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"Alan... come sapevate che mio padre era proprio l'uomo che ha ucciso vostra sorella?"

Una parte di rabbia mi percuote l'animo.
"Stai per caso difendendo quell'essere immondo!?"

"No affatto.
Ti ho solo fatto una domanda."

Mi guarda con freddezza.
Come se tutta la mia storia non avesse scalfito affatto quel suo cuore di ghiaccio.
In questo momento... lo odio.
"Noi lo sapevamo perché conoscevamo la sua identità!"

"Allora perché Nacchè mi ha chiesto il cognome?
Tu conoscevi già la mia identità Alan, ma solo una volta entrati in casa e sentito il nome di mio 'padre' avete agito.
Mi sembra tutto troppo strano... e senza senso."

"James... l'esplosione aveva intaccato in nostri ricordi, dal forte boato in poi.
Tuo padre era così rifatto, invecchiato e potrebbero esistere centinaia di migliaia di Patrick Brown al mondo.
Che fino ad ora... ho voluto categoricamente evitare che il mio ragazzo fosse il figlio dell'uomo che ha ucciso mia sorella!"

I suoi occhi... sono color cremisi.

"Lo ha confessato davanti ai tuoi occhi che era stato lui ad uccidere nostra sorella.
Come puoi mettere in dubbio una cosa del genere!?"

"Hei..."
Mi sollevo verso di lui, dolorante, e lo abbraccio il più forte che posso.
Sento che trema e che stia cercando di reprimere l'impulso di piangere e urlare... come quel giorno...
"Alan... scusami... mi dispiace tanto... volevo solo che la faccenda fosse chiara...
Sfogati pure."

Ricambio l'abbraccio di James e mi nascondo nell'incavo del suo collo.
Prendo a piangere e singhiozzare sempre più forte.
Mordo la spalla di James, per evitare che il suono del mio dolore si propaghi per tutte le stanze del castello.
In quel momento, dopo anni...
Ero davvero incazzato.
Non mi importava delle urla di dolore di James.
Non mi importava il fatto che si stava dimenando come un pazzo per scappare.
Non mi importava che lo stavo prosciugando fino all'ultima goccia di sangue.
Non ci vedevo più dalla rabbia... letteralmente, vedevo solo rosso... solo rosso.
In quel momento... il mio istinto primordiale di cacciatore mi stava dicendo, anzi no, urlando... che dovevo ucciderlo.
Dovevo uccidere il frutto che aveva generato quel bastardo.
Quel piccolo stronzo...

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! ALAN!! ALAN BASTA!!! FERMATI!!!!
MI DISPIACE!!!!
BASTA TI PREGO!!!!
AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!"

Le sue lacrime in quel momento non mi importavano, anzi... mi irritavano, stavano bagnando la mia camicia.
Le sue urla erano davvero fastidiose... mi bucavano i timpani...
Maledetto...
Maledetto piccolo stronzo!

"AAAAAH!! *sigh* B-Basta!!!
BASTA TI PREGO!!! ALAN!!!
AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!"

"Che sono queste urla qui!?
ALAN! CHE COSA CAZZO STAI FACENDO!?
aaaAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!"
Mio fratello cade a terra.
E con lui anche il piccolo uke.
Corro da loro in procinto di soccorrere entrambi.
"James!? Che cosa è successo!?
Perché Alan ti stava... James?"
Era a terra... perdeva sangue dalla spalla... ma la cosa che mi impressionava di più... era il suo sguardo...
Puntato sul viso di Alan, aveva uno sguardo di puro terrore... come se si fosse appena reso conto del mostro che era.
Tremava... tremava come non l'ho mai visto fare fino ad ora...
Aveva paura.
James aveva paura di Alan.
Ed io non sapevo perché.

. . .

"Bene, la ferita è fasciata... come ti senti James?"
Ancora nulla.
Continuava a tremare e lo sguardo perso in un punto fisso ed indefinito della stanza non mi rincuorava.
Ero nella mia stanza con Karen a parlare degli ultimi avvenimenti, quando Nacchè ha sfondato la porta e chiedendo del mio aiuto.
Sono corso nella sala operatoria e vidi...
Mio figlio posto sul lettino, fermo come una statua e la bocca sporca di sangue.
Al suo fianco, posto sull'altro lettino c'era James, che lo fissava... inquieto, tremante, con gli occhi sgranati... come a voler stare attento ad ogni suo minimo movimento e scappare se si fosse risvegliato.
Si stringeva nelle ginocchia... e non smetteva di piangere, senza però emettere alcun suono, lui perdeva sangue dalla spalla.
In quello scenario... mi bastò fare due più due... e capire che mio figlio aveva attaccato James.
Il motivo mi era all'oscuro però.
Ed ora sono qui, che tento di smuovere James dal suo stato di trans.
L'unico cambiamento è che ora non guarda più Alan perché l'ho spostato verso la mia direzione.
Non sembra aver problemi se siamo noi a toccarlo.
Ma appena Nacchè si avvicina ad Alan per controllare come sta, riprende a tremare più forte di prima e le lacrime scorrono più velocemente, come se avesse paura di vederlo sveglio.

"James... figliolo... puoi raccontarci che è successo?"
Non una parola... non un movimento... niente di niente.

"Papà... forse è meglio lasciarlo riposare e portare Alan in un altra stanza."
James trema di nuovo... a sentir pronunziare il suo nome.

"No.
Non mi piace l'idea di lasciarlo solo in questo momento..."

"Mh... Nacchè... mi hai spaccato i timpani."

Inizialmente ne io ne mio padre, avevamo attribuito quel timbro vocale ad Alan.
Era così profondo e... terrificante... che non sembrava in lui.
La nostra teoria si confermò, quando aprì gli occhi ed essi erano rosso cremisi.
Alan non era più in se.

Mia figlia aveva, incosciamente, arretrato di un passo a quella vista.
Quello non era il nostro Alan.
Era il suo demone interiore che si era impossessato di lui.
Al mio fianco James, aveva ripreso a tremare come un folle, lacrime su lacrime solcavano il suo viso.
Ma manteneva il più religioso silenzio, come a non volersi far notare da lui...
Alan squadrò Nacchè con aria interrogativa, non capendo il perché si fosse allontanata da lui, poi pose il suo sguardo su di me, totalmente indifferente.
In fine, lo posò su quella creaturina piccola ed indifesa, che era diventata mio nuoro.
Alla sua vista corrugò la fronte, iniziò a ringhiare e mostrare i canini, le sue pupille si fecero più piccole al punto di scomparire.
Sembrava una bestia assetata di sangue, pronta a divorare la sua preda in un sol boccone.
James dal canto suo, non osava incontrare quelle saette cremisi poste contro di lui.
Continuava a tremare e piangere, il suo sguardo metteva ancor più paura di quello di mio figlio, totalmente vuoto, perso, intriso di paura, sembrava sul punto di morire.
"Alan... che cosa è successo qui?"

"Grr... perché non lo chiedi al 'piccolo stronzo'!?"

A quelle parole, i cuori mio e di Nacchè, fecero un orribile tuffo nel passato.

Non sapendo che quello di James...

Si era appena spezzato...

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Salve mie care vittime.

Termina così il 40imo capitolo di...

Ti ho strappato... un Ti Amo♡

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