Capitolo 13: Remus

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L'odore di fumo mi colpisce le narici e mi procura un forte conato allo stomaco e devo trattenere la cena di Mary con grande forza di volontà.
I novelli che sono con me, un ragazzo dai lineamenti asiatici di nome Leonard e una ragazza con una criniera di capelli neri di nome Helena non sono così corazzati e rigettano il contenuto dei loro stomaci. Inutile dire che l'odore di succhi gastrici non mi è di grande aiuto.
-Andiamo ad aiutare gli Auror! -ordino.
L'incendio ormai è stato limitato a circa quindici metri quadri, dove le bestie infernali dall'Ardemonio rimaste stanno facendo una grande resistenza, ormai l'edificio è solo cenere.
Dei Medimagi ci passano di fianco portando sulla barella un uomo che sta delirando: -...E poi quell'uccello! Ha attaccato i Mckinnon! E Marlene...
Immediatamente un uomo con la divisa bianca, ricoperta di chiazze scure a causa della fuliggine, chiaramente parte del gruppo degli Obliviatori, compare al fianco della barella e grida: -Oblivion!
Gli occhi dell'uomo diventano vitrei, poi uno dei Medimagi gli mentre in bocca tre gocce di pozione e l'uomo crolla addormentato.
-Al San Mungo! -ordina il più anziano dei due prima di smaterializzarsi.
A quel punto riconosco l'Obliviatore: -Sturgis!
-Remus! Sei venuto ad aiutare? James e gli altri sono là con Scrimgeour e Malocchio! -dice.
-Chi è stato? -chiedo.
Lui alza gli occhi al cielo e io, seguendo la linea del suo sguardo, vedo un teschio verde pallido, con un serpente che gli fuoriesce dalla bocca: il Marchio Nero.
-Si sono rifatti vivi- dico tra i denti.
-A quanto sembra, ora scusami! Ma devo scappare! Un sacco di Babbani hanno visto l'Ardemonio!
E si smaterializza.
Senza la minima esitazione mi lancio verso le fiamme che ancora resistono, deciso a dare una mano ai miei amici.

Ho i polmoni che sembrano pieni di pezzi di vetro. L'incendio è definitivamente spento e intorno a noi ci sono macerie, pezzi di edificio fusi e parecchi corpi. La puzza di carne bruciata riesce persino a surclassare l'odore acre del fumo.
In mezzo a quel disastro si sente il rumore della gamba di legno che precede l'arrivo di Moody.
-Il bilancio del disastro stimato da quelli dell'Ufficio dei Disastri e degli Incidenti Magici- dice il vecchio Auror.
-Quanti morti? - chiede Scrimgeour con voce molto più roca del solito.
Il fumo per il momento mi ha bloccato la voce in gola, immagino che sia così anche per James, Lily e gli altri.
-Direi che faremmo prima a dire che ci sono solo quattro sopravvissuti- dice il capitano della squadra di Auror.
Cerco di chiedere di Marlene, ma la voce non vuole uscire, allora è Alice a parlare: -I Mckinnon?
Moody ci guarda, poi dice con voce che sembra provenire dall'oltretomba: -Tutti morti, i sopravvissuti sono tutti Babbani.
Ci guardiamo e restiamo in silenzio per qualche secondo, in questi casi nessuno sa cosa deve dire, ma vedo la sofferenza negli occhi di James, che conosceva Marlene meglio di tutti, essendo stato sui compagno di squadra. D'istinto io e Sirius ci avviciniamo a lui e, come quella notte nello stadio di Quiddich di Hogwarts, tutti e due mettiamo una mano sulla sua spalla.

