Capitolo 45.

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Attenzione: tutti i luoghi e i piatti citati sono reali e non frutto della mia fantasia

"Non credo di riuscire a farlo" mi lamentai per l'ennesima volta dinnanzi a quella maledetta porta.

Il mio ragazzo mi accarezzò la guancia sorridendo rassicurante.

"Andrà tutto bene, ti adoreranno"

Non ne ero poi molto sicura. Adam aveva insistito tanto affinchè io mi presentassi alla cena con la sua famiglia. Ero completamente a disagio mentre immaginavo sua zia e sua madre ispezionarmi, o farmi delle domande. In più vi erano i suoi cugini che,oltre al fatto di essere dei fighi da paura, non sapevo come mi avrebbero accettata e soprattutto se mi avrebbero accettata.

Quando però la porta si aprì tutte le mie preoccupazioni volarono via andandosi a nascondere dietro ad un timido sorriso. Di fronte a noi una donna dai capelli color mogano e dai gentili occhi color cioccolato contornati da delle lievi rughe stava sorridendo entusiasta invitandoci ad entrare.

"Tu devi essere Cassandra, molto piacere Martha" Mi racchiuse in un abbraccio amichevole quella che era la zia di Adam. Il calore della casa mi avvolgeva facendomi sentire più a mio agio di quel che avevo creduto. Si respirava l'odore del pollo che aleggiava nell'atmosfera casalinga.

"Lucas...James... Scendete, è arrivato Adam" e dopo aver urlato ai suoi figli di raggiungerci salutò suo nipote per bene abbracciandolo come aveva fatto poco prima con me.
Mi è sembrata sin da subito la donna gentile e amorevole di cui Adam mi aveva sempre parlato e i suoi cugini... Bè si vedeva che si volevano un gran bene a giudicare dalla fretta con cui entrambi scesero le scale per poter salutare il cugino con delle pacche amichevoli sulla schiena.
James, il più grande, era decisamente diverso dal fratello.

Il viso scavato accoglieva dei penetranti occhi verde acqua che mi scrutavano con simpatia mentre sulle labbra appariva un sorriso sghembo.I capelli biondi e corti erano sistemati con del gel e la sua corporatura era regolare: poco più alto di Adam, fisico asciutto e spalle larghe.

Il secondo, nonché il più piccolo dei due, era invece Lucas. È in lui che trovai una somiglianza spropositata con il mio ragazzo in quanto aveva gli occhi del suo stesso colore, e anche la forma del viso era la stessa, per non parlare del suo modo di tenere i capelli...
Era più basso rispetto agli altri due e si percepiva la sua bontà d'animo.


"Lei è la tua deliziosa ragazza?" Domandó James con un sorriso sfacciato afferrandomi la mano e baciandola con fare da galantuomo.
"Molto piacere, James" disse strizzandomi l'occhio.
Adam gli lanciò un'occhiataccia, ma sapevo che stavano solo scherzando, quindi non diedi peso ai gesti del maggiore.
"E io invece sono Lucas, quello razionale" borbottò invece il terzo stringendo la mano con sicurezza. Sapeva di avere cervello e in qualche modo sembrava gestire i comportamenti del fratello.
"Cassandra, molto piacere" sorrisi avvicinandomi al mio ragazzo che non perse tempo a circondarmi la vita con un braccio.


"John?" Chiese Clark riferendosi a suo zio. Non ne parlava molto, ma sapevo che gli voleva molto bene. Ne voleva ad entrambi i suoi zii che lo avevano accolto in casa loro come se fosse un figlio.
Certo era che il rapporto che si era instaurato tra quella famiglia e Adam era di puro amore ed ero felice che il mio ragazzo avesse delle persone che gli volevano bene nonostante tutto.
Per ultima però, arrivò una donna dai capelli biondi e due occhi nocciola contornati da una spessa linea di matita nera. Indossava un vestito stretto in vita da un cinturone e degli stivali country alti fino al ginocchio.


"Finalmente ho il piacere di conoscere la ragazza di mio figlio"
Ecco la madre di Adam.
L'avevo già vista in passato, ma non mi ero mai presentata e devo dire che come persona e dai racconti di Adam mi aveva sempre messo in po' in soggezione.
"Piacere Cassandra" dissi porgendole la mano che poco dopo strinse.
"Olivia Clark, ma puoi chiamarmi Via"
Il sorriso era proprio come quello del figlio.
"Credevo che non mi avrebbe mai portato a casa nessuna ragazza al di fuori della sua chitarra" ridacchió Martha uscendo dalla cucina.
"La chitarra rimarrà per sempre la mia ragazza numero uno" rispose Adam stringendomi a sè.
"Ah sì?" Lo fulminai con lo sguardo, ma vedendo il suo sorriso, il suo vero sorriso, non potei fare a meno di sciogliermi.
Era sempre così bello guardarlo e pensare che era mio.
"Direi di proseguire i nostri discorsi davanti a del buon pollo" suggerì Martha indicandoci la strada per la sala da pranzo dove vi era una tavola imbandita apparecchiata per sei persone. Dedussi che lo zio mancasse.





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