Dal giorno della strana reazione di Abel in giardino iniziai a sentirmi a disagio ogni volta che lui ed io eravamo vicini, e a nulla valsero le sue ripetute rassicurazioni al riguardo.
Così, senza quasi rendermene conto, iniziai a trascorrere tutti i pomeriggi sui libri fino a tardi pur di non ritrovarmi da sola con lui troppo a lungo, perdendo tempo con qualunque sciocchezza o distrazione.
Per i primi giorni sembrò andare bene: Abel chiacchierava volentieri con me in quel poco tempo rimasto a disposizione come se non fosse mai accaduto nulla, ma col passare dei giorni qualcosa cambiò anche nel suo atteggiamento. Divenne sempre più distaccato... e ben presto iniziai a soffrirne.
Trascorsero intere giornate di silenzi, durante i quali, pur di non soffrire per il nostro rapporto alla deriva, mi concentrai su qualunque altra questione che potesse distrarmi.
Ad esempio, in quel periodo stavo seguendo le vicende della mia timida amica alle prese con la sua cotta per Chris, di cui ormai parlavamo abbastanza di frequente. Ultimamente sembrava che il loro legame non fosse più a senso unico, per cui iniziai a incuriosirmi su cosa provasse realmente il mio amico per lei.
Una mattina, durante la ricreazione, un professore chiese a Chris e me di portare del materiale in una classe al piano terra; restando da sola con lui non riuscii a trattenere la curiosità. In fondo non ero del tutto estranea alla questione, visti i precedenti.
Attesi di essere fuori dalla classe per prendere il discorso.
«Chris, ehm... ho notato che ultimamente tu e Melanie andate molto d'accordo» tentai con finta noncuranza. «Mi chiedevo... ehm, quanto andate d'accordo?».
Il mio compagno rallentò l'andatura per guardarmi con aria sospettosa. «Che vuoi dire? Lo vedi anche tu quanto».
«Non fraintendermi, non voglio farmi gli affari tuoi, ma... ecco, mi chiedevo se per caso tra di voi stesse nascendo qualcosa». Per poco non lasciai cadere le scatole che avevo tra le braccia a causa del mio gesticolare nervoso.
Chris non si scompose, nonostante il suo evidente imbarazzo. «Immagino che sarebbero anche affari tuoi, dato che questo influenzerebbe ciò che provo per te. Comunque tra me e lei non c'è nulla, almeno per ora».
Almeno per ora? Ok, adesso ero decisamente curiosa. «Ti andrebbe di parlarne?».
Non ne era entusiasta, ma accettò. Consegnammo il materiale e ci dirigemmo insieme in giardino per discutere. Ai lati del viale principale si aprivano diverse viuzze che collegavano l'entrata col giardino nel retro del liceo; Chris prese una strada a caso e si andò a sedere su un muretto isolato che ci avrebbe permesso di parlare indisturbati.
«Per capire il motivo per cui mi sto legando a lei dovresti conoscere la storia della mia famiglia» ammise, grattandosi la nuca con un po' di imbarazzo. «Hai voglia di perdere così la ricreazione?».
Annuii con convinzione. In effetti non sapevo molto del suo passato e mi ero sempre chiesta cosa avesse portato il mio amico ad allontanarsi da entrambi i genitori.
«Va bene». Si preparò con un lungo sospiro, mettendo le mani in tasca come a fingere indifferenza. «Quando ero molto piccolo la mia famiglia era molto unita. C'eravamo io, mio fratello Jeremy di quattro anni più grande di me, mio padre e mia madre. I problemi iniziarono quando io avevo circa dieci anni: mia madre è sempre stata una persona che si innervosiva facilmente, ma in quel periodo qualcosa in lei cambiò e iniziò ad esplodere sempre più spesso, anche per delle sciocchezze. Mio padre non c'era mai perché era impegnato in un importante progetto di ricerca, perciò lei si sfogava con mio fratello e me, alzando le mani e parlandoci male di nostro padre». Man mano che andava avanti, la sua voce prendeva una sfumatura sempre più malinconica... «"Non fidatevi di lui, è cattivo" oppure "Sta facendo tutto questo perché ci vuole male". Siamo cresciuti con queste idee, e nel frattempo gli scatti d'ira di mia madre sono diventati insostenibili. Poi, un giorno, lei decise improvvisamente di tornare al suo paese natale. Avrò avuto dodici anni se non di meno, non mi ricordo molto... Mio padre non avrebbe mai voluto lasciarci in balia dei suoi attacchi d'ira, ma non poté che accettare la separazione e mia madre riuscì a ottenere l'affidamento».
STAI LEGGENDO
My Own Angel
FantasyLa giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...