Due giorni dopo alla Tana è calato un silenzio gelido, Silente ha convocato una riunione di emergenza e sono accorsi tutti, forse perché abbiamo davvero bisogno a capire, ormai tutti l'abbiamo capito: o noi o i Mangiamorte, solo un gruppo potrà sopravvivere.
In cucina entra a quel punto Silente, scortato ai lati dalla Mcgranit e da Hagrid.
-Signori, inutile che vi dica che sto molto male per la perdita di Marlene- inizia il preside.
Non vola una mosca, Arthur non ha nemmeno dato il suo benvenuto.
-E vorrei dire una cosa: molti di noi perderanno la vita in questa guerra, non ci è dato sapere come né quando, ma una cosa è certa.
Alzo la testa insieme ad alcuni altri membri dell'Ordine.
-Fino a quando ci sarà qualcuno che si opporrá al male, l'Ordine continuerà ad esistere e noi non smetteremo di lottare, e risorgeremo dalle ceneri come la Fenice.
A questo punto si alza, estrae la bacchetta e con un rapido colpo fa apparire davanti ad ognuno di noi un bicchiere e al centro della tavola una bottiglia di idromele, che inizia a versare da solo il liquido dorato nei bicchieri, Silente alza il suo calice e dice: -A Marlene e alla sua famiglia.
-A Marlene- diciamo tutti in coro.
E beviamo tutti.
A questo rito seguono pesanti minuti di silenzio, che viene rotto inaspettatamente da Peter.
-Preside, non dovrebbe mostrarlo a tutti?- chiede il nostro amico con voce tremante.
Silente annuisce gravemente, poi tira fuori una lettera da una tasca del suo mantello.
-Questo è il motivo per cui Marlene è stata uccisa.

Poche ore dopo la squadra di Auror di Moody fa irruzione in casa Gallowey, seguita da me e Ramirez.
-Cercate in tutte le stanze! Voglio che troviate subito quel bastardo! ORA! -sbraita Malocchio.
La casa è abbastanza ampia e subito James e gli altri si lanciano alla ricerca del sospetto di cui però non c'è traccia.
Salgo al piano di sopra insieme a Ramirez, una porta di legno ci si para davanti.
-Alohomora- dice Ramirez e la porta si spalanca.
Entriamo in una stanza piena di vecchi bauli e ragnatele, una sciarpa verde e argento appesa ad un appendiabiti è una delle poche tracce di colore in mezzo al marrone scuro del cuoio e al bianco dei teli che ricoprono oggetti più o meno voluminosi.
Estraggo la bacchetta e recito: -Hominus revelio! 
Una leggera luce bianca fuoriesce dalla mia bacchetta e si diffonde rapidamente per la soffitta, ma non sembra esserci anima viva.
-Non può averci preceduto di nuovo, era un'operazione di cui sapevano solo i membri dell'Ordine, me e pochi membri del Ministero- dice Ramirez terribilmente deluso.
Probabilmente tra questi membri del Ministero non tutti sono così fidati, non voglio pensare all'alternativa.
Ma non ho nessuna intenzione di mollare, Marlene è morta per rivelarci che Gallowey è una spia di Voldemort e noi non possiamo sprecare il suo sacrificio in questo modo.
-Diffindo! -ringhio.
Il primo velo si squarcia e rivela un'enorme gabbia che potrebbe contenere un uomo adulto.
Ramirez segue il mio esempio è comincia a spostare i lenzuolo polverosi che rivelano gli oggetti più vari, poi alla fine, quando rimuovo quello che credo sia il ventesimo telo,
e mi trovo davanti un imponente  mobile nero, alto quasi fino al soffitto, nero come l'ebano e molto ampio, e di colpo capisco come ha fatto Gallowey a fuggire.
-Un armadio svanitore- ringhia Ramirez che ha subito riconosciuto l'oggetto.
Faccio per aprire le ante ma le trovo sigillate.
-Alohomora! -tento.
Non accade nulla.
-Reducto!
Una lampo di luce giallacolpisce l'armadio, per un secondo sono convinto di avercela fatta, ma poi vedo che non solo il mobile è ancora chiuso, ma non ha nemmeno un graffio.
Senza riuscire a trattenermi lancio una sonora imprecazione e urlo tutta la mia frustrazione fino a quando Moody e James non accorrono a controllare cosa sta succedendo.
Neanche stavolta siamo riusciti ad arrivare in tempo.

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