Una volta rimasti soli, David sembrò essere tornato il ragazzo gentile di sempre, ma stavolta non potevo fingere che fosse tutto a posto. Mentre entravamo nel soggiorno ci scambiammo qualche frase di cortesia e le reciproche scuse per la scena di quel pomeriggio, dopodiché feci un bel respiro e mi costrinsi a parlare. Avevo già pensato a cosa dire.
«David, devo di chiederti una cosa. Abel non ha nulla a che fare con te, perciò non capisco, perché sei così contrariato dalla nostra storia? C'è qualcosa che... vuoi chiarire riguardo a lui?» provai a incoraggiarlo, augurandomi di riuscire a giustificare qualunque strano comportamento avesse notato.
Il mio vicino andò a sedersi sul divano, indicandomi di fare lo stesso con quell'aria tranquilla che ormai mi creava solo confusione... E se mi fossi sbagliata? Se fosse stata tutta una mia impressione, che cosa avrebbe pensato di me?
Si voltò a guardarmi, mentre io mi ero seduta un po' a distanza. Era molto serio.
«Tu non sei felice con lui».
«Come? Ti sbagli». Questo non era assolutamente vero.
«Non sbaglio, ti conosco e vedo benissimo quanto sei spaventata. Se Abel ti fa questo effetto non può essere la persona giusta per te, dovresti lasciarlo perdere finché sei in tempo». Pronunciò queste parole con un'intensità quasi ipnotica, che mi lasciò ammutolita. «Ho ragione, vero? Parlami, Sarah, ti prego! Sto cercando di aiutarti!».
I suoi occhi, in quel momento, erano pieni di preoccupazione nei miei confronti. Se aveva qualcosa da nascondere era davvero bravo, era appena riuscito a riconquistare la mia fiducia.
«Hai ragione» mi arresi a testa bassa. «E' vero, sono spaventata, ma non per colpa sua. Devi credermi, David, insieme siamo felici! Quello che mi spaventa è che presto lo perderò, dovrà andarsene da qui e io... io non potrò fare assolutamente nulla per impedirlo».
Trattenni le lacrime a stento. In qualche modo Abel e Azaly erano riusciti a farmi entrare in testa quella consapevolezza, anche senza che riuscissi ad accettarla.
David mi guardò con un misto di stupore e preoccupazione, poi mi venne accanto e, contro ogni aspettativa, mi avvolse tra le sue braccia con un gesto impulsivo di cui un tempo non lo avrei mai creduto capace. Non provai nulla, ma apprezzai il suo tentativo di starmi vicino.
«E' la stessa cosa, Sarah. Se lo perderai in ogni caso, allora allontanarti subito è il male minore. Se ci proverai ti prometto che ti starò vicino fino a che ne avrai bisogno. Anche se ora ti sembra impossibile, in questo modo ti riprenderai e potrai essere felice anche senza di lui. Pensaci seriamente, ti prego». Mi sembrava di sentir parlare Azaly...
Il suo abbraccio si fece più forte e io mi sentii travolgere da emozioni contrastanti. Paura, perché David mi sembrava fin troppo consapevole della mia vera situazione, sicurezza per la familiarità della sua presenza accanto a me e infine sollievo, perché qualunque cosa gli fosse accaduta negli ultimi mesi, restava il ragazzo gentile e protettivo per il quale avevo sempre provato tanto affetto.
Ma tutto questo, purtroppo, non cambiava nulla.
«Non posso farlo» dovetti ammettere, malgrado tutto.
«Sì che puoi. Devi».
«Ma perché insisti in questo modo?».
«Perché sto cercando di proteggerti, Sarah! Cosa devo fare per convincerti ad ascoltarmi?».
Parlava lentamente, ma stava alzando la voce. Le sue mani ora stringevano con forza le mie spalle, tenendomi attaccata allo schienale del divano. Non l'avevo mai visto in quello stato...
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My Own Angel
FantasyLa giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...