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3 mesi dopo...
Il film mi stava entusiasmando. Quel giorno non mi sarei incontrata coi ribelli quindi mi ero arrangiata con un film in streaming qualità sotto zero e che si bloccava ogni due minuti.
"Andiamo, sbloccati! Voglio sapere se Peter tornerà da Mary!" Presi a colpire il computer sperando che ripartisse.
Sbuffai per l'ennesima volta.
Dannazione, volevo solo guardare un film!
"Basta picchiare quel pc o finirai per romperlo!" Mi sgridó mio padre dallo studio in fondo al corridoio.
Come faceva a sentirmi?
Mi lamentai ancora una volta prima che ripartisse.
"Andiamo, non può dire sul serio! Che schifo di relazione..." commentai seriamente presa dagli eventi della storia.
"... Svegliati Mary, lui non è sincero! Se solo tu avessi un Adam come il mio" fantasticai sul mio meraviglioso ragazzo e all'improvviso il mio telefono prese a squillare.
Guardai il display e mi illuminai nel vedere che era proprio lui.
"Risponde la bellissima e meravigliosamente unica Cassandra, detta Cass, Cassie, Taylor... Però tu puoi chiamarmi come vuoi" risposi maliziosa per poi sentire una risata dall'altro capo.
"Buongiorno piccola" mi salutò.
"Ti prego dimmi che sai come finirà tra Mary e Peter, o che mi stai per chiedere di uscire"
"Smettila di guardare quei film sdolcinati e comunque no, non ti ho chiamata per nessuna di queste due ragioni"
"Allora illuminami" borbottai sistemando meglio il telefono tra l'orecchio e la spalla mentre cercavo di mandare indietro il film sperando che non si bloccasse ancora.
"Si tratta di Carmen. È in ospedale, le si sono rotte le acque" annunció lasciandomi sbalordita. In men che non si dica ero già in piedi, pronta a raggiungerla.
La mia migliore amica stava per diventare mamma!!!
"Caaareeeen, corro all'ospedale! Carmenita sta per partorire!!!" Gridai scaraventandomi fuori dalla porta.
Aprii lo sportello dell'auto e misi in moto più velocemente che potei. Dovevo correre.
In una decina di minuti avevo già parcheggiato, varcato la soglia dell'ospedale e raggiunto i miei amici seduti nella sala d'aspetto del reparto maternità.
Adam si trovava in piedi, attaccato al muro e fissava un punto davanti a sè mentre gli altri si giravano i pollici dalla noia.
"Ehi ragazzi, eccomi!" Dissi frettolosamente dirigendomi verso di loro.
"Ciao Cass, che fortuna che tu sia qui. Reina sta urlando da dieci minuti il tuo nome..." confessa Kacey quasi imbarazzata. Bè non è di certo la situazione più normale dove ci saremmo aspettati di trovarci, insomma una nostra amica stava per dare alla luce due gemelli.
Okay, Carmen stava urlando il mio nome. Forse sarei dovuta andare da lei...
"POR L'AMOR DE DIOS, CASSANDRA TAYLOR DOVE TI SEI CACCIATA?!"
Decisamente...
Seguii le urla fino a raggiungere una stanza dove sdraiata con le mani che stringevano il lenzuolo e la testa gettata sul cuscino sofferente si trovava la mia migliore amica.
Con timore entrai e, non appena si accorse della mia presenza, si aprì in un sorriso spazzato via subito dopo da un gemito di dolore.
La madre seduta su una sedia in fondo alla stanza stava parlando al telefono con qualcuno, sicuramente per avvisare dell'arrivo dei gemelli.
Shawn mi guardó terrorizzato, evidentemente credeva che ci sarebbe voluto un esorcista arrivati a questo punto.
"Da quanto va avanti?" Chiesi.
"Da due ore, non ce la faccio più. Il dolore è atroce" spiega Carmen tentando di riprendere fiato.
"Princesa ti prego vieni qui, ho bisogno di una mano da stringere"
"Ma Shawn..."
