Capitolo 25: Sirius

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-Stupeficium!
Schianto l'ennesimo fanatico con un preciso incantesimo, colpendolo in pieno petto.
Questi sono troppo deboli per essere Mangiamorte, quando Dedalus ha dato fuoco al magazzino con un'autentica cascata di fiamme, sono accorsi da tutte le parti questi maghi da quattro soldi.
Ho seri dubbi che sappiano usare anche un semplice sortilegio scudo.
Io e Benjy, con il viso nascosto dalle maschere di Emmeline, ne avremo già abbattuti una trentina.
Dedalus invece sta scagliando contro di loro un incantesimo a me ignoto: scaglia dalla bacchetta delle sfere azzurre non più grandi di una palla da biliardo, ma che hanno una forza esplosiva notevole, non a caso è lui l'esperto di pirotecnica nell'Ordine.
Ma quanto diavolo ci mette Remus?
-Sirius!!
Evito per un pelo un lampo di luce viola arrivato dalla mia destra.
Vorrei dire a Benjy che non è il caso che gridi il mio nome ai quattro venti, non esistono molti Sirius nel mondo.
E poi ringraziarlo per avermi salvato la pelle.
-Incarceramus! -grido, imprigionando il mio aggressore.
Troppo facile.
Quando siamo arrivati però, sono quasi sicuro di aver visto una maschera da teschio e il mantello tipico della cerchia di Voldemort: uno dei fanatici d'èlite come Gallowey e Bellatrix, ci scommetto.
Ma è sparito subito.
Mi chiedo dove diavolo sia finito, spero solo che Remus ed Edgar non debbano affrontarlo in duello.
Ho visto di persona gli Inferi di Gallowey, le maledizioni della mia adorata cuginetta e anche la nuova specialità di Mulciber, e non oso immaginare quale sia l'asso nella manica di questo...
-Fennick!
Una voce sconosciuta attira subito la mia attenzione, non tanto il suono, quanto quello che ha detto: il cognome di Benjy.
Cerco la fonte, che proviene probabilmente da un punto in ombra, perché tutti i nostri nemici che riesco a vedere al momento sono a terra.
-Chi è? -chiede il mio compagno con una leggera nota di panico nella voce.
L'identità dei membri è sconosciuta a tutti coloro che sono esterni all'Ordine, se i Mangiamorte scoprissero i nostri nomi, faremmo tutti la fine di Marlene.
-Sei proprio tu...
Una persona con la maschera da teschio compare davanti a noi: un incantesimo di disillusione incredibilmente efficace.
Anche da lontano si capisce che Benjy è molto teso, la sua identità è stata scoperta, come se non bastasse da un Mangiamorte, uno di quelli veri.
-Chi sei? -chiede Dedalus che nel frattempo si è avvicinato al Mangiamorte, con la bacchetta puntata contro di lui.
Ma poi sento qualcosa di quasi impercettibile, ma che il mio cervello ha già registrato una volta, e il mio inconscio adesso mi sta dicendo "pericolo immediato".
Un sibilo.
-Dannazione! Incendio! -grido.
Una fiammata fuoriesce dalla mia bacchetta e illumina un enorme, fottuto serpente.
Per fortuna Dedalus fa in tempo a smaterializzarsi prima che il rettile sferri il suo attacco.
L'ho già vista all'opera una volta: in un ricordo che Ramirez aveva mostrato a me e ai Malandrini nel Pensatoio, quando quel bestione aveva quasi staccato un braccio a uno dei compagni del mio ex professore di difesa, che poi era stato eliminato da Voldemort insieme a tutta la sua squadra.
Solo Ramirez si era salvato.
Dedalus si materializza al mio fianco.
-Che diavolo è quello?! -strilla spaventato.
Il serpente tira su la testa e tira fuori la lingua biforcuta, mentre il Mangiamorte ridacchia dietro la maschera.
-È il serpente di Voldemort- rispondo.
L'uomo smette immediatamente di sghignazzare e trattiene rumorosamente il fiato.
Adoro pronunciare il nome di Voldemort davanti ai suoi seguaci,  hanno sempre reazioni divertenti.
-Non osare pronunciare il nome dell'Oscuro Signore con la tua sudicia bocca, lurido mezzosangue!- ringhia.
-Ma davvero? E cosa dovrebbe succedere quando lo pronuncio? Arriva Voldemort in persona e mi trascina con sé nella sua tana?  -chiedo pesantemente sarcastico.
In quel preciso istante si sente un fracasso incredibile, e tutto il porto inizia letteralmente a tremare, come se una nave si fosse scontrata contro la banchina.
La mia mente vola immediatamente da Remus, la direzione da cui proviene il rumore è anche quella dove si trova il nostro vero obbiettivo.
E non è decisamente da Remus fa saltare in aria metà dei magazzini per recuperare una scatola.
Quella è più una mossa da James, o da me.
Intanto anche il Mangiamorte si è girato in quella direzione e grida: -Sbarazzatevi di loro!
Poi sparisce in una nuvola di fumo nero insieme al serpente.
Non faccio in tempo neanche a chiedermi dove diavolo sia andato che compaiono da ogni lato altri maghi che inizia a scagliare anatemi a destra e a manca.
-Questi qui sono più numerosi delle pulci tra la pelliccia di un cane randagio- borbotto.
E purtroppo io non faccio eccezione quando mi trasformo.

