Capitolo 33.

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Il rientro a scuola risultò meno traumatico di quel che pensavo. Bè, avere Stone la prima ora è già abbastanza orribile, tanto più il lunedì mattina, dopo aver passato un weekend a vomitare.

Non avevo ancora parlato con nessuno dell'episodio di venerdì sera, preferii tenermelo per me per qualche giorno così da poter ragionare.

Prima di tutto avrei parlato con Adam, e poi, in caso, con Carmen.

Certo era stato difficile tenerglielo nascosto dal momento in cui quel sabato pomeriggio passò a trovarmi per raccontarmi com'era andata la sua serata.

Inutile dire che lei e Shawn l'avevano conclusa nella camera da letto di quest'ultimo, come erano soliti fare...

"Buongiorno mrs.Wilde"  un coro generale mi portò via dai miei pensieri trascinandomi nell'aula di letteratura dove la professoressa Wilde aveva fatto la sua entrata in scena.

Il banco dietro di me era vuoto, al contrario quello di Colin era occupato da quest'ultimo che, non appena lo guardai, mi sorrise gentilmente.

Ricambiai appena prima di girarmi e tirare fuori il mio libro e il quaderno con gli appunti.

"Buongiorno miei cari" ci salutó la donna guardandoci uno ad uno, come se volesse imprimere nella sua memoria ogni nostro dettaglio.

"A quanto pare il signor Clark è il solito ritardatario..."
Non so perché, ma via via che le parole lasciavano la sua bocca, lei continuava a fissarmi cercando di strapparmi qualche informazione... Ne ero certa.

"Sono arrivato, non si preoccupi" una voce dal fondo dell'aula si fece spazio, occupando prima il silenzio che era calato, e poi il banco alle mie spalle.

"Benvenuto Adam, spero che non si sia stancato troppo correndo in classe" sorrise con ironia la Wilde attendendo un qualche segnale dal ragazzo che invece, non si degnava di rispondere.

"Bè, possiamo cominciare?" Sbottó infine burbero sbattendo il suo quaderno sul ripiano.
La donna alzó gli occhi al cielo, ormai abituata e rassegnata al comportamento di Adam.

"Prendete pagina duecentosei" disse afferrando il suo libro di testo e cominciando a sfogliarlo.
Ancora scossa dall'arrivo del ragazzo alle mie spalle giunsi alla pagina dalla professoressa indicataci e lessi il titolo.
"Cime Tempestose?" Chiesi alzando lo sguardo.

"Sì, Taylor. Cime tempestose è un romanzo del 1847, scritto da Emily Brontë. Avremo modo poi, durante l'anno scolastico, di approfondire questo personaggio e altri grandi della letteratura inglese come Jane Austen o Charles Dickens... Non a caso abbiamo già trattato scrittori quali Shakespeare e Wilde, per poi passare a Orwell e magari qualche autore contemporaneo"
Sentii Clark sbuffare e confusa mi girai lentamente incontrando il suo sguardo per niente tranquillo...
"Girati!" Mi impose facendo sì che la mia pazienza giungesse al limite.

"La Brontë ci parla di un tema incredibilmente complicato, come l'amore.
Ci mostra come esso possa essere difficile, tormentato e a volte faticoso. Spesso nei libri troviamo principi azzurri, amori corrisposti, lieti fini... Bè ragazzi, se c'è una cosa che apprezzo, sono gli scrittori che come un uragano spazzano via l'ordine che abbiamo in testa e lo riempiono di dubbi, ci sbattono in faccia la verità e ci fanno riflettere... Perché l'amore ragazzi, è questo... È come una boccata d'aria fresca, come un colpo dritto al cuore... E dobbiamo smetterla di immaginarcelo tutto rosa e fiori.
Tutto ció si riflette alla perfezione nei due personaggi principali.
Il primo è Heathcliff, entra a far parte della storia sin da piccolo. Lui è la passione e la distruzione allo stato puro. È vendicativo, geloso... Negativo.
La seconda invece è lei, Catherine Earnshaw.
Lei che ha rapito il cuore di quel folle di Heathcliff, giovane, passionale, uno spirito libero, ma infinitamente capricciosa è infantile. Lei ama lui, ma troppo spaventata per sposarlo si concede ad un suo amico di infanzia..."
Dio solo sa quanto avrei voluto girarmi verso lui.
Guardarlo negli occhi e capire se le parole della Wilde l'avevano centrato così come aveva fatto con me.

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