Prologo

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Finalmente era finita.

Restai a fissare la folla di volti a me noti, mentre uscivano dalla chiesa per seguire la bara in mogano che veniva portata via, sentendomi sempre più estraniata dalla realtà. Li guardai allontanarsi senza mai muovermi, fino a che alcuni amici non mi chiesero, incerti, di poter proseguire insieme.

Ma io non ero ancora pronta per questo.

Non ero pronta a dire "addio" a mio padre.

Non riuscivo ancora a credere a ciò che stava accadendo. Fino a pochi giorni prima avevo una vita felice e serena, mentre ora mi ritrovavo all'improvviso ad essere un'orfana a malapena maggiorenne. Tutto a causa di quell'orribile incidente, di cui ricordavo molto poco: una macchina troppo veloce sulla corsia opposta, il rumore delle ruote che scivolavano sull'asfalto bagnato, il dolore dell'urto e poi... il buio. Ad aspettarmi, al mio risveglio in ospedale, la terribile notizia della morte di mio padre; il mio unico genitore ancora in vita.

Adesso ero sola.

Alcuni parenti mi avevano proposto di andare a vivere da loro, ma sapevo che sarebbe stato un fardello per loro e anche per me, che per indole non volevo pesare sugli altri. Né tantomeno volevo la compassione di nessuno.

Feci un lungo respiro e trovai la forza di proseguire fino alla fine del rito senza crollare. Poi, siccome amici e parenti erano troppo preoccupati per lasciarmi sola, tornai a casa in loro compagnia. Riuscii a restare per conto mio solo quando mi chiusi alle spalle il cancello in ferro battuto del mio giardino, dopo molta insistenza affinché nessun altro restasse con me.

Li guardai allontanarsi attraverso la siepe e poi percorsi a passi lenti il vialetto in pietra, che in quei giorni si era riempito di terriccio e foglie. Ormai nessuno, al di fuori di me, si sarebbe più preso cura di quella casa, nessuno sarebbe più stato lì ad aspettare il mio rientro da scuola o a condividere con me preoccupazioni, pensieri e... affetto. Non avrei mai potuto abituarmi a tutto questo.

Erano già passati quattro giorni da quando mio padre non c'era più, ma ne avevo dovuti trascorrere più della metà in osservazione in ospedale. Ero uscita da quella tragedia con solo dei tagli alle braccia e qualche grosso livido, fin troppo bene per la gravità dell'incidente. Dopodiché, la confusione per i fatti avvenuti, l'organizzazione del funerale e le visite dei conoscenti non mi avevano dato il tempo di riflettere su quella che sarebbe stata la mia nuova vita senza mio padre. Almeno fino a quel momento.

Varcando l'uscio di casa, evitai di lasciar cadere lo sguardo alla mia destra, dove la camera di mio padre era visibile fin dall'ingresso. Proseguii verso la sala da pranzo, con il suo tavolo tondo e scuro che spiccava al centro della stanza, lo superai e mi rannicchiai sul divano. Cosa potevo fare per non farmi rapire da quella solitudine e da quel silenzio?

Mi lasciai andare ad un sospiro sconsolato. Il mio quartiere era composto da tante piccole villette con giardino, e dalla mia camera si poteva vedere l'unica casa abitata accanto alla mia. D'istinto andai alla finestra e guardai in quella direzione, ma le persiane erano tutte chiuse. Lui non c'era.

Ovvio che non c'era. Quel ragazzo premuroso che da qualche anno era il mio vicino di casa viaggiava continuamente per lavoro. Quando era in città era il mio punto di riferimento, la seconda persona dopo mio padre a cui ero legata, ma in quel periodo era all'estero e non sapevo quando sarebbe tornato.

La sensazione di abbandono crebbe a un punto tale che mi ritrovai in camera di mio padre senza nemmeno accorgermene. Lì tutto era in ordine: le tende tirate, il letto fatto, la scrivania piena di documenti di lavoro perfettamente suddivisi. Mi sentii morire.

Credevo che da quel momento sarebbe andata sempre peggio. Invece, per fortuna, mi sbagliavo di grosso.

*****Angolo autrice*****
Tranquilli, la parte straziante è finita =D. 
Amo questa storia... anche se l'ho scritta tanto tempo fa, senza nemmeno immaginare che un giorno avrei potuto pubblicarla,  ora che sono qui mi auguro davvero che possa piacere anche a voi e che vi aiuti ad evadere per qualche ora dalla vita reale. Lasciate un segno del vostro passaggio, mi raccomando! Mi farebbe davvero piacere sapere che ci siete. E non preoccupatevi se ogni tanto negli angoli autrice parlo di "trilogia": questo libro è autoconclusivo :).

Grazie di essere qui ^^ a presto!

My Own AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora