Il tempo si fermò. O almeno la concezione che ne avevo.
Abel non sarebbe tornato mai più, non riuscivo a crederci.
La prima cosa di cui mi resi conto era che Chris era accanto a me, a scuotermi le spalle, pieno di ansia. Eppure prima non c'era... per quanto tempo ero stata in quello stato di semi incoscienza? Mentre io mi ero come spenta, Abel stava soffrendo da solo, in quel mondo che qualcuno aveva avuto il coraggio di chiamare "paradiso".
«Accidenti, parlami! Sarah!».
«Chris?» sussurrai appena.
Si calmò non appena gli risposi, così come Azaly, che era in ginocchio accanto a me. Aveva gli occhi rossi e gonfi, doveva aver pianto molto.
«Ci hai fatti spaventare, saranno almeno due ore che cerco di farti reagire». La voce le tremava ancora.
«Scusatemi».
«Quando non vi ho visti a scuola mi sono preoccupato» mi spiegò Chris, che aveva compreso la mia confusione. «Così sono uscito prima e sono venuto a cercarvi. Purtroppo i miei sospetti erano fondati».
Azaly mi abbracciò, mentre io mi sentivo ancora incapace di reagire. «Non lasciarti andare, Sarah, pensa che lo stai facendo per lui. In questo modo, quando tornerò nel mio mondo, potrò dirgli che ti stai riprendendo e che non deve preoccuparsi per te».
Aveva ragione, potevo ancora fare questo per Abel. Ce l'avrei messa tutta per non farlo preoccupare per me.
Mi misi in piedi, decisa a mostrare ad Azaly un'immagine positiva da raccontare ad Abel, ed entrai in casa con loro. Mi raggomitolai sul divano che dividevo sempre con lui, chiusi gli occhi e restai immobile, cercando di accettare una realtà che mi sembrava sempre più sfocata.
Chris e Azaly mi restarono accanto a lungo, poi Chris fu costretto ad andare via per degli impegni e Azaly decise di rimanere insieme a me. Quando mi ritrovai sola con lei, pensai che forse avrei dovuto sentirmi in imbarazzo, che non ci era mai capitato di restare sole se non per parlare di argomenti che ci premevano, eppure mi sentivo stranamente a mio agio. Beh, di cosa mi stupivo? Lei era nata per essere il mio angelo e viceversa, almeno geneticamente.
«Grazie di essere qui, Azaly. Con te accanto mi sento meglio. E grazie... per tutto ciò che hai fatto per noi oggi».
«Non hai bisogno di ringraziarmi. Anzi, vorrei poter fare di più».
«Hai già fatto moltissimo, credimi. Sai? E' come se non mi rendessi conto di quello che sta succedendo. Una parte di me ancora non capisce che lui non tornerà mai più, eppure so cos'è accaduto, mi rendo conto di molte più cose di quante vorrei, solo che non riesco a sentirle come reali».
Azaly avvicinò il viso al mio, con una confidenza che non mi aveva mai mostrato prima di allora. «E' meglio così. Te ne renderai conto poco a poco».
«E' successo anche a te, quando Uriel è andato via dal tuo mondo?» immaginai, dato che ne aveva parlato come se avesse vissuto la stessa situazione. Con una stretta al cuore, pensai che se lo avessi chiamato "David" sarebbe stato lo stesso. E che non avrei mai più rivisto nemmeno lui...
«Sì, credo di sì» mi confermò Azaly. Avevamo più cose in comune di quanto credessi.
Mi resi conto che, effettivamente, lei sarebbe stata perfetta come mio angelo: era l'esatto modello da seguire per diventare come avevo sempre desiderato essere, ma ormai avevo condiviso troppo con Abel, per cambiare idea. Lui era il mio angelo, e nessun altro.
Azaly, invece, sembrava aver preso in carico due protetti. Se pensavo a quanto aveva fatto per aiutarmi...
«Dicevi davvero prima, quando hai chiesto di occuparti di me?».

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My Own Angel
FantasíaLa giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...