Capitolo 38.

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Terzo aggiornamento in una settimana: VOGLIO UNA STATUA.

Ci trovavamo tutti quanti nel piazzale della scuola a salutare i nostri genitori prima di partire per il fatidico campeggio.

Tutti abbracciavano i loro cari tranne due persone: io ed Adam.
Il ragazzo si era affiancato a Ethan e non vedevo sua madre da nessuna parte.

Tuttavia io con indifferenza mi guardavo attorno per evitare le occhiate di mio padre che sperava sicuramente che lo stringessi.
"Allora devi andare..." disse avvicinandosi per salutarmi, ma prima che avanzasse ulteriormente gli porsi la mano.
La strinse imbarazzato.

Rivolsi un cenno di saluto a Caren prima di allontanarmi incerta di aver fatto la cosa giusta o meno.

Raggiunsi l'autobus dove una fila di studenti si era radunata per entrarvi.
Davanti alle porte si trovavano mrs.Wilde e mr. Sullivan, il prof di storia.

"Buenos días chica de mi corazón" Carmen si pose al mio fianco abbassando la maniglia della valigia.
"Buongiorno anche a te reina" risposi sorridente. Vedere Carmen mi aveva messa decisamente di buon umore, sopratutto dopo la scena con mio padre.

"Non puoi capire che impresa è stata infilare tutti i miei vestiti in una sola valigia" sbuffó facendo un passo avanti contemporaneamente a me.
La fila cominciava a scorrere.
"Io ho preso solo il minimo indispensabile" ribattei indicando il mio bagaglio decisamente più piccolo rispetto a quello della mia amica.
"Anche io, solo che ho capito che il minimo indispensabile per me equivale a tutto l'armadio..."

Solo dopo aver abbandonato le nostre valigie ed averci segnate entrambe presenti, i nostri insegnanti ci fecero salire sul pullman.
I nostri amici, già entrati prima di noi, avevano avuto la premura di prendere i posti in fondo.
Di preciso vi erano cinque posti dove si trovavano Adam, attaccato al finestrino e intendo a guardare di fuori con gli auricolari nelle orecchie, Colin, Eric, Shawn e ora anche Carmen.
Mi guardai attorno notando Kacey e Ethan l'uno a fianco a l'altro proprio davanti a Carmen e Shawn, mentre Marion stava seduta da sola. Capii quindi che il posto libero accanto a lei era decisamente il mio e pregai che tutto filasse liscio.

"Mi raccomando non vi uccidete" disse Shawn ridendo e sporgendosi verso noi due.
Mi aprii nel sorriso più falso sulla faccia della Terra e risposi "Sta tranquillo, è tutto okay"
Ed era anche piuttosto vero.

Da quando si era fatta trovare a casa mia il giorno di Natale, Marion era decisamente cambiata.
Andava d'accordo con tutti quanti, o quasi, non credevo che tra lei e Carmen potesse mai scorrere buon sangue, inoltre si era avvicinata incredibilmente a Eric lasciando finalmente in pace Adam, non che mi importasse eh...
Forse, una volta per tutte, eravamo riuscite a diventare delle quasi amiche che si sopportano.

Mi sistemai quindi sul mio sedile infilando gli auricolari nelle orecchie e chiudendo gli occhi, pregustando già le quattro ore di viaggio che ci attendevano.

Sono sempre stata amante dei viaggi in auto, li trovo a modo loro confortanti, a meno che non debba guidare io.

La mia pace fu però interrotta dalla vibrazione del mio telefono.
Aprii controvoglia gli occhi e lessi il nome di Justin sullo schermo.
Sbuffai appena aprendo la chiamata.
"Ehi amore" Esclamó rispondendo.
"Ciao" non potevo nascondere il mio fastidio. Non che lui c'entrasse qualcosa ovviamente, ero piuttosto suscettibile in queste situazioni.

"Cos'ho disturbato?" Chiese divertito ormai abituato a ricevere queste reazioni.
"Il mio quasi pisolino"
Riuscivo a sentire le risate dei miei amici dietro.
"Senti mi trovo a metà autobus e ho un posto per te, ti va di venire?"
Okay, era terribilmente sbagliato pensare di non avere minimamente voglia, ma era il mio ragazzo e la mia moralità mi diceva di alzare il culo e raggiungerlo.
E così feci.

"Andiamo seriamente? Ci stai abbandonando?" Si lamentó Eric.
"Non vi sto abbandonando Eric, sto solamente andando dal mio ragazzo" spiegai alzando gli occhi al cielo.
"Che equivale all'abbandonarci"
"Non sarai mica geloso?!" Gli chiese Marion con una sfumatura di rabbia.

