Capitolo 36: Remus

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Una lama di luce mi colpisce gli occhi.
Mi travolge un forte senso di nausea, probabilmente i postumi della Pozione che mi ha dato Regulus.
Regulus...
Chissà cosa mi avrà voluto dire.
Qualcosa sull'anima di Voldemort...
Mi sembra che ci sia qualcosa di tremendamente ovvio che mi sfugge.
La prima cosa che noto è che non sono più nel bosco, ma in una stanza chiusa.
-Sapevo che non ti avrebbero fatto fuori così facilmente, Lupin- dice una voce conosciuta.
Mi volto nella direzione della voce e vedo una figura che mi è familiare, appoggiata al muro, ma che ci metto qualche secondo a riconoscere: -Piton!
Il sorriso freddo del Serpeverde mi gela il sangue nelle vene.
-Morte Apparente, non è vero? Quell'idiota di Dolohov ci è cascato in pieno- afferma la serpe.
Cerco la bacchetta ma non la trovo, l'ho persa durante lo scontro.
-Stai cercando questa?
Piton mi mostra la mia bacchetta.
Non so come sia possibile che sia stato lui a recuperarla, ma vederla in mano a un Mangiamorte mi dà un' assoluta sensazione di ribrezzo.
-Dunque era questo il piano di Regulus? Risparmiarmi per poi consegnarmi ad altri Mangiamorte? - sputo fuori.
Quello che mi odia di più insieme a Mulciber per di più.
-Lupin, non hai capito proprio nulla? Ti facevo più intelligente- replica Piton tagliente.
-Non vedo cosa ci sia da capire- ringhio mettendomi in ginocchio.
Piton mi lancia la bacchetta, che finisce a terra e rotola rapidamente verso di me.
Sono così sorpreso che non la afferro e la sua corsa si ferma contro il mio ginocchio.
-Tanto per cominciare se fossi stato consegnato ai seguaci dell'Oscuro Signore, qui non ci sarei io, ma Fernir Greyback o Bellatrix, che ti avrebbero svegliato bruciandoti le ossa con la maledizione Cruciatus, oppure con il Mostro, che, ti assicuro, è peggio di loro- afferma Piton.
-Bill O'Connor? - chiedo.
-Vedo che i Cacciatori di taglie sono ben informati.
-Anche l'Ordine lo è- affermo.
Le labbra di Sirius si piegano in un sorriso raggelante: -In quanti siete rimasti ormai? Dieci? Venti? I Mangiamorte vi sono superiori per dieci a uno, forse anche di più, i vostri rifugi sono stati scoperti, tranne forse due o tre creati in fretta e furia, con delle difese insufficienti. Questa al momento è la vostra situazione! Potter e il resto del vostro patetico gruppetto sarete spazzati via!

Afferro la bacchetta e la pianto sotto il mento di Piton, che non fa nemmeno in tempo a reagire.
-Chiudi quella bocca- ringhio.
-Se no cosa fai Lupin? Ti sei chiesto cosa diavolo ci faccio qui ad accudirti?
-Ha importanza?- chiedo rabbioso.
-Se vuoi riferire a Silente che hai fatto fuori la sua spia, non credo ne abbia- replica lui.
Per un attimo rimango sorpreso.
-Spia? Di Silente? - domando senza accennare ad abbassare la bacchetta.
-Da un giorno emmezzo, e già ho rischiato la vita per salvare la tua; quindi, se non ti è di troppo disturbo, potresti levarmi la bacchetta dalla gola?
-E pensi che io ci creda? - domando, seccato da quel mio momento di incertezza.
-Entra nella mia mente- propone Piton.
A questo punto rimango completamente spiazzato.
-Come? - chiedo stupidamente.
-Entra nella mia mente Lupin, così scoprirai se mento oppure no, io mi focalizzeró sui ricordi che ti potranno dare le prove della mia onestà- afferma lui.
Non sono molto propenso a entrare nella sua mente, che, oltre ad essere una grave violazione della sfera privata di una persona, è anche una forma di tortura anche peggiore della maledizione cruciatus.
Ma d'altro canto non posso fidarmi di Piton a cuor leggero, visto che per ora io lo ritengo comunque un nemico.
Incastono i miei occhi nelle sue pupille nere come l'inchiostro e pronuncio: -Legilimens!

