Capitolo 30: Sirius

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Tutto mi sarei aspettato, meno che trovarmi davanti il capo dell'allegra combriccola di piromani e assassini dei Mangiamorte.
È ancora più orribile di come James l'ha descritto: la pelle bianca, simile a quella di un Inferius, la bocca priva di labbra, contorta in una specie di ghigno, e infine gli occhi, rossi come i rubini, accesi da una luce folle e sinistra.
Ma non posso perdere il sangue freddo proprio adesso.
-Tu sei il fratello di Regulus- dice Voldemort posando il suo sguardo su di me.
Per un attimo prendo in considerazione l'ipotesi di fuggire davanti a quegli occhi terrificanti, ma poi il Grifondoro che è in me prevale e rispondo:
-No, i miei fratelli sono tre, ma nessuno risponde a questo nome, uno di loro ce l'hai davanti- rispondo accennando a Remus.
Di solito questo genere di effusioni le lascio a James, ma è quasi divertente vedere il ghigno sparire dalle labbra di Voldemort.
-È per loro che hai lasciato la tua nobile famiglia? Per un Lupo Mannaro e...
-E poi preferirei morire piuttosto che unirmi a una setta che ha il coraggio di andare in giro mascherata come se fosse sempre Halloween - aggiungo.
Remus mi lancia uno sguardo facilmente interpretabile come " smettila di dire idiozie", io lo guardo con la coda dell'occhio e la sua espressione cambia, intanto continuo a parlare a ruota libera:
-È poi come hai fatto a scegliere come nome Lord Voldemort? La tua seconda scelta qual era? Jack lo Squastatore? - continuo, per poi concludere tutto con una risata.
Lui non sembra prendere bene le mie ultime parole e sibila: -Tra poco sarai la cena della mia Nagini.
-Mi dispiace ma non e nei miei programmi diventare uno spuntino per il tuo stupido serpente! Stupeficium! - urlo puntandogli contro la bacchetta.
Un lampo di luce rossa venuto fuori dalla mia bacchetta viene deviato dal Mago Oscuro.
Poi Remus, che ha intuito il mio piano, mi afferra la mano e attiva la smaterializzazione congiunta.
Atterriamo esattamente al centro della piazza dove abbiamo teso loro ascia torce nostra imboscata.
-Che ci facciamo qui Remus? - chiedo.
Lui mi guarda spaesato e risponde: -Non lo so...stavo cercando di avvicinarmi agli altri. Non...
Poi si blocca.
-Esatto Remus, un incantesimo anti smaterializzazione- dice una voce fredda.
Un'immagine sfocata compare davanti a noi, per poi diventare sempre più definita, e formare l'immagine serpentina di Voldemort.
Faccio per lanciare un nuovo schiantesimo, ma mi ritrovo scagliato all'indietro; atterro tra le macerie e un dolore lancinante mi percorre tutta la schiena.
Sono caduto su dei vetri che mi sono penetrati nella carne; devo mordermi le labbra per non gridare.
Sento a malapena Remus urlare il mio nome.
-Così debole...così vulnerabile...sei mio Sirius Black, ora pagherai per la tua offesa all'Oscuro Signore!
La voce gelida di Voldemort dentro la mia testa è più dolorosa delle ferite sulla mia schiena.
Le immagini che mi passano nella mente sono terrificanti: mi trovo in uno spazio che si restringe sempre di più, la claustrofobia prende il sopravvento e fatico a respirare, il panico mi impedisce di respirare, mi sento come se stessi per affogare...
Poi qualcosa mi richiama indietro.
Un bruciore alla spalla, che poi diventa dolore.
Davanti a me c'è Remus, che ha una ferita che sanguina copiosamente sul volto, e la sua corta spada da cacciatore di taglie in mano, coperta di sangue.
Non ho bisogno di guardare la spalla per sapere cosa mi ha fatto.
-Grazie Moony- ansimo.
Dietro di noi divampa la battaglia: sento chiaramente il familiare rumore degli schiantesimi e delle fatture, le grida degli incantesimi, le parole di sostegno che i nostri compagni si urlano.
Faccio per alzarmi, ma mi gira la testa e ogni singola parte del mio corpo urla di dolore.
-Stai giù Sirius! Gli altri si stanno occupando di Voldemort! - ordina Remus preoccupato.
Poi comincia a cantare sotto voce una strana litania, che riconosco come un incantesimo curativo; sento le mie ferite rimarginarsi e il dolore lenirsi.
