
Succede tutto in un lampo: un getto d'acqua spegne la mia ultima difesa, respingo il primo Inferius con uno schiantesimo, poi sento un dolore terrificante al braccio, e vedo con orrore che uno di quei mostri mi ha morso!!
-Stupeficium!! -urlo in preda al terrore.
Mentre la testa della creatura di Gallowey si stacca dal tronco per la potenza del mio incantesimo, altre mani fredde come la morte mi afferrano, la risata di Greyback mi riempie le orecchie mentre gli Inferi mi trascinano a terra.
-Incendio- ansimo, ma dalla mia bacchetta fuoriesce soltanto una piccola fiammella, che si spegne immediatamente, come la mia speranza di rimanere vivo.

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