La mente di Piton si apre come un libro davanti ai miei occhi; la sua mente è assolutamente priva di difese.
Mi trovo in un locale, che riconosco immediatamente, oltre che dalla polvere che ricopre ogni cosa, anche per il familiare volto del barista della Testa di Porco.
Ci sono solo due persone all'interno: una donna con degli occhi enormi e una quantità incredibile di scialle sulle spalle consulta una sfera di cristallo; un uomo avvolto in un mantello da viaggio è seduto nel punto più nascosto del locale con un bottiglia polverosa di Burrobirra che non ha nemmeno toccato, da sotto il cappuccio si intravedono i capelli neri: Piton.
La porta si spalanca e fa il suo ingresso Silente, con gli occhi azzurri attenti e un vestito color prugna, la lunga barba bianca piena di gocce di pioggia.
-Che tempaccio! Buongiorno Aberforth! - esclama.
Il barista risponde con un secco cenno del capo.
Silente si reca, con mia grande sorpresa, verso la donna simile a una cavalletta, che si alza e gli stringe la mano: -La ringrazio per avermi ricevuta, professore.
-Mia cara Sibilla, sono molto curioso di vedere le sue capacità- afferma Silente.
-Certo, andiamo nella mia stanza, ho già preparato tutto- dice la donna che raccoglie la sfera e si dirige verso le scale, seguita dal preside.
Non sento nemmeno la sedia strisciare, ma subito dopo Piton è dietro di loro, silenzioso come un Fantasma.
Lo seguo.
Piton è appoggiato alla porta di uno delle stanze nel chiaro atto di origliare.
Mi avvicino a lui e vedo una smorfia apparire sul suo viso.
Dall'interno si sente la voce della donna che invoca spiriti e vede ogni momento presagi di morte nella sua sfera.
È chiaramente un'impostora.
Dopo dieci minuti Silente tossisce e fa per congedarsi, ma si sente un suono che mi mette in allerta: sembra il suono prodotto da qualcuno con un attacco d'asma.
Piton, che aveva un'aria visibilmente annoiata, si fa improvvisamente attento.
La donna chiamata Sibilla ricomincia a parlare, ma il suono della sua voce è completamente diverso:
-Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...nato da chi tre volte l'ha sfidato, nato all'estinguersi del settimo mese...
-Brutto spione! Fuori di qui!
Il suono indignato della voce di Aberforth, seguita da un incantesimo di esilio, pone fine al primo ricordo.

-Quindi...un bambino...
-Sì mio signore, così ha detto la veggente.
In una stanza oscura Piton si prostra davanti ad un uomo dall'aspetto serpentesco, con il volto bianco e gli occhi scarlatti, avvolto in un mantello nero: Voldemort.
-Ma certo, è ovvio- afferma.
-Cosa, mio Signore? - chiede Piton alzando lo sguardo.
-Solo i Mezzosangue si possono opporre al nostro grandioso progetto, bisogna estirparli- continua Voldemort, parlando più a se stesso che a Piton.
-La nostra spia mi ha riferito che Lily Evans aspetta un figlio da Potter- rivela.
Piton diventa talmente pallido da sembrare un cadavere.
-Mio Signore, siete davvero sicuro che sia quel bambino? - chiede con voce tremante.
-Naturalmente Severus, il sangue puro dei Potter, una delle famiglie più antiche e pure, corrotto in modo irrimediabile. Il frutto di questo atto è l'incarnazione di tutto quello che io voglio distruggere!
-Ma...mio Signore...
-Tu desideri quella donna, non è vero Severus?
-Mio Signore?
-Lo so, se lo desideri, farò in modo di risparmiarla. Consideralo un regalo per aver prevenuto un grave pericolo- decide Voldemort.
-Grazie mio Signore! Voi siete davvero misericordioso! - afferma Piton.
-Manderò O'Connor a stanarli, poi sarò io a eliminare Potter e il bambino. Ora vai, devo dare la caccia a un'altra nostra nemica...

La scena cambia di nuovo e adesso siamo nell'ufficio di Silente.
Piton cammina avanti e indietro agitato; Silente è seduto dietro la scrivania.
-La profezia non si riferiva ad una donna, ma ad un bambino nato alla fine di Luglio- afferma il preside.
-Sì, ma lui pensa si tratti del figlio di Lily! Darà loro la caccia e li troverà! Li ucciderà tutti!
Piton ha chiaramente perso il controllo, si agita come una fiera in gabbia.
-Li nasconda tutti- implora Piton.
-Lo farò Severus, ma cosa sei disposto a fare in cambio di questo mio favore? - chiede Silente mentre dei lampi attraversano i suoi occhi azzurri.
-Cosa sono disposto a fare? Qualsiasi cosa- risponde il Mangiamorte.

Niente nubi bianche o nebbia, i ricordi sono nitidi, quindi veri.
Esco dalla mente di Piton.
Lo guardo con occhi diversi ora : sicuramente non è un codardo, ma non posso fidarmi di qualcuno che fino a poche ore prima mi avrebbe colpito con l'Avada Kedavra.
-So che non ti fidi Lupin, e non posso darti torto, ma adesso...
-Siamo sulla stessa barca, ma Severus, prova solo a fare una mossa falsa e giuro sulla mia vita che ti ucciderò- dichiaro.

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