Contai fino a tre.
Uno, due, tre... Nulla.
Presi un respiro profondo.Era solo mio padre.
Diamine, era solo mio padre.
Continuavo a ripetermi la frase come se fosse il mio mantra.
Sì, lo stava diventando.
Lo odiavo? No, non avrei mai potuto.
Lo amavo? Non più, non dopo quello che ha fatto.
Gli ero indifferente? Assolutamente sì.Mi mancava terribilmente mia madre.
In quel caso lei mi sarebbe stata accanto, avrebbe pronunciato un semplice 'andrà tutto bene', la frase più falsa che esista, e poi forse mi sarei illusa che effettivamente sarebbe andato tutto bene.
Ma lei non era lì con me, non più.Era solo mio padre.
Definirlo tale faceva quasi ridere, di padre aveva ben poco.
Fuori dal finestrino quella piccola cittadina sembrava scorrere talmente velocemente che mi rimase impossibile imprimere anche solo un dettaglio.
Attraversando un lungo viale delimitato da degli enormi pini, giungemmo ad una villa meravigliosa.
Tanto bella quanto orribile, grande, silenziosa... Una casa dove vivere non è vivere, quella di mio padre.Vi ero stata una volta, a Natale, cinque anni prima, il peggiore della mia vita. Parenti che riempivano la sala che mi tartassavano di domande, e come se nulla fosse io dovevo semplicemente sorridere e rispondere che andava tutto alla grande... In un universo parallelo aggiungeva talvolta la mia mente.
"Signorina Taylor, eccoci arrivati" annunció l'autista aprendomi lo sportello dell'auto e invitandomi a scendere.
Lo seguii all'interno della casa notando con disgusto che vi erano più macchine del solito all'esterno, mio padre adorava metterle in mostra.Varcata la soglia ci ritrovammo nell'atrio più grande che io abbia mai visto, persino più grande di quegli hotel di Manhattan.
Di fronte al portone erano situate delle scale come quelle dei palazzi delle principesse, a destra c'era come la volta prima, il salone, l'unica cosa che era cambiata era semplicemente la disposizione dei vari mobili.
A sinistra invece si trovava l'entrata per il garage, e un'altra porta dove probabilmente dormivano i domestici."Il signor Taylor la raggiungerà a breve, signorina" disse ancora una volta l'uomo accanto a me.
"Deve farlo per forza?" Domandai irritata.
"Fare cosa, signorina Taylor?"
"Questo! Sai io ho un-" ma fui interrotta prima che potessi finire la frase.
"Cassandra!"
Esclamò un uomo scendendo le scale con il sorriso stampato in volto.
Mi gelai solo a sentirne la voce, poi quando incontrai i suoi occhi la rabbia si accese dentro di me.
"Papà" risposi a denti stretti fingendo un sorriso, ma fallii nel mio intento.
Poco importa di sorridere all'uomo che mi ha rovinato la vita, anzi ci, sia a me che a mia madre...Era solo mio padre.
Quella frase non mi abbandonava mai."Come sei cresciuta!" Certo cominciava sempre dai complimenti "sei ancora più bella, se possibile" mi stava dando già sui nervi, cercai con tutta me stessa di non reagire.
"Tu sei decisamente invecchiato invece, allora, dove mi sistemo?"
Cercai di sviare qualsiasi discorso su di me, certo non riuscii ad evitare l'occhiataccia che mi riservó.
"Aldous, potresti mostrarle la sua stanza?" Domandó rivolgendosi all'autista.
"Certo, signore" rispose mantenendo una posizione rigida con le mani dritte lungo i fianchi e la schiena eretta.
"Signorina mi segua, la prego" disse poi a me.
"Cassandra, C-A-S-S-A-N-D-R-A, è tanto difficile?" Sbottai irritata già abbastanza.
Senza proferire parola Aldous si incamminó lungo le scale e io fui costretta a seguirlo senza obiezioni, con la mia valigia in mano.
"Lasci che gliela prenda"
"No, la porto io"
Seguii Aldous lungo un corridoio immenso e notai che il primo piano a differenza del piano terra era cambiato molto durante quei cinque anni.
Le stanze sembravano essere raddoppiate, le pareti tappezzate di quadri sicuramente costosissimi e foto della nuova "famiglia" di mio padre.
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THIS- Something beautiful
Teen FictionCassandra ha diciassette anni, un padre da cui vorrebbe scappare, una città dove vorrebbe tornare e un ragazzo alla quale non puó sfuggire. Adam è l'alternativa, l'incognita, il "se" dopo infiniti "ma". Lui vuole lei, lei vuole una via d'uscita, en...