"Assolutamente no! La mia l'ha stritolata abbastanza!" Si lamentó lui.
Ridacchiai raggiungendo il letto e sedendomi accanto a lei che subito afferró la mia mano e vi posó un bacio.
"Sono così contenta che tu sia qui" disse.
"Ed io sono così contenta che tu stia per svuotare la barriguita" ammisi facendola ridere.
"Davvero, per me potrebbero esserci tutte le persone del mondo di là, ma se non ci fossi tu per me equivarrebbe a non avere nessuno"
Mi si sciolse il cuore di fronte a quella confessione. Carmen non era mai stata il tipo da sdolcinatezze, ma in quel momento mi sembrò completamente sincera.
Aveva un sorriso sofferente sulle labbra e i capelli bagnati di sudore. Non doveva essere facile trattenere due bambini.
"Che ne diresti se ti portassi qualcosa da mangiare?"
"Ho voglia di donuts. Con la granella. E il cioccolato fondente. Prendi anche del succo alla fragola già che ci sei, e un hamburger!"
Dovrei fare rifornimento per un anno intero...
"Donuts con granella e cioccolato fondente, hamburger e succo alla fragola. Ricevuto, vado subito a comprarteli"
"Grazie Cassie, sei fantastica" borbottó lasciandomi andare.
Fuori dalla stanza reclutai Adam e insieme ci precipitammo a comperare tutto l'occorrente.
Prima fu il turno dell'hamburger.
Ci trovavamo da Ehiburger, alle cinque del pomeriggio, ad attendere con ansia il fatidico panino.
"Non posso credere che sia arrivato finalmente il momento" dissi giocherellando con le dita.
"Taylor è solo un hamburger..."
"Ma no idiota, stavo parlando dei gemelli!" Lo rimbeccai ridendo.
"Non mi insultare piccola Taylor, potresti ritrovarti single da un momento a l'altro"
Passò alle minacce.
Hai capito il ragazzo...
Con un sorriso furbo gli allacciai le braccia attorno al collo e mi avvicinai al suo volto.
"Non avresti il coraggio di farlo" gli sussurrai all'orecchio.
"Ah no? E perché?"
Con decisione e malizia mi avvicinai alle sue labbra solleticandole con le mie.
"Perché mi ami troppo" sussurrai ancora col fiato contro la sua bocca e il naso a sfiorare il suo.
Mi guardò negli occhi per qualche secondo, poi, il tizio del locale ci interruppe.
"Ecco a voi il vostro hamburger, grazie e arrivederci"
Così ci dileguammo con il tesoro.
La seconda tappa era la pasticceria preferita di Carmen.
Dalla vetrina riuscivo a vedere i nostri donuts.
"Vorrei quelli al cioccolato fondente e ricoperti di granella" Chiesi gentilmente alla signora dietro il bancone.
"Una scatola intera?" Domandó allora lei.
Io e Adam ci scambiammo un'occhiata di intesa e poi risposi "Facciamo anche due"
E ancora una volta, dopo aver preso le nostre scatole di ciambelle e il succo alla fragola ripartimmo per raggiungere l'ospedale.
Sperai che non fosse entrata in sala parto, e fortunatamente qualcuno era dalla mia parte.
"Ecco a te ciambelle, panino e succo. Todo por ti mi reina" annunciai apparecchiando il comodino accanto a lei con tutto ciò che avevamo acquistato.
"Mi princesa, te quiero!"•••
Carmen entrò in sala parto cinque ore dopo, a seguito di otto ore di travaglio. Non la invidiavo affatto, anche se non erano tempi eccessivi. Ci sono donne che impiegano anche un giorno intero prima che siano pronte, Carmen fu piuttosto veloce.
Camminavo avanti e dietro per il corridoio dell'ospedale. Eric se ne stava seduto su una sedia a sbattere il piede ripetutamente, Adam era tornato appoggiato al muro, Kacey stava straparlando con Marion che invece cercava di placare la sua parlantina. Ethan osservava tutti con ansia, al contrario di Colin che si trovava seduto accanto ad Eric e giocherellava con le dita. Eravamo tutti impazienti di ricevere notizie, Shawn era entrato con lei così come i genitori.