È incredibile quanto Remus sia diventato eccezionale.
-Ora bevi questa- mi ordina tirando fuori una fialetta dalla sua cintura: ha un colore rosso simile a quello del vino.
La bevo senza esitare.
E Remus mi deve buttare la testa all'indietro per evitare che sputi fuori tutto.
Inizio a tossire.
-Fa schifo! - protesto mentre recupero il fiato.
-È Pozione Energizzante, non è buona ma è sicuramente efficace- ribatte lui pacato mentre rinfila la fiala al suo posto, pignolo come sempre.
In effetti mi sento pieno di energie e il dolore è sparito quasi del tutto.
Osservo la battaglia in corso: alcuni dei Mangiamorte che avevamo abbattuto si sono ripresi e sono andati a dare man forte al loro signore; Caradoc ne tiene a bada tre da solo, lanciando schiantesimi a destra e a manca; mentre Alice, Frank e altri due, un mago dai capelli platino e una strega con una cascata di ricci che ricadono sulla schiena, cercano di combattere Voldemort, ma non sono minimamente alla sua altezza; il mago viene colpito dall'Anatema che Uccide e rimane a terra.
-Dobbiamo andare ad aiutarli! O moriranno tutti! - urlo scioccato da quella scena.
-Aspetta Pad! Sta arrivando qualcosa! - mi blocca Remus.
Sto per urlargli contro che non me ne importa un accidenti, quando inizio a sentire dei respiri rauchi ed affannosi, seguiti da un freddo umido e divorante, che mi fa venire i brividi lungo la schiena.
-Dissennatori- ringhio.
La foschia comincia a scendere sulla piazza, fino a diventare nebbia e coprire il sole.
Persino i Mangiamorte si bloccano, gelati dal freddo potere dei loro alleati. La risata di Voldemort si propaga nella foschia.
-Sirius? Remus? - chiede una voce familiare attraverso la nebbia.
Una mano mi tocca la manica, immediatamente mi ritraggo, ma poi riconosco i corti capelli corvino di Alice e tiro un sospiro di sollievo.
Dietro di lei c'è Frank, che sembra incolume, ma non posso esserne sicuro data la scarsa visibilità.
-Lui dov'è? - chiede Remus.
-Non lo sappiamo, ha ucciso Jorge e Florence, poi è sparito nella nebbia- risponde Frank, che sembra parecchio scosso: deve essere stato sottoposto ad una durissima prova psicologica.
Sento che Remus è in forte tensione di fianco a me, pronto a fronteggiare la minaccia, in mezzo a questa nebbia potrebbe comparire all'improvviso un lampo di luce verde e sarebbe la fine, senza contare eventuali sorprese nascoste.
-Rimanete in silenzio e non muovete un muscolo- sussurra Remus dopo che ci siamo messi tutti e quattro schiena contro schiena.
Mi sento come se avessi un coltello puntato alla gola, non ho mai sentito la morte così vicina, sono prossimo alla disperazione.
-Pad, è solo l'effetto dei Dissennatori, concentrati su qualcosa di bello- suggerisce sottovoce il mio amico.
Al momento quello che Remus mi sta chiedendo mi sembra impossibile, non capisce che ormai potrebbe essere la fine?
Sento che il mio amico sta trafficanti con una delle bottigliette nella sua cintura.
Ne prende una che sembra una piccola borraccia.
-Ragazzi, bevete un po' di questa- dice dopo averne bevuto il contenuto.
-Non più di tre gocce - aggiunge.
Quando mi arriva in mani noto che c'è qualcosa di simile a un contagocce in cima.
Faccio come mi ha detto.
-Cosa abbiamo bevuto Remus? - chiede Frank.
-Felix Felicis- rivela lui.
La pozione della fortuna, non so dove se la sia procurata, ma è stato un vero colpo di genio.
Sto per baciare Remus, ma prima che possa farlo ordina: -Evochiamo i Patroni! Dobbiamo liberarci di questa nebbia!
Intorno a noi si iniziano a vedere le sagome nere dei Dissennatori, e il gelo si sta facendo più intenso.
Ma adesso non ha più importanza.
Mi concentro con forza sul viso di Dorcas e dei Malandrini, poi gridiamo in coro: -Expecto Patronus!!
Un lupo, un grosso cane simile ad un orso e quelle che sembrano due antilopi, un maschio e una femmina, si lanciano contro il muro di nebbia.
Il calore raggiunge il mio corpo e la nebbia si dirada.

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