Notte inoltrata, sonno inesistente, buio completo, terzo picchiettio alla finestra. Decido una volta per tutte di alzarmi e mandare via Adam, non avevo la minima intenzione di parlargli.
Camminai sulla moquette fino a raggiungere la porta finestra che emanava un'aria gelida. Ecco spiegato perché in camera mia faceva così freddo.
"Vattene" dissi atona ancora prima di aver individuato il ragazzo.
"Ti devo parlare" gridò sottovoce cercando di non fare troppo rumore.La verità?
Ero ancora adirata per come mi aveva trattata quella mattina; non sapevo chi fosse Catherine, ma avevo imparato che non bisognava pronunciare il suo nome, e questo era ancora più scocciante perché io volevo veramente conoscere chi fosse, ma Carmen non me ne avrebbe mai parlato, nè tanto meno Adam."Non voglio parlare con te" gli comunicai prima di girarmi e andarmene.
•••
"Cassandra io vado, volevo informarti che oggi io e Caren non saremo a casa per l'ora di cena, puoi sempre chiedere a Ada quello che vuoi oppure rimanere fuori, a te la scelta" mio padre interruppe la mia tranquilla colazione irrompendo in cucina dove stavo seduta a guardare il cellulare e a parlare con Ada.
Annuii senza guardarlo in faccia, sapevo che lo infastidiva, a me piaceva solo vederlo reagire male.
Mi salutó velocemente e se ne andó una volta per tutte.
"Annmarie dove verrà scaricata?" Domandai alla donna alle mie spalle intenta a spazzare il pavimento.
"A casa di una sua amica" mi rispose semplicemente continuando a fare ció che stava facendo.
Mi trovavo bene con Ada, era una brava donna."Devo scappare" balzai giù dallo sgabello e le lasciai un bacio sulla guancia anche se lei non voleva, diceva che era poco professionale ma poco mi importava della sua professionalità. Era diventata ormai la figura materna che mi mancava terribilmente.
"Cassandra!" Mi rimproveró severa, ma io veloce uscii dalla cucina.
"Ciao Ada" la salutai dirigendomi verso l'uscita.
"Arrivederci signorina Cassandra e buona scuola!" Gridó alle mie spalle dall'altra stanza. Sorrisi e uscii di casa.•••
"Signorina Taylor, che ne dice di venire alla lavagna a risolvere l'esercizio che la signorina García non è palesemente in grado di fare?" Stone quella mattina era più insopportabile del solito così aveva deciso di sfogarsi su me, Carmen e Adam.
Quest'ultimo aveva deciso di non rivolgermi la parola fortunatamente, aveva compreso che non volevo parlare con lui.
Peró un po' mi dispiaceva, come se conversare con lui mi rendesse un po' più serena.
Era strano da far ridere, impulsivo e lunatico, non era difficile capire come fosse Adam, non prendeva nulla sul serio e se lo faceva era veramente troppo serio, non aveva una via di mezzo.
Aveva senso dell'umorismo, ma non se ne accorgeva, parlava e basta senza uno scopo preciso eppure le sue affermazioni sembravano il risultato di una lunga e studiata riflessione.
Era affascinante nel suo velo di mistero, bello quanto pericoloso, di Adam non ci si poteva di certo fidare."È una proposta signor Stone?" Domandai con fare innocente.
"È un ordine Taylor, si muova!" Gridó cercando di non perdere le staffe, ma non capiva che avrei insistito finchè non si fosse infuriato sul serio.Mi alzai lentamente sistemando ordinatamente la sedia sotto il banco cercando di perdere del tempo.
Mi diressi verso la lavagna dove in tutta la sua volgarità Carmen stava svolgendo un esercizio."Cosa dovrei fare?"
"Ricominci da capo l'equazione" ordinó severo.Sbuffai e presi dalla mano della mia amica il gesso bianco e poi mi apprestai a fare ció che mi aveva espressamente "chiesto" Mr. Stone.
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THIS- Something beautiful
Teen FictionCassandra ha diciassette anni, un padre da cui vorrebbe scappare, una città dove vorrebbe tornare e un ragazzo alla quale non puó sfuggire. Adam è l'alternativa, l'incognita, il "se" dopo infiniti "ma". Lui vuole lei, lei vuole una via d'uscita, en...