Capitolo 7: Sirius

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Essere un Pedinatore è il lavoro perfetto per me, io adoro seguire le persone da quando ero ad Hogwarts, ma stare indietro nelle retrovie, mentre Remus e James combattono contro i Mangiamorte, va contro i miei principi: voglio essere al loro fianco, e ormai sto incominciando a spazientirmi.
-Smettila di sbuffare Sirius, mi metti ansia- dice Irene Vate, anche lei Pedinatrice.
-Mi annoio- rispondo.
-Pensa a qualcosa di bello- dice lei.
-Come cosa?
Lei sorride, si sposta i lunghi e lisci capelli castani dietro l'orecchio e dice: -Io penso che appena tutto questo sarà finito, il mio ragazzo mi porterà fuori a cena.
-Hai il ragazzo?
Questa non la sapevo.
-Mike Belic, secondo in comando della squadra di Vilanova- dice lei.
Mi faccio pensieroso: potrei invitare anche io Dorcas a cena, almeno potrei cercare di distrarla dalla morte di suo padre...
Vedo una luce in lontananza avvicinarsi.
-E quello? -chiede Irene.
La luce atterra vicino a noi: è uno patronus con le sembianze di uno stambecco, non l'ho mai visto.
-È di Mike- dice Irene sorpresa.
Lo stambecco ci guarda e dice: -Non riusciamo più a trattenerlo. È troppo forte. Ha ucciso il capitano Vilanova. Mandate rinforzi.
E lo stambecco di luce sparisce.
-Di chi stava parlando? -chiedo perplesso, ma anche preoccupato: chi diavolo è così forte da uccidere uno degli Auror più forti del Ministero?
Irene sembra terrorizzata al mio fianco e non fa altro che tremare.
-Potrebbe...essere...morto- dice, e riconosco dal tono che sta per scoppiare in lacrime, come è successo a Dorcas solo una settimana fa.
Poi un nuovo sole sembra sorgere nella notte, alzo la testa e vedo delle fiamme levarsi da terra a sfidare il cielo...e distruggere la nostra barriera.
-Dannazione! -urla Stevens, quando vede la barriera cedere contro la forza delle fiamme.
-Presto! Black, Vate, Ryan e Civiles, andate a controllare! Ma senza farvi trovare se ci riuscite! Evitate ad ogni costo la battaglia! -urla Stevens.

Mi materializzo nel punto dal quale  penso sia stato lanciato l'Ardemonio e quello che vedo è terra bruciata: l'erba è stata ridotta in cenere, la pietra della villa è stata sciolta o carbonizzata e c'è una distesa di cadaveri.
-Cosa diavolo è successo qui? -ringhio.
Irene e gli altri miei colleghi non preferiscono parola.
Mi avvicino al corpo più vicino, che è perfettamente riconoscibile grazie ai capelli che sono sparsi sul terreno: il capitano della squadra di Auror,  Vilanova; gli prendo il polso per accertare la morte, come se ce ne fosse bisogno, ma così è la procedura.
-È andato- annuncio.
Poi rivolgo lo sguardo verso gli altri quattro cadaveri: uno è un cugino di Paciock, l'ho visto un paio di volte parlare con Frank, un altro è Selwin, l'ex Caposcuola di Corvonero e il terzo è completamente bruciato, non ne sono rimaste che le ossa, l'altro è nelle sue stesse condizioni.
-Uno si è salvato- osserva Civiles, un uomo biondo, sulla trentina e con la pelle ancora più pallida del normale a causa della tensione.
-Si- rispondo.
Gli occhi di Irene si illuminano per un secondo: c'è la speranza che sia il suo ragazzo, ma questo significherebbe che uno dei corpi carbonizzati è di Fennick...
Si sente un rantolo, poi un colpo di tosse, da un punto d'ombra.
-Lumos maxima- dice Ryan, un uomo con gli occhiali e i capelli neri, specializzato nello smascherare i truffatori e dalla sua bacchetta viene fuori una debole luce simile a quella di una lampadina, che mostra un corpo a terra.
Lui alza gli occhi e soffia: -Sirius...
L'ha detto con un tono di voce molto bassa, ma l'ho sentito molto chiaramente.
E sono subito al suo fianco.
-Ben! Forza te la caverai! -dico, inginocchiandomi di fianco a lui.
Lo osservo alla luce del lumos: ha una scheggia di legno nella schiena, una bruciatura lungo il braccio e diverse altre ferite, ma nessuna sembra letale.
-Lui...stavamo combattendo contro...Smith e...gli altri due...poi è arrivato lui...
-Lui chi? -chiedo.
Fennick ansima, ma riesce a soffiare:
-Voldemort...è andato da...James...vai...
E perde i sensi.
Intanto i miei colleghi si sono avvicinati, Irene sta singhiozzando e gli altri sono silenziosi, una cappa di gelo ha avvolto il nostro gruppo dopo l'ultima frase del mio amico.
Mi riprendo alla svelta e dico: -Ok, allora...Irene porta Fennick dietro le linee e poi al San Mungo! Ce la fai? -dico.
-Sì- dice lei con un singhiozzo.
-Voi altri andate a cercare le altre squadre, possono avere bisogno di aiuto- dico, mentre Irene si smaterializza portando con sé il corpo privo di sensi di Fennick.
-Io vado a cercare la squadra di Moody- dico.
E spero con tutto il cuore che siano tutti ancora vivi.