Pochi minuti dopo ovunque i corpi schiantati o morti dei seguaci di Voldemort sono sparsi ovunque tutto intorno.
-Non erano molto forti- commenta giustamente Dedalus.
-Questi erano semplicemente carne da macello, probabilmente li hanno pescati sul pavimento di un bar o in qualche altra fogna, non sono nemmeno in grado di fare un incanto scudo decente- rispondo, con il ricordo del potere di Gallowey e di Bellatrix molto bene impresso nella mente.
-È vero l'unico Mangiamorte era quello che se ne è andato con il serpente- dice Benjy, guardandosi intorno.
-Andiamo ora, scommetto che Remus ed Edgar sono già al punto di ritrovo- conclude Dedalus.
Da lontano si sente già il suono acuto delle sirene della...come si chiama?
Polifia o qualcosa del genere.
E sicuramente gli Auror sono già qui.
Ed è meglio non farsi trovare nemmeno da loro.

Troviamo Remus ed Edgar appoggiati contro il muro di mattoni dietro all'ospedale che avevamo scelto cone punto di ritrovo dopo la missione.
Sembrano quasi illesi, anche se con qualche ammaccatura, come la fasciatura sulla fronte dell'ex Corvonero.
-Ce la siamo cavata anche stavolta sembra- commento con un sorriso.
-Già, siamo duri a morire- replica Remus.
Intanto Dedalus e Benjy si sincerano delle condizioni di Edgar, che sembra si sia procurato la sua ferita combattendo contro l'unico dei Mangiamorte presenti.
-Quindi è filato tutto liscio? - chiedo.
-Sì, ho recuperato la scatola...ma non so ancora cosa ci sia dentro- mi anticipa Remus mentre apro la bocca per fare la domanda.
-Credo sia meglio aprirla in un posto sicuro e con più persone possibili, potrebbe esserci una creatura pericolosa o peggio- interviene Edgar.
Il mio amico si toglie lo zaino dalla spalla e me lo mette in mano, lo fisso interrogativo.
-Sirius, ragazzi, io devo sparire per un po' di tempo- annuncia senza preamboli.
La nuova notizia mi spiazza del tutto, che diavolo vuole fare? Prendersi una vacanza? Adesso? Ma conosco molto bene Remus, lui non fugge mai, a meno che...
-Come mai Remus? -chiede cautamente Dedalus.
-Avery. Ha scoperto la mia identità ed è riuscito a fuggire, normalmente non me ne andrei, ma a questo punto a rischiare sarebbero tutti quelli che conosco- dice lanciandomi uno sguardo pieno di mille parole.
Ma intanto gli sguardi di tutti si sono spostati su Benjy che mi sembra decisamente teso, ma ha un'espressione determinata negli occhi.
-Anche a me è successa la stessa cosa, infatti penso che mi nasconderò qui a Liverpool, magari trova qualche informazione utile, i seguaci di Voldemort saranno in fermento dopo il furto, serve che qualcuno rimanga- si offre Benjy.
-Sei sicuro? Forse sarebbe meglio se andassi all'estero per un po'- tenta Remus.
-Sono sicuro, stai tranquillo, non mi troveranno facilmente, e poi qui è l'ultimo posto dove mi cercherebbero-risponde lui.
Ci abbraccia uno ad uno, poi si smaterializza. Questo saluto mi sa molto di...addio.
-Bene, a questo punto conviene che ci separiamo: Sirius e Remus portate al quartier generale quella cassa. Io e Dedalus torniamo al Red Lion - propone Edgar.
Annuiamo tutti e tre.
-A presto ragazzi- ci saluta Dedalus.
-Arrivederci amico mio, stammi bene- dico.
Edgar ci saluta con un  secco cenno del capo e sparisce insieme a Dedalus.
Va bene che stiamo dalla stessa parte, ma questo tipo è proprio il tipico Corvonero noioso e rompiscatole, ora ho capito perché Remus era stato smistato a Grifondoro...
-Moony, sei sicuro che non vuoi rimanere a casa mia? -chiedo, sistemando meglio lo zaino sulla spalla.
-Stai tranquillo Pad, ho alcune cose che da fare, ci rivedremo presto- risponde lui pacato come sempre.
-Allora ci vediamo presto Moony- mi arrendo.
Lui improvvisamente scoppia a ridere, cogliendomi totalmente alla sprovvista.
-Che c'è da ridere? -chiedo perplesso.
-La tua faccia Pad, sembra che tu mi stia facendo il funerale, tornerò sano e salvo, parola di Malandrino.
E detto questo si smaterializza.
Rimango qualche secondo in silenzio, poi alzo le spalle e mi dico: -In fondo ne ha affrontate di tutti i colori, sa come non farsi trovare.
Tiro fuori la bacchetta e mi concentro, poi sento uno strattone: sono già in viaggio verso la Tana.

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