Capitolo 48.

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Il primo giorno capii la sua scelta di evitarmi, sì insomma, avevo sbagliato di grosso, inutile negarlo. Poi però il quinto cominciai a chiedermi per quanto ancora non mi avrebbe rivolto la parola. La prima settimana ci avevo fatto l'abitudine: quando lui passava avrei dovuto girare la testa dall'altra parte, così come faceva lui e quando incrociavo i suoi occhi avrei dovuto cambiare espressione, quindi da una bella risata sarei dovuta passare a guardarlo con rancore, proprio come faceva lui. Ma la seconda settimana cominciai ad arrendermi e ad abbandonare la possibilità che tutto sarebbe tornato come prima. I giorni sembravano talmente vuoti da volare via come se nulla fosse. Sono passati sedici giorni e ancora nessuna speranza per noi due. Non so cosa mi aspettavo di preciso, forse che lui mi fosse rimasto accanto nonostante tutto, ma no. Adam non era fatto così. Aveva agito allo stesso modo anche con Catherine: quando ha capito che l'avrebbe abbandonato per volare oltreoceano, lui l'ha lasciata. A quel punto non credevo più che fosse questione di mentire, insomma se si fosse arrabbiato solo per aver omesso la verità e se il nostro amore era vero, e sono certa che lo fosse, nel giro di una settimana al massimo me ne avrebbe parato, avremmo chiarito, ne sono certa. Invece per Adam si trattava di altro. Preferiva lasciar andare le persone che amava prima che loro gli spezzassero il cuore. Lo è stato con me e lo è stato con Catherine. Mi chiedevo solo se un giorno, prima o poi, ci avrebbe ripensato perchè mi mancava da morire. Mi mancava a mensa, durante le lezioni della Wilde e quelle di Stone. Mi mancava averlo in giro per casa mentre chiacchierava con Ada o con Caren. Mi mancava il suo umorismo e i suoi baci, il suo odore, il suo giubbetto di pelle e i suoi capelli morbidi. Mi mancava tutto, ma veramente tutto di lui.

Così, dopo due settimane decisi che era ora di passare oltre e cominciare a pensare ad altro, ad esempio quella mattina mi ritrovai tra le braccia di un giovane Leonardo Di Caprio che tutto voleva tranne che allontanarsi dalle mie labbra. Vi starete chiedendo come bacia una celebrità... Bè, una volta svegliatami realizzai che il proprietario della lingua che mi stava letteralmente lavando il viso era niente di meno che Carlos. Lo scansai con una smorfia disgustata.

"Piccola palla di pelo obesa, devi smetterla di slinguazzare tutto quello che ti capita a tiro" Sì, Annmarie gli dava da mangiare più crocchette di quante realmente glie ne servissero così era diventato una palla di lardo. A stento riusciva a fare le scale e quando correva sembrava una salsiccia incrociata ad un facocero in calore.

Carlos mi guardò con il solito broncio dovuto al suo muso terribilmente schiacciato e mi leccò la mano con la quale lo stavo trattenendo. Alzai gli occhi al cielo esasperata e lo appoggiai a terra lasciando che corresse a prendere uno dei suoi giochi. Passai una mano sui miei occhi ancora assonati e sbadigliai stiracchiandomi.

"Ti sei addormentata un'altra volta sul divano?" Mi rimproverò Ada entrando il salotto con le mani sui fianchi.

Guardai vestiti del giorno precedente stropicciati addosso a me, poi tornai sulla donna.
"Sono rimasta sveglia fino a tardi per vedere Titanic" Mi giustificai. Ecco a cosa era dovuto Leonardo Di Caprio... Bè, sempre meglio che sognare Adam in tutte le sfaccettature possibili. In quei quindici giorni l'avevo immaginato con Alexis, con me, con Catherine, con Eric... Sì, lo avevo sognato persino con lui e poi mi tornava in mente il nostro litigio e tutto il resto. Odiavo averlo così impresso nella mente perchè anche se il mio cervello si era fossilizzato su di lui, doveva capire che oramai l'errore era stato fatto e sarebbe stato difficile tornare indietro.

"Cosa vuoi per colazione?" domandò Ada risistemando i cuscini che erano caduti durante la notte.
"Non mangio" frase che si era sentita dire fin troppe volte dal giorno del mio compleanno, infatti si accigliò e alzò gli occhi al cielo.
"Ma devi mangiare! Coraggio, altrimenti sarò costretta ad andare da Adam e costringerlo a chiarire tutta questa situazione per il bene del tuo stomaco!" Mi rimproverò calzando ancora una volta sul nome che avrei voluto dimenticare almeno per un po'. Non avevo le forze per soffrire ancora. I miei amici avevano da poco ripreso a parlarmi, Carmen non era venuta a scuola per quattro giorni e ancora faceva fatica a metterci piede. Sophie, Matt e Cat se ne erano andati due giorni dopo il mio compleanno, così fui costretta a perdonare anche la mia migliore amica dal momento che non volevo perdere persino lei. Adam mi odiava e tutto sembrava andare male. E' incredibile come la situazione sia precipitata nel giro di dieci minuti. Prima tutto alla grande, poi il nulla. Era come se la mia vita si fosse spezzata.

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