38 - L'arcangelo dell'Ovest

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Azaly non riusciva a credere che Abel non mi avesse mai fatto il nome di questo fantomatico Uriel. Quando le chiesi di raccontarmi la loro storia, lei esitò, probabilmente chiedendosi se il mio angelo sarebbe stato d'accordo. Ci pensò su per qualche secondo e alla fine decise che era meglio parlarmene, perché non voleva che lo scoprissi in maniera peggiore all'arrivo dell'arcangelo. Ormai ero estremamente curiosa, oltre che preoccupata.

«Abel ed io siamo cresciuti insieme, questo lo sai» iniziò, tentando di dissimulare il dolore che provava nel rivivere quella storia. Se non avessi avuto un bisogno disperato di informazioni per avere qualche speranza contro di lui, le avrei evitato volentieri quel tormento. «Però non siamo sempre stati da soli. Da bambini, Abel ed io abbiamo avuto l'incredibile onore di diventare amici del nostro arcangelo. Abbiamo passato molto tempo insieme a lui».

Wow, Abel era cresciuto con una persona del genere e non mi aveva mai detto nulla?

«I quattro arcangeli sono le massime autorità del nostro mondo, fonte di rispetto e paura. E' impossibile non riconoscerli: hanno una corporatura imponente, ali più grandi delle nostre e i loro occhi non sono verdi ma di un impressionante color oro» continuò. «Ognuno si occupa principalmente di uno dei territori del nostro mondo e quando la vita di uno di loro si spegne, nello stesso istante nasce un nuovo arcangelo che lo sostituirà e che prenderà il suo nome, imparando tutto dall'ex arcangelo più giovane, che diverrà il suo mentore. I loro nomi sono Gabriel, Michael, Raphael e... Uriel, il più giovane, che ha la nostra stessa età. Ognuno vive nel territorio di cui si occupa, ma a causa del loro compito diventano molto freddi e solitari. Quando ci siamo conosciuti, però, Uriel era solo un bambino. Era il nostro migliore amico e stavamo sempre insieme».

«E' strano che Abel non me ne abbia mai parlato» dovetti ammettere, un po' confusa.

«Lo è. Ma in effetti da qualche tempo non ne parla volentieri nemmeno con me». Parlava al vuoto con sguardo assente, ma sentivo bene quanto stesse male al solo pensiero.

«Ed è cambiato qualcosa nei vostri ultimi anni insieme?» immaginai.

«Purtroppo sì. Col passare del tempo abbiamo visto il nostro amico crescere e diventare potente, avere sempre più faccende di cui non poteva parlarci e per le quali spesso si allontanava anche per giorni interi. Poi, quattro o cinque anni fa, è iniziato il vero cambiamento. Era quasi sempre via, quando c'era parlava pochissimo e diventava sempre più freddo. Corrispondeva esattamente al prototipo di arcangelo che si conosce nel mio mondo, potente e apatico. Nell'arco di pochi mesi, il ragazzo che conoscevamo è sparito per sempre». Povera Azaly... stava così male che tratteneva a stento le lacrime.

«E ne soffri ancora così tanto dopo tutto questo tempo?» mi stupii, mantenendo il tono più delicato che riuscii ad assumere. Quattro o cinque anni mi sembravano un po' troppi per ridurla in quel modo al solo ricordo.

La mia domanda la fece sorridere. «Ti dirò una cosa che ti sorprenderà, Sarah. Abel non è stato l'unico amore della mia vita».

Restai a bocca aperta. «O mio Dio. Eri innamorata dell'Arcangelo Uriel?».

Un sorriso un po' imbarazzato le illuminò il viso. Lo aveva amato davvero, non riuscivo a crederci!

«Abel lo sa?» mi preoccupai.

«Certo che lo sa. Ero io a non sapere che nel frattempo Abel si era innamorato di me. Sono riuscita ad accettare il suo amore solo molto tempo più avanti, quando l'Uriel che conoscevamo ormai non esisteva più. A causa di quella sua freddezza mi ero arresa ad aver perso per sempre il ragazzo che amavo, e per tutto quel tempo Abel mi è sempre stato accanto con infinita pazienza, fino a che non mi sono innamorata anch'io di lui, molto tempo dopo. Ancora adesso, quando ci penso, mi sento una persona estremamente superficiale».

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