11 - Vacanze di Natale

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Chris non fu affatto contento dell'interruzione di Abel. Si allontanò da me di qualche passo, salutò il mio angelo con tono scocciato non appena si fu avvicinato e se ne andò nel giro di pochi altri secondi.

E io mi guardai bene dal fermarlo.

Entrai in casa insieme ad Abel con una strana agitazione addosso, che il mio angelo accrebbe senza nemmeno farci caso.

«...Per fortuna vi ho interrotti in tempo» commentò non appena varcammo l'ingresso. «Spero che non abbia fatto nulla di inopportuno mentre eravate via».

Mi bloccai. «Aspetta, di che parli?». Interrotto cosa?

Invece di rispondere, Abel restò a guardarmi con occhi sgranati. «Non dirmi che non te ne sei accorta... pensi forse che ti avrebbe lasciata andare senza fare nulla?».

«E' proprio quello che stava facendo» mi difesi.

«Non puoi dire davvero! Chris stava per baciarti, era palese!».

Per un attimo non riuscii a capacitarmi delle sue parole. Stavo davvero parlando di... baci con Abel?

«Smettila con questa storia. Non è successo nulla, come dicevo io. E comunque gli ho parlato di David, quindi ora sa di non interessarmi» provai a chiudere la questione. Mi sentivo il viso in fiamme dall'imbarazzo.

«Dubito che basterà a farlo desistere».

Lo sentii sospirare, anche se già non lo guardavo più. Mi rendevo conto che da parte mia era immaturo non voler ascoltare le sue raccomandazioni, ma non me la sentivo proprio di fasciarmi la testa prima di essermela rotta.

«Ti chiedo solo di fare attenzione, ok? Ti conosco, se Chris farà una cosa del genere tu ci starai molto male» riprese dopo qualche secondo.

Sembrava così preoccupato che non riuscii a negarglielo, così smettemmo finalmente di discuterne e Abel entrò nella sua stanza, davanti alla quale ci eravamo fermati a parlare. Lì, con un gesto quasi inconsapevole, mi fece capire che non voleva che mi allontanassi. Lo guardai abbandonarsi sul grande letto con movimenti stanchi e solo allora mi resi conto di quanto era stato in pensiero per me quel giorno.

«Avete deciso di uscire di nuovo?» continuò a voce più bassa.

Si stava abbandonando di traverso sul piumone, con le ali distese e il viso quasi immerso nel cuscino.

Andai a sedermi sul bordo del letto. «In realtà pensavamo di organizzare dei pomeriggi di studio con i nostri compagni» lo rassicurai.

«Ottimo». Finalmente lo vidi sorridere di nuovo. «Siete stati bene oggi?».

Si voltò verso di me, con la testa appoggiata sulla morbida ala e gli occhi verdi semichiusi. La sua presenza rassicurante mi era mancata più di quanto credevo.

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