Il tempo passava ed io non potevo fare a meno di pensare a lei, a tutto ciò che aveva sopportato.
Non potevo credere di trovarmi lì, dopo nove mesi da quella volta al campeggio.
Non potevo credere di trovarmi lì, con i miei migliori amici, ad attendere due creature meravigliose.
Non potevo credere a tante cose, ma prima fra tutte, non potevo credere che finalmente ci avesse raggiunto un'infermiera.
"Il parto è andato a buon fine" aveva detto "Potete andarli a conoscere"
E così senza pensarci due volte ci catapultammo tutti e sette nella stanza della nostra amica.
Io fui l'ultima ad entrare e la scena che mi si presentò davanti mi lasciò senza fiato.
Carmen, evidentemente esausta, stringeva tra le braccia una creaturina dai capelli rossi e gli occhi chiusi, rannicchiata contro il suo petto.
Lo stesso Shawn, che si trovava seduto accanto a lei con gli occhi arrossati e un altro piccolo essere identico al primo accovacciato al petto e coperto da una copertina.
Mi avvicinai lentamente e nell'istante in cui Carmen fissò il suo sguardo nel mio sorrise.
"Vi presentiamo Edward e Gabe, ma voi potete chiamarli Eddy e Gibby" disse.
Erano la trasformazione americana dei nomi che aveva proposto loro la madre di Carmen. La trovai una cosa dolce.
"Cassie" mi richiamò la mia amica.
"Vuoi prenderlo in braccio?"
La sua domanda mi spiazzò.
"Di solito le mamme non dovrebbero essere super gelose e iperprotettive?""Gelosa di te? Nah, non vedo l'ora che tu possa dar loro dei cuginetti" mi strizzò l'occhio divertita.
Non aveva di certo perso il suo senso dell'umorismo...
Così un po' esitante decisi di afferrare il fagottino e di stringerlo tra le braccia.
Studiai la sua pelle rossastra e i suoi capelli color carota folti e appena arricciati.
Gli occhi strizzati e le manine davanti al viso che si muovevano a piccoli scatti.
Le unghie poco più piccole di un chicco di riso e le labbra arricciate in un'espressione corrucciata. Doveva essere arrabbiato perché l'avevano costretto ad uscire da quel posto caldo e accogliente.
Oh piccoletto, non sai quanto tu sia fortunato.
Pensai.
Avrebbe avuto una madre meravigliosa ed estremamente sexy, un padre allegro e giocoso sempre pronto a far divertire e a farsi in quattro per gli altri.
Ne avrebbe sentite a bizzeffe di imprecazioni in spagnolo, di scherzi, di risate.
Avrebbe vissuto una vita serena, all'insegna dell'amore, perché lo leggevo negli occhi di entrambi che si amavano, e che amavano i loro bambini più di qualsiasi altra cosa al mondo, perché è così che funziona quando si diventa genitori.
Dovevano accettare che da quel momento in poi quei fagottini rossi sarebbero diventati la loro ragione di vita, più importanti persino di loro stessi.
Improvvisamente il bambino aprì gli occhi rivelando i più bei smeraldi che avessi mai visto.
Allora dissi dolcemente
"Ciao Gibby"//Spazio autrice//
NON VOLEVO ESCLUDERE EDDY, MA QUANDO SONO DUE È DIFFICILE CONSIDERARLI ENTRAMBI.Allora cuoricini, ci siamo, finalmente i due nuovi ribellini sono natiiiii!!!
Chissà quante ne combineranno...
Carmen diventerà più riccia di quanto non lo sia già.
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THIS- Something beautiful
Teen FictionCassandra ha diciassette anni, un padre da cui vorrebbe scappare, una città dove vorrebbe tornare e un ragazzo alla quale non puó sfuggire. Adam è l'alternativa, l'incognita, il "se" dopo infiniti "ma". Lui vuole lei, lei vuole una via d'uscita, en...