Mi addentro tra gli alberi del parco della villa con il cuore un gola: Lord Voldemort, l'essere che ho visto nel Pensatoio, che ha resistito senza battere ciglio all'avada kedavra, che ha ucciso i compagni di Ramirez e Vilanova, uno degli Auror più potenti del Ministero, e chissà quanti altri...
Sento i rumori della battaglia e il rombo degli incantesimi, il rumore dell'anatema che uccide...
-Il sangue non si ferma!
La voce di Lily.
Mi metto a correre e per poco non vengo travolto da un mucchio di schegge.
-Gideon!!
Vedo Alice scagliare uno schiantesimo contro un uomo alto, pallido, avvolto in un mantello nero, che scaglia maledizioni a una velocità incredibile.
Poco lontano vedo Lily che si sta occupando di Malocchio Moody, che è straiato a terra e sembra messo molto male.
James sta combattendo e schiva un lampo di luce verde dietro l'altro, supportato da Alice e Frank, che lottano con incredibile accanimento, Gideon Prewett è a terra, per lo meno svenuto.
Mi avvicino a Lily e dico: -Vai!
Lancio uno sguardo a Malocchio: ha tre nuovi e profondi tagli sul viso che probabilmente ha curato con un incantesimo di guarigione e perde sangue dal moncone che un tempo era la sua gamba; non resisterà a lungo.
Intanto Lily ha alzato lo sguardo verso di me: ha negli occhi la paura allo stato puro.
-Ci penso io a James, tu devi salvare Malocchio- dico.
Lei sta per ribattere qualcosa, ma ringhio: -Vai!
E lei si smaterializza.
Mi volto verso i miei amici e vedo che la situazione è disperata: tutti e tre sono ricoperti di ferite e Alice si sta contorcendo in aria, probabilmente preda della maledizione cruciatus.
Non ci penso due volte e grido:
-Incarceramus!
Lacci neri si lanciano come serpenti contro Voldemort, che però li fa a pezzi con un colpo di bacchetta.
Alice cade a terra.
-Un altro venuto qui a farsi ammazzare, che zelo- commenta il mago oscuro: ha una voce così fredda che mi fa fa venire dei brividi gelidi sulla pelle.
-Sai com'è, non abbiamo l'istinto di autoconservazione delle serpi- dico con voce pesantemente sarcastica.
Lui fa un mezzo sorriso e dice: -Eri un Grifondoro, vero?
-Esatto e orgoglioso di esserlo- dico.
Lui sorride, un sorriso terrificante senza labbra, e dice: -È sempre divertente combattere contro di voi.
E si smaterializza.
L'istinto mi dice che però non se n'è andato, è ancora molto vicino.
Mi avvicino a James e dico: -Progs! Progs!
Lui mi guarda e sussurra:
-Padfoot...sei tu...lui...
-È ancora qui, ma non so dove, dobbiamo sbrigarci a levarci da qui, siamo bersagli troppo facili- dico ragionevole.
-E hai perfettamente ragione.
Dannazione.
-Ardemonium! -ruggisce Voldemort da un punto più alto che un tempo era la villa dei Blackwell.
Alzo la testa e lo spettacolo che mi trovo davanti è stupefacente: serpenti, aquile, tigri, leoni e Chimere gigantesche ci stanno venendo incontro... e sono completamente fatte di fuoco. 
E noi siamo finiti.
Non conosco nessun incantesimo abbastanza potente da respingere un esercito di creature fiammeggianti.
Mi avvicino a James, deciso a morire con mio fratello, quando la voce di un altro Malandrino mi giunge alle orecchie: -Sirius!! James!!
La voce di Remus.
Mi volto alla ricerca della fonte della voce, quando lui si materializza davanti a noi, con di fianco un gigantesco energumeno, che deve  avere più o meno la stessa stazza di Hagrid.
-Presto! Toccate questo! -urla.
"Questo" sarebbe quello che sembra il braccio di una statua, che emana una leggera luce azzurra: una Passaporta.
-Muovetevi!- urla l'uomo gigantesco con voce tonante, mentre il primo serpente di fuoco sta aprendo la bocca e mostra delle terrificanti zanne lunghe almeno trenta centimetri.
-Accio Alice! -urla Remus.
Poi vengo strattonato per l'ombelico, sento una vampata di calore incredibile, che brucia come se il sole fosse sceso a pochi metri da me e un dolore terribile al braccio.
Poi mi ritrovo su un pavimento di legno, e cado dolorosamente sulla schiena, ho la mente annebbiata e inizio a tossire con forza.
Poi vomito una strana sostanza gialla e nera.
-Dio santo! Non è possibile che vomitino sempre sul pavimento! -urla una voce  indignata.
Vorrei fargli presente che sono stato a pochi centimetri dall'essere bruciato vivo da un fottuto serpente di fuoco, ma non riesco a proferire parola, poi sento un dolore lancinante al braccio e crollo a terra con un grido.
Qualcuno mi fa bere un qualche intruglio e poi tutto è nero.

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