28 - Equilibrio precario

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Salutai Azaly dopo pochi altri minuti, rassicurandola sul fatto che Abel sarebbe tornato il giorno scolastico successivo, ovvero lunedì. Poi andai da sola fino al cancello di entrata, dove trovai Chris, fermo al lato del cancello da solo. Doveva essere rimasto lì ad aspettare che Azaly ed io finissimo di chiarirci... era gentile da parte sua.

Gli passai davanti e lo salutai con un sorriso incerto; lui non cercò di trattenermi ed io apprezzai il suo gesto e la sua delicatezza. Ora che sapevo che entrambi non erano arrabbiati con Abel e me, mi sentivo molto meglio.

Quando arrivai a casa raccontai tutto al mio angelo e scoprii che lui non era affatto sorpreso dalla reazione di Azaly, anche se questo non bastava a farlo stare meglio. Evidentemente, la conosceva così bene che ormai prevedeva tutto di lei, a differenza di me. Non potevo stupirmene...

Durante il week end ritrovai finalmente la concentrazione per lo studio e le piacevoli chiacchierate con il mio angelo, così la mattina in cui Abel sarebbe tornato a scuola arrivò piuttosto in fretta.

Quando arrivammo all'ingresso di scuola, Azaly non c'era ancora. Abel era teso, così decisi di attendere la sua ex insieme a lui sulla solita panchina in pietra per non lasciarlo solo. I nostri amici arrivarono dopo tre o quattro lunghissimi minuti; ci videro e ci raggiunsero subito, creando inevitabilmente un'atmosfera tesa.

Nel silenzio che seguì, mi resi conto che avrei voluto poter restare accanto ad Abel anche mentre lui ed Azaly si chiarivano. Vedevo benissimo che, nonostante le frasi rassicuranti che mi aveva riservato, era molto preoccupato.

Prima di allontanarmi sfiorai il suo braccio nella speranza di infondergli un po' di coraggio, mentre Chris e Azaly si scambiavano uno sguardo silenzioso e pieno di emozioni. Poi Chris mi venne accanto, e insieme ci avviammo silenziosamente in classe. Lui sembrava avere anche meno voglia di me di allontanarsi.

Le materie noiose di quel giorno non ci aiutarono affatto: storia, filosofia e chimica. Durante l'intervallo non cercammo i nostri angeli per non rischiare di disturbarli, e le due ore seguenti passarono ancora più lentamente. Quando finalmente le lezioni terminarono, Chris ed io ci precipitammo in giardino insieme senza dare spiegazioni a nessuno.

Fortunatamente, li trovammo l'uno accanto all'altra come speravamo, comodamente seduti sugli scalini delle porte laterali. Sembravano tranquilli...

Chris tirò un sospiro di sollievo. «Beh, sembra che sia andato tutto bene».

«Già, meno male». Bastava guardare il sorriso con cui ci accolsero, per capirlo.

Per la prima volta da quella che sembrava una vita, tornammo a casa tutti e quattro insieme, limitandoci a chiacchierare di cose futili che riguardavano la scuola. Riuscii a parlare seriamente con Abel solo una volta rimasti soli.

«Come avrai immaginato è andata bene» iniziò appena salutammo i due, immaginando la mia impazienza.

Sorrisi soddisfatta. «Ne ero certa».

Impiegò quasi un'ora per raccontarmi cos'era accaduto durante la mattina. Azaly, all'inizio, era rimasta immobile su quella panchina, il mio angelo si era sentito in dovere di scusarsi ancora e alla fine si era seduto al suo fianco ammettendo il suo primo timore: perdere, oltre al loro rapporto d'amore, anche la sua fiducia, il suo affetto e tutto ciò che avevano costruito in una vita insieme. Cose che, in qualche modo, io riuscivo ancora a invidiare a quella povera ragazza.

Abel ebbe la pazienza di ripercorrere il loro dialogo anche insieme a me, raccontandomi tutto nei dettagli.

Lei aveva risposto con un sorriso amaro. «Parli come se a me non importasse, Abel».

My Own AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora