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Ho paura...
Davvero troppa paura...
Mi sembra... di essere tornato in quella casa... con quelle persone... che mi fanno quelle cose...
Solo che adesso... fa dannatamente male al cuore... che mi sembra mille volte peggio di allora.
Sono rannicchiato su questo lettino d'ospedale, inerme a tutto.
La paura mi è sovrana... non so che fare.
La persona di cui mi fidavo di più, con la quale avevo affrontato così tante disavventure... per poi riappacificarci... vuole la mia morte.
Ho paura.
Ho paura di lui.
Non lo voglio accanto a me.
Deve sparire... andare via... io... devo andare via.
Non voglio più che mi tocchi... che mi guardi... che mi parli...
Perché questi suoi gesti mi fanno male.
Male al cuore.
Non pensavo di averne ancora uno... ed invece... eccolo qui.
Fa più male che mai.
Lo sapevo... l'ho sempre saputo... che non dovevo fidarmi di lui... di non aprirgli il mio cuore per permettergli di entrare...
L'ho sempre saputo... eppure come un idiota l'ho fatto... sperando di essere compreso ed amato... ed ora...
Dopo quella lunga illusione iniziale...
Ecco che mi sfrutta, vuole il mio sangue, il mio dolore.
Cosa c'è di diverso da loro?
Solo una cosa... loro almeno non mi hanno spezzato il cuore.
Continuo a piangere sempre più forte.
Karlan e Nacchè, tengono fermo Alan per le braccia.
Stava per attaccarmi di nuovo.
Non volevo infierire nel suo passato... non era quello il mio scopo... volevo solo dei chiarimenti in più...
Gli ho chiesto scusa... e lui...
Stava per uccidermi.
Se Nacchè non fosse intervenuta, a quest'ora sarei morto.
L'uomo che diceva di amarmi... ha mostrato alla fine il mostro che è.
Con l'intenzione di mettere fine alla mia vita.

"Alan basta! Sta calmo!"

"Alan! Vedi di piantarla! Non costringermi a farlo!"

"Brutto piccolo stronzo! Tu non dovresti esistere!
Sei solo una sua schifosa imitazione!
E come lui anche tu devi morire!!!
Ngh!"

Sparo un fascio di luce dorata nella mente di Alan.
Così da farlo svenire... e cadere nell'Inferno.
Dove dovrà parlare faccia a faccia con i suoi demoni... affrontarli... e respingerli.
Tutti noi vampiri, se desideriamo farlo, prima o poi dobbiamo affrontare questo viaggio.
Io l'ho già affrontato... e per i miei figli è ancora troppo presto... non sono abbastanza forti.
Neanche Alan lo è... avrei preferito aspettare dopo la cerimonia...
Ma a quanto pare, i suoi demoni sono talmente malvagi e potenti da essersi risvegliati ora, grazie ad un ricordo.
Ho dovuto farlo.
Per il suo bene... e per quello di James.

"Papà!? Che cosa hai fatto!?
Lo... lo hai ucciso!?"

Sposto il mio sguardo su James.
E sono lieto di vedere come sia preoccupato di questa affermazione.
In questo momento è ovviamente spaventato da lui... forse lo odia... forse vuole sparire da qui ed andare in un posto che secondo lui può essere più sicuro... ma una cosa è certa.
Tiene troppo ad Alan per desiderare la sua morte.
Forse la propria si... ma non dell'uomo che lo ha fatto vivere.
"No Nacchè.
Non l'ho ucciso.
Ho semplicemente dato inizio al suo viaggio spirituale."

"C-Cosa? M-Ma non sarà troppo presto!?"

Chiede mia figlia allarmata.

"L'ho pensato anch'io... ma come puoi ben notare la situazione è disperata...
Non potevo fare altrimenti.
Se Alan non sconfigge i suoi demoni interiori, per noi, James e tutti i clan, il periodo di pace cesserebbe di esistere."

"Anf... spero che tu abbia ragione papà."