"Se definisci gelosia il fatto di essere arrabbiato dato che che la nostra migliore amica ci abbia messo da parte da quasi un mese, allora sì, sono proprio geloso" ribattè fulminandomi con lo sguardo.
Non volevo di certo che litigassero a causa mia, non in una situazione complicata come la loro.

"Io non vi sto mettendo da parte!" Mi ribellai alzando il tono di voce mentre qualcuno dei sedili più avanti si stava girando a guardare la scena.
"Non potrebbe semplicemente venire lui qua con noi?" Chiese Colin cercando di riappacificare la situazione.

"No?" Disse Adam come se fosse una risposta ovvia.

"Potrebbe venire eccome, se solo voi non lo trattaste come se avesse ucciso qualcuno!" Mi alterai decisamente, decidendo di evitare Adam.

All'improvviso si zittirono e smisero di guardarmi.
"Che c'è? Non crederete veramente che... Oh mio Dio, voi avete perso il senno, siete fuori di testa? Sapete che c'è? Me ne vado!" Dissi fuori di me.

Ero incazzata con Eric per aver sollevato la questione.
Con Colin per essere intervenuto.
Con Carmen per non essere intervenuta e con tutto il mondo.
Com Adam che prendeva sempre tutto così alla leggera e si era persino messo a ridere mentre me ne andavo a passi decisi dal mio ragazzo.
Con Marion per aver fatto quella dannata domanda.
Con Justin per non essere come loro vorrebbero che sia... Ma che diavolo dico? Da quando in qua qualcuno dovrebbe cambiare solo per piacere ai miei amici?
Con me stessa per essermi cacciata in un simile guaio.
Dio ma dov'è finita la tranquillità che avevo in Australia?
Hai detto bene Cass, in Australia!

Raggiunsi il mio ragazzo in pochissimo tempo tanto ero infuriata.
"Hai sentito?" Chiesi cercando di sbollirmi.
"Credo che abbiano sentito tutti, ma sta tranquilla, non importa" disse accogliendomi sotto il suo braccio e scoccandomi un bacio sulla tempia.
"E tanto per la cronaca non ho ucciso nessuno" proseguì facendomi ridere.
"Visto che ho disturbato il tuo quasi pisolino ti concedo di recuperare ora"
Il suo tono premuroso e il modo in cui mi stringeva a sè, mi faceva sciogliere.

Così mi avvinghiai a lui e con la musica che rimbombava nelle mie orecchie decisi di chiudere gli occhi e ringraziare il cielo per avere un ragazzo così bravo.
Caddi così tra le braccia di Morfeo.

•••

"Cass, siamo arrivati" sussurró Justin al mio orecchio.
"Di già?" Dissi aprendo gli occhi e stiracchiandomi.

"Hai dormito durante tutto il tragitto, ah e tanto per renderti conto della situazione , mi si è addormentato un braccio" rise contagiando anche me.

Stavamo scendendo dal pullman quando la Wilde ci contó un'altra volta.
Subito una radura si presentò ai miei occhi ancora assonnati.
Spalancai la bocca estasiata.

"Coraggio prendiamo le nostre valigie"
"Bene ragazzi, ora vi elencherò i gruppi di tenda. Io e la signorina Wilde vi abbiamo diviso in coppie."
Cominció Sullivan.

"Peccato che non si possano mischiare i ragazzi e le ragazze" Sussurró Justin lasciandomi un casto bacio sul collo.
"Ryler e Pierce" annunciò il professore procurando un sospiro di sollievo da parte del mio ragazzo.
"È senza dubbio meglio di tutti gli altri tuoi amici" spiegò staccandosi poi da me e raggiungendo Colin.

I due si strinsero la mano e non potei non notare l'occhiataccia che il mio amico aveva preso da parte di Adam.
Tuttavia Colin sembrava troppo impegnato a studiare il comportamento di Justin.

"Quei due si divertiranno da morire..."
"Adam? Che vuoi?"
"Solo ricordarti che esisto e che non mi importa se stai con quello là. Io ti riprenderò"
L'ansia cominciava a salire, Justin non poteva vedermi con lui.

"Adam mettiti l'anima in pace"
"Ora fai la cattiva, Taylor?"
Arrosii nell'udire di nuovo quel soprannome da parte sua.

"Visto, ti faccio ancora effetto. Non è ancora detta l'ultima parola"
"Taylor e Miller" sentii la voce di Sullivan pronunciare il mio cognome e quello di Kacey.
Sospirai.
"Ciao Adam" dissi dura prima di allontanarmi.

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