La giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...
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Fui distratta dal pensiero di Abel per tutta la durata delle lezioni. Se fosse riuscito a trovare quell'angelo sarebbe stata una bellissima notizia, eppure mi sentivo irrequieta, perché non sapevo che conseguenze aspettarmi da una novità del genere. Sarei passata in secondo piano? Abel avrebbe passato meno tempo insieme a me? Purtroppo era molto probabile... e non avrei avuto alcun diritto di risentirmene.
Al termine delle lezioni mi avviai verso l'uscita in fretta, nella speranza di trovare il mio angelo davanti al cancello, ma Chris - che era rientrato quel giorno - mi raggiunse sul portone d'ingresso.
«Sarah, torniamo a casa insieme?». Avrei dovuto aspettarmelo.
«No, scusami, ho dei giri da fare» inventai senza nemmeno rallentare. Se fuori ci fosse stato Abel non potevo di certo perdere tempo con Chris.
«Allora puoi dedicarmi un minuto? Devo dirti una cosa».
Mi fermai a guardarlo, notando solo in quel momento che il mio amico era teso. Mi raggiunse e continuò a camminare accanto a me.
«Va bene, che volevi dirmi?» mi arresi.
«Non è una cosa che si dice così su due piedi, però... beh, ho una proposta per te e sarei davvero felice se accettassi».
Annuii per incoraggiarlo. Eravamo quasi arrivati al cancello e Chris non si decideva a parlare, inoltre non vedevo Abel, e a quel punto iniziavo davvero a preoccuparmi per lui.
«Il fatto è che mi vergogno un po'» mi distrasse Chris. «Mio padre dice che è una cosa che dovrei dirti io, ma non so cosa ne penserai. Noi, mio padre ed io, ci chiedevamo se ti andava di venire a vivere da noi».
Mi bloccai in mezzo alla strada con un sussulto. Vivere... a casa di Chris? Il mio amico appena ritrovato mi stava davvero chiedendo di vivere a casa sua?
Sgranai gli occhi, cosa che non lo sorprese affatto. «Non capisco, perché una proposta del genere?».
«Perché pensiamo che per te sarebbe meglio avere qualcuno con cui condividere la casa e tutto il resto. Abbiamo una stanza in più, quindi potresti avere i tuoi spazi».
«Io... non so che dire» mormorai in piena confusione.
«Non devi decidere adesso. Pensaci un po', e dopo mi darai una risposta».
Ero senza parole. La situazione in casa di Chris era così precaria che non doveva essere stato facile, per loro, farmi una simile proposta. La stanza in più era sicuramente quella del fratello, di cui avevo ancora dei ricordi di quando andavo a giocare a casa loro da piccola. A quei tempi erano in quattro: Chris, Jeremy ed entrambi i genitori. Poi la madre aveva deciso di tornare nel suo paese natale e aveva portato con sé i figli ancora piccoli, che erano andati a vivere per conto loro solo qualche anno dopo. Non conoscevo tutta la storia, ma per decidere di vivere da soli, Chris e suo fratello avevano sicuramente avuto dei seri problemi con entrambi i genitori. Adesso la famiglia di Chris era il frutto di una convivenza forzata; lui e suo padre erano quasi due estranei, me ne accorgevo io stessa quando li vedevo parlare tra i corridoi di scuola. Certo, in qualche modo riuscivano ad andare d'accordo, ma non abbastanza da poter mettere alla prova un equilibrio così precario con leggerezza. Nonostante ciò, dovevo ammettere che l'idea di avere una "famiglia" su cui fare affidamento mi attraeva. Non sapevo che fare... non riuscivo nemmeno a capire se ero felice della proposta o no.