"Fidati di me."
Sentiamo un cigolio provenire dal letto, ci votiamo entrambi verso James.
Sta lentamente scendendo dal lettino, sembrerebbe essersi ripreso almeno in parte.
Cammina verso di noi con la testa china, per poi sollevarla.
Una fredda pugnalata ai nostri cuori.
Il suo sguardo è talmente freddo ed affilato, che se potesse ci taglierebbe in microscopiche parti.
Ha il volto contratto in una smorfia tra il dolore e la rabbia, le labbra serrate... come per evitare di mandare tutto e tutti a quel paese.
Le braccia diritte lunghe i fianchi, le mani chiuse a pugno per scaricare lo stress e la voglia di distruggere tutto.
Non sembra neanche più lui... se Alan ha davvero avuto a che fare con quest'essere di ghiaccio, quattro mesi fa, significa che o è davvero pazzo... o che lo amava dal primo istante, per non rinunciarvici.
Ma adesso... questo piccolo essere... mi fa paura.

"Karlan... Nacchè... è stato bello conoscervi e passare del tempo con voi, credo.
Ma a quanto pare è giunto il momento che io torni nel mondo umano.
Dite pure a Mr. Arge- ... al signor Kitsushi... che mi sono trovato bene con lui.
Ma se ha intenzione di trattarmi come una puttana, esattamente come loro, state pur certi che non mi rivedrà mai più.
Si cercasse una nuova preda.
Perché io, fin dal primo momento che sono stato trascinato a forza nella sua vita ho detto, che sarei tornato a casa!
Ed è quello che sto per fare."

Rabbia... solo rabbia nella sua voce.
I suoi occhi erano talmente spenti, era ovvio, palese, fin troppo scontato che avrebbe preferito restare e cercare di risolvere le cose con Alan.
Ma qualcosa glielo impediva.

"Hei! Piccolo uke aspett-"

"Io sono il signor Brown, per voi.
E adesso se non vi dispiace, anche se non mi interessa, spostatevi.
Devo cambiarmi, recuperare le mie cose ed andare via da qui.
Se il vampiro lo chiede, io sono morto.
Addio."

"James!"

"Nacchè... ferma.
Questa è una sua decisione."

"Papà!? Di che cosa stai parlando!?
Non è lucido! Nessuno di voi lo è!!"

"Signor Brown... una domanda... che cosa ha fatto scaturire quell'attacco da parte di mio figlio?"

". . . Gli ho chiesto di raccontarmi cosa fosse successo in 'casa'... e della signorina Alyer.
Gli ho posto delle domande... e da lì è impazzito.
Posso andare ora?
Oppure mi darete la caccia per poi riportarmi qui, perciò è inutile che scappo?"

"Piccolo uke! Tu non puoi-"

"Nacchè fa silenzio."

"Ma Padre!"

"Fa silenzio ho detto!
Signor Brown... lei è libero di andare... le giuro che nessun membro di alcun clan, disertore o no, tenterà di riportarla indietro."

"Mh... bene... addio."
Mi incammino verso la porta, quando una fredda mano sulla spalla mi fa fremere.

"Solo una cosa prima di andar via, signor Brown.
Tra un mese lei riceverà una lettera, una volta ricevuta e letto il contenuto sarei molto lieto se seguiste le sue indicazioni... perché verso quella data, con o contro la mia volontà, un vampiro verrà a riprenderla.
Starà a lei, signore, decidere se venire di propria volontà oppure farsi trascinare di peso dal vampiro anonimo.
Arrivederla, spero."

"Tks!"
Con queste parole ed un forte peso al cuore, esco da quella stanza.
Mi dirigo nella camera del signor Kitsushi, mi faccio una doccia veloce, per togliere lo sporco e l'odore del sangue di dosso.
Mi asciugo e mi preparo, ripongo le cose rimanenti nella valigia ed esco dalla magione.

Tra un mese eh?
Tra un mese io sarò molto lontano da qui...

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Salve mie care vittime.

Termina così il 41imo capitolo di...

Ti ho strappato... un Ti Amo♡

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