La sua ragazza.
La ragazza che Abel aveva amato e che aveva lasciato poco prima di venire qui. Possibile che proprio lei, ora, fosse così vicina a noi? Non mi stupiva che il mio angelo avesse sentito il bisogno di stare da solo.
«Il fatto è che non sono sicuro di aver visto bene» iniziò a spiegarmi. «So che anche lei è in questo mondo, dato che aveva iniziato a percepire il dolore del suo protetto appena prima della mia partenza, però sarebbe una strana coincidenza se fosse arrivata proprio in questa città. Per questo credo di sbagliarmi».
«Se è così... forse dovresti cercarla ancora un po', prima di arrenderti» mi costrinsi a consigliargli.
Mi sentivo incerta. Speravo per lui che la trovasse, ma ero anche più preoccupata che mai di perdere il nostro attuale rapporto.
Abel la pensava in tutt'altra maniera. «Non ne avrei motivo. Ci siamo lasciati e l'ho fatta soffrire, dovrei lasciarla in pace».
«Eppure vorresti incontrarla, non è vero?». Si capiva dall'espressione nostalgica con cui ancora guardava il vuoto.
«Già, se è qui vorrei vederla. Ma se era davvero lei e vuole rivedermi, di sicuro troverà un modo. Altrimenti non mi resta che rispettare la sua decisione».
Sospirai, sentendomi totalmente impotente. «Lei come si chiama?».
«Azaly». Pronunciò il suo nome con molta nostalgia.
Annuii in silenzio. La scelta era sua e l'avrei rispettata in ogni caso, mi augurai solo che non continuasse a sentirsi così giù a causa sua. E stavo anche per peggiorare le cose, perché dato che questa storia si sarebbe protratta a lungo, non potevo attendere che si risolvesse per parlargli della proposta di Chris. Dovevo farlo ora.
Feci un respiro di preparazione e cominciai. «Ehm, Abel... so che non è il momento migliore, ma devo parlarti».
Mi rivolse immediatamente la sua attenzione. «Certo. Cos'è successo?».
«Oggi Chris mi ha proposto una cosa».
All'improvviso non fui più così sicura di quello che stavo facendo. Forse avrei dovuto semplicemente rifiutare l'offerta senza dare ad Abel un'altra preoccupazione, ma ormai era tardi per tirarmi indietro.
«Mi ha chiesto di andare a vivere da lui» continuai con voce meno ferma.
Non mi rispose. Si limitò a fissarmi, immobile, senza mostrare alcuna emozione. Io, invece, mi sentivo sempre più in ansia.
«Tu che ne pensi?» continuai.
Mi rispose con un tono fin troppo pacato. «Dipende. Se credi che per te sia la cosa migliore, allora è una buona opportunità».
Mi stupì. Perché era così tranquillo? Credevo che si sarebbe opposto, e invece... possibile che non gli importasse nulla di cosa sarebbe accaduto al nostro rapporto?
«Davvero non hai nessuna opinione? Se andassi a vivere da lui non potremmo più stare insieme come ora!».
«Cosa ti aspetti che dica? Pensi davvero che non mi importi?». Il suo sguardo sembrava rimproverarmi. «Ma se questo è ciò che desideri, non ti chiederò di fare diversamente per me».
Dovetti incassare il colpo in silenzio. Ma certo, la sua non era indifferenza, stava solo cercando di non influenzarmi. E invece di apprezzare il suo altruismo... io lo stavo accusando.
«Scusami, hai ragione. Capisco che può sembrarti insensato che io vada a stare da lui» tentai di spiegarmi, «è solo che continuando a vivere da sola potrei scontrarmi con una miriade di questioni che non so gestire e...».

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My Own Angel
FantasyLa giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...