QUARANTASEI / CZTERDZIEŚCI SZEŚĆ

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DLIIIN DLOON DLIIN DLON
Suonano alla porta ma io sono in bagno che mi sto vestendo.
"Pioootr, apri tu che io non posso?"
"Si vado"
"Grazie" urlo mentre mi infilo il pantalone.
Sono le otto e tra meno di mezz'ora devo essere in accademia ma stamattina non volevo proprio alzarmi, la voglia non mi veniva proprio, per questo sto facendo le corse.
"Silvia..ehi.." Piotr entra e mi bacia la bocca dolcemente, poi bacia anche la mia pancia.
"Buongiorno" gli dico sorridendo.
Mi guarda e si gratta la testa, abbassa lo sguardo, è strano. Cerco di guardarlo negli occhi ma lui distoglie lo sguardo.
"Devi dirmi qualcosa?" Gli chiedo.
"Si, in effetti si.."
"Cosa c'è stavolta?" Possibile mai che appena abbiamo un po' di pace deve succedere qualcosa?
"Se non fossi incinta ti direi che c'è una ragazza che dice di avere un figlio con me.." dice e io gli tiro uno schiaffo che lui schiva, poi sorride e continua "..invece ti dirò che c'è tua mamma di là, con una valigia e simpatia che sprizza da ogni poro"
Sgrano gli occhi e spalanco la bocca. Lascio tutto ciò che sto facendo, sposto lui e vado in soggiorno dove trovo mia mamma intenta a mettere le mani tra gli scaffali della parete attrezzata.
"Ciao mamma" dico e lei si volta verso di me di scatto, smettendo subito di frugare tra le nostre cose.
"Ciao bambina mia" dice e poi mi guarda la pancia che ora si vede abbastanza.
Ora sono nella quindicesima settimana e il mio corpo sta iniziando davvero a cambiare.
"Come mai qui?" Le chiedo cercando di essere più garbata possibile.
"Sei incinta e non sai niente di bambini e gravidanze, hai bisogno di me"
"Questo lo dici tu" le rispondo.
Fa un sorrisetto beffardo e scuote la testa, si avvicina a me e mi tocca la pancia.
"Non essere orgogliosa, lo sai che da sola non puoi farcela e io sono qui per aiutarti"
Mi allontano di qualche passo e con la coda dell'occhio vedo Piotr appoggiato al muro proprio dietro di me.
"Non sono sola" le rispondo e lei di nuovo sorride.
"Ah no, giusto. Hai Piotr.." dice e inizia a camminare davanti a me "..che sa ancora meno di te di bambini. Ah e Arek, che non sa neanche tenersi una ragazza, figuriamoci crescere un bambino"
"Ce la caveremo" dico.
"Mia mamma è stata qui per Natale e ci ha dato molti consigli, per qualsiasi problema possiamo contare su di lei" dice Piotr.
"Fate bene, Beata è una brava mamma ma è comunque a 3000 km di distanza, io sono qui"
"Mamma non mi fraintendere, per me puoi restare e se vuoi puoi aiutarci ma non voglio essere un peso per nessuno. Io e Piotr vogliamo farcela da soli, per qualsiasi cosa abbiamo Arek, i ragazzi in squadra e le loro mogli"
Si blocca difronte a me e mi fissa, annuisce e poi guarda Piotr.
"Non potete farcela da soli"
"E invece ce la faremo, signora" Piotr si avvicina a me e mi tira a sé per i fianchi.
"No, siete inesperti e giovanissimi"
"Ci amiamo mamma e amiamo nostro figlio. Abbiamo tutto ciò che ci serve e abbiamo chi ci vuole bene e ci aiuta, tornatene in Polonia" dico.
"Mi stai cacciando? Stai cacciