Capitolo 46: James

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Sono morto, morto, defunto...
O forse no.
Riapro gli occhi e mentre il Drago precipita mi aggrappo a lui.
Sto soppesando la possibilità di farlo rinvenire con la respirazione bocca a bocca, quando realizzo due cose: la prima è che non posso baciare un Drago, perché Lily mi resusciterebbe per uccidermi di nuovo; la seconda è che abbiamo sfondato un tetto. E un pavimento. E un altro. E un altro ancora. E poi ci fermiamo e io faccio un balzo di cinque metri, per poi atterrare di nuovo sul ventre, che ancora si muove, del Vipertooth. Il corpo del rettile ha assorbito tutta la forza dell'impatto, e il tetto e tutti i piani ci hanno rallentato. Poi anche la Ford atterra. Su qualcuno.
Non faccio nemmeno in tempo a pensare a chi sia stato investito che una risata simile a un latrato esplode, anche se più rauca del solito.
E c'è solo una persona in tutta la Gran Bretagna che ride come se stesse abbaiando.
-SIRIUS!- urlo.
E lo localizza immediatamente: sdraiato a terra a metà strada tra il corpo svenuto del Drago e la Ford ancora quasi integra.
Ma raggiungerlo si rivela molto difficile: sono a pezzi.
E ogni passo è un'agonia.
Ma una volta raggiunto mi stendo di fianco a lui, che sta ancora ridendo come un pazzo. E io rido a mia volta.
-Sei vivo- dico quando le costole cominciano a farmi male.
-Siamo vivi, amico mio- ribatte lui.
E lo guardo per la prima volta e per un attimo il panico: Sirius è ridotto malissimo. Davvero malissimo.
-O'Connor- spiega.
Riesce a muovere il collo in direzione della Ford e vedo un braccio sporgere da sotto la carrozzeria.
-L'abbiamo fatto secco- ridacchia Sirius.
Probabilmente non sente dolore a causa dell'adrenalina o Godric sa che altro, ma il fatto che non stia urlando di dolore mi spaventa a morte.
Ha lacerazioni in praticamente ogni parte del corpo visibile e sono tutte ferite ben al di là della mia portata.
Devo chiamare aiuto.
-Tu rimani qui Padfoot vado a...
Poi mi interrompo, non voglio che la mia preoccupazione si trasmetta anche a lui.
-Avevo in mente di fare una corsetta all'alba, ma se me lo chiedi per favore...
Chiude gli occhi.
-Cazzo Sirius! Rimani sveglio!!- grido.
Lo prendo a schiaffi fino a che lui non mi ringhia contro irritato. Tiro un sospiro di sollievo.
-Expecto Patronus- pronuncio invocando il mio cervo.

-Accio garze- appello.
Delle fasce bianche miracolosamente pulite mi arrivano in mano.
Ho già trovato tre bottiglie di dittamo e avrei tanto voluto evitarlo...
-Scusa Sirius.
Alzo la bacchetta e pronuncio: -Silencio.
Non credo che riuscirei a sopportare anche i suoi lamenti.
-Scusa Sirius- ripeto togliendo il tappo.
Verso il contenuto della prima fiala sulla ferita all'altezza dello stomaco.
Sirius si irrigidisce e stringe i denti.
La ferita comincia a rimarginarsi, ma sanguina ancora.
Apro la seconda bottiglia e applico altro dittamo, poi ci appoggio sopra le fasce. Ma Sirius ha così tante ferite che il dittamo finisce prima che ne abbia curate solo la metà.
Frustrato come non sono mai stato in vita mia, gliele fascio.
-Ho mandato tre Patroni, tra poco arriverà qualcuno- dico più a me stesso che a lui.
Sirius si indica le labbra a rallentatore.
Lo scruto preoccupato, poi mi ricordo.
-Logos- dico.
Le prime parole che Sirius emette sono un "Cazzo James" che mi fa sperare in una sua pronta guarigione, ma quelle due parole sembrano le uniche che le mie cure gli abbiano permesso di pronunciare con la giusta enfasi, ma comunque comincia a parlare sottovoce: -Sei un'ottima infermeria Progs, davvero.
-Grazie Pad.
Poi capisco una cosa.
-Se fai dell'ironia significa che guarirai.
Sirius ghigna, poi iniziano a susseguirsi una lunga serie di suoni che precedono l'apparire di un sacco di maghi e diventa tutto caotico fino a che un gruppo di maghi in verde non porta via Sirius verso l'ospedale d'emergenza.

-Non fateci male poverino!
-Hagrid quel fottuto rettile ha cercato di arrostirmi!- protesto.
I cacciatori di Draghi hanno immobilizzato il Vipertooth ancora incosciente, chiudendogli la bocca con delle enormi catene. Approvo pienamente il loro operato, al contrario di Hagrid.
Un altro fuori di testa è Arthur, che sta sfruttando la sua autorità nel campo dei manufatti Babbani per portare via i resti della Ford azzurra, che ci scommetto finirà nel garage della Tana. Sirius non è l'unico ad essere fissato con i mezzi di trasporto Babbani.
Ma c'è qualcosa di molto peggio del Vipertooth: la Guaritrice Sullivan, che chiaramente non mi ha preso in simpatia.
Prima di tutto mi ha sgridato per l'eccessiva quantità di lividi e la bruciatura sul braccio, che non mi ero accorto di avere. E avrei preferito evitare che se ne accorgesse anche lei, perché ci ha messo sopra un unguento talmente gelido da sembrare rovente. C'è poi la storia della frattura che lei sostiene mi sia procurato combattendo contro il Vipertooth, ma io ho il dubbio me l'abbia causata lei quando mi ha letteralmente placcato mentre ero alla ricerca di Lily tra la folla di maghi che è sopraggiunta al San Mungo.
-Bene signor Potter, può andare- conclude dopo aver stretto una garza così forte che se non la allento rischieró l'amputazione del braccio.
Poi vedo un lampo vermiglio e le labbra di Lily si appoggiano sulle mie.
Poi le sue mani sono intorno alla mia nuca e mi attira a sé.
-Sei vivo- sussurra.
-Non ti libererai di me- le rispondo.
-Nè tu di me- replica lei.
Ci fissiamo e i nostri occhi ci comuncicano la stessa cosa: rassicurazioni e amore, quello di cui ho bisogno.
-Frank!
Alice, che sembra essere uscita illesa dalla sua battaglia, per poco non mi travolge per volare tra le braccia di Frank, che la stringe a sé con forza.
Ma il suo sguardo è posato su di me e questo non è assolutamente da Frank.
È successo qualcosa.
I nostri occhi sono legati quando il mio ex Cacciatore si avvicina e dice tre lapidarie parole: -Casa Stregata ora.

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