David non ascoltava più le parole di Azaly. Ora fissava Abel, mentre si avvicinava a noi trapassando la rete di confine nonostante la sua forma umana, che in quell'unico istante si era illuminata per diventare inconsistente.
«Non è possibile, non ci credo. Dimmi che succede, David, ti prego!» lo supplicai con le lacrime agli occhi. Non riuscivo ad accettare un'idea tanto assurda.
«E' venuto a prendermi» mi rispose Abel, a malapena udibile. Poi tornò a fissare lui. «Uriel».
Ora non potevo più dubitarne. Il mio David era davvero... un arcangelo.
«Sì, Abel. Sono io». Quel tono freddo non glielo avevo mai sentito usare...
Il mio angelo sembrò paralizzarsi ancor più di me. Per qualche secondo riuscì solo a stringere forte la mia mano, senza parlare. Abel l'aveva capito, per questo dopo gli eventi di ieri sera si aspettava il suo arrivo. Ed ecco perché non me lo voleva dire: perché era troppo, troppo crudele.
Quello... sconosciuto, intanto, continuava ad avanzare senza riuscire a staccare gli occhi da Abel, dal suo amico che per mesi aveva finto di non vedere affatto. E io non riuscivo a fare altro che stringermi al mio angelo e a guardare la scena. Quello era David, aveva il suo viso, il suo corpo... ma era anche diverso.
E infatti in pochi secondi una luce invase quello che rimaneva del mio David; la stessa luce intensa con in cui gli angeli venivano avvolti durante le loro trasformazioni, che lasciò posto a una nuova, agghiacciante figura: l'imponente arcangelo dell'Ovest, intenzionato a portare via con sé per sempre l'amore della mia vita.
Fui immediatamente invasa da una tempesta di emozioni non mie. Era Azaly, che stava lottando contro i suoi stessi sentimenti: dopo anni di distanza forzata si trovava di fronte al ragazzo di cui era stata tanto innamorata, che l'aveva fatta soffrire moltissimo e che ora, per un assurdo scherzo del destino, stava diventando suo nemico.
Non c'era una sola cosa di quell'arcangelo che assomigliasse a David, era naturale che non lo avessero riconosciuto prima. Gli occhi, soprattutto, erano più chiari e luminosi, sembravano fatti di oro liquido. I capelli erano di un biondo più caldo, lunghi, liscissimi, legati alla nuca in una coda. Le sue ali erano grandissime e i vestiti completamente bianchi. Era molto alto, aveva spalle larghe e un portamento maestoso, ma era più giovane di David. Eppure era in tutto e per tutto superiore a chiunque. Ora capivo perché Abel non aveva mai sperato di rimanere... nessun angelo o umano avrebbe mai potuto competere con un essere come lui.
A quel punto non riuscii più a sostenermi. Mi accasciai a terra, lasciando che Abel mi sorreggesse per poi appoggiarmi piano sull'erba. Se pensavo a tutto quello che avevo raccontato a David... avevo fatto il suo gioco, ci ero cascata come una perfetta idiota! Non sapevo nemmeno se essere più arrabbiata con lui o con me stessa.
«Non ci posso credere. Tu... mi hai ingannata, sempre!» mi ritrovai a urlargli contro. Mi sentivo come se stessi assistendo alla scena dall'esterno, tanto ero furente e disperata. «Ogni momento passato insieme, ogni parola, ogni gesto, hai sempre e soltanto recitato! Come hai potuto? Io mi fidavo di te!».
Ottenni la sua attenzione solo allora. Se il suo sguardo di ghiaccio non me lo avesse impedito, forse avrei pensato che fosse dispiaciuto per ciò che aveva fatto.
Abel, intanto, stava cercando di calmarmi stringendomi tra le sue braccia. Gli faceva male vedermi così, come a me faceva male vedere lui in quello stato. ...Ma per Abel doveva essere stato un colpo molto più duro che per me.
«Vi sarà difficile crederlo, ma l'ho fatto per voi» si degnò finalmente di rispondermi. «Gli altri arcangeli mi avevano avvertito della vostra situazione già da molto tempo. Sapevo che sareste state due coppie miste e conoscendo le vostre predisposizioni ho scommesso sul fatto che il protetto di Azaly sarebbe stato attratto da te, Sarah». I suoi occhi gelidi mi lasciarono andare, posandosi su Abel e Azaly per un breve momento. «Immaginavo anche come sarebbe andata tra voi dopo la mia partenza. Invece tu, Sarah, non provavi sentimenti per nessuno, e dato che tu e il tuo angelo avreste vissuto da soli non ci sarebbe stato nulla a ricordarvi continuamente quanto siete diversi. Se la Natura ha fatto questo c'è un motivo, per cui il rischio che vi innamoraste era concreto». Alla parola "questo" aveva indicato me e Abel con un cenno del capo, e io non ebbi il coraggio di chiedere a cosa si riferisse. «Perciò ho creato l'identità di David. Volevo che i tuoi sentimenti confluissero lontano dal tuo angelo fino all'arrivo della persona giusta, o almeno fino a che il vostro rapporto non si fosse stabilizzato». Lasciò che per un secondo il suo sguardo si perdesse nel vuoto, per poi rivolgersi ancora al mio angelo. «Purtroppo, però, ho commesso l'errore di fidarmi dei tuoi sentimenti, Abel».

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My Own Angel
FantasyLa giovane Sarah, rimasta sola al mondo ad appena 18 anni, vede materializzarsi davanti ai suoi occhi un ragazzo dalle ali piumate e lo sguardo dolce che si presenta come suo angelo, nato per starle accanto fino a che lei ne avrà bisogno. Dopo qualc...