44 - Legàmi

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Mi svegliai in preda agli incubi, sentendomi come paralizzata dalla consapevolezza di ciò che era accaduto appena ventiquattro ore prima. Non provai nemmeno ad alzarmi dal letto, non mi importava di fare nulla. Volevo solo Abel accanto a me, volevo la sua voce calda a darmi il buongiorno, le sue mani ad accarezzarmi e il suo sguardo a darmi una ragione per cui vivere.

Ma non ci sarebbe stato mai più nulla di tutto ciò... Io ormai ero sola, e lui era bloccato nel suo mondo, senza nemmeno Azaly, con il suo migliore amico ormai schierato contro di lui.

Mi coprii la testa col cuscino e mi lasciai andare a un pianto sfrenato, che avevo represso troppo a lungo.

Azaly mi raggiunse e stette con me per tutta la mattina, dopo aver letteralmente costretto Chris, che era venuto con lei per controllare le mie condizioni, ad andare a scuola. Fu una mattina straziante e silenziosa, durante la quale anche lei sembrò iniziare a crollare sotto il peso degli eventi, ma ci aiutammo a vicenda: le proposi di passare la mattina in giardino in modo che si sentisse meglio, e lei a pranzo cucinò per me. Impiegai molto tempo per mandare giù quei pochi bocconi, ma dopo mi sentii un po' meglio, e Azaly riuscì a convincermi ad andare a prendere Chris con lei. Non mi andava affatto, ma sapevo che lo diceva per il mio bene e sapevo anche che, se faceva tutto così in fretta, era perché non le restava più molto tempo da passare con noi.

Accompagnarla si rivelò una buona idea, perché insieme a Chris trovai il mio gruppo al completo. Tutti si preoccuparono per le mie condizioni - che giustificai con un'influenza - e, vedendoli preoccupati per me, mi sentii grata ad ognuno di loro perché mi stavano dimostrando che non ero sola come pensavo. Abel aveva ragione, Azaly sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare.

Nonostante la scusa che avevo inventato, Diane e Melanie si preoccuparono molto per il mio stato e insisterono per restare con me dopo la scuola. Mi proposero una passeggiata al parco, che accettai di buon grado soprattutto per permettere ad Azaly e Chris di andare via tranquilli.

Per tutto il tempo lasciai che fossero le mie amiche a parlare e tentai di sorridere ai loro racconti, ma in qualche modo entrambe capirono che qualcosa non andava. Inutile a dirsi, Diane iniziò subito con le domande, ma io riuscii a malapena a fargli il nome di Abel e a dirgli che non volevo parlarne, che subito gli occhi mi si riempirono di lacrime. Le mie amiche rispettarono la mia decisione e si limitarono ad abbracciarmi, trasmettendomi in questo modo l'affetto di cui in quel momento avevo tanto bisogno. Non mi ero mai accorta di quanto fosse forte il legame che avevamo costruito in quei mesi.

*

Le salutai davanti al cancello di casa mia, e poi, invece di entrare, camminai per inerzia fino al viale alberato, per sedermi sulla stessa panchina che avevo condiviso con Abel solo pochi giorni prima. Davanti a quella bellissima vista ricordai i momenti passati insieme a lui, trovandomi a ripercorrerli nella mia mente fino ad estraniarmi completamente dalla realtà. Passai delle intere ore ferma lì, fino a che Chris non mi chiamò al cellulare, preoccupato perché era davanti casa mia e non rispondevo al citofono.

Tornai indietro subito, ancora determinata ad apparire forte davanti ad Azaly. Per fortuna, almeno, questa volta non mi avrebbero trovata con gli occhi gonfi di pianto.

Vollero entrare in casa con me e non mi lasciarono sola fino a che non mi videro mangiare qualcosa. Poi, poco prima di andarsene, Azaly mi pregò di tornare a frequentare le lezioni. Non che mi sentissi pronta a riprendere la mia vita, ma sapevo di potermi fidare delle sue decisioni, per cui accettai.

Se ne andarono al tramonto. Li osservai allontanarsi insieme e poi mi rintanai nel letto di Abel con l'intenzione di passare la notte lì, in cerca del suo odore tra le lenzuola che iniziava già a svanire. Passai la nottata a tentare di dormire, mentre invece riuscivo solo a pensare a cosa stava facendo il quel momento lui, da solo nel suo mondo. Avrei fatto qualunque cosa per poter alleviare la sua sofferenza anche solo di poco...

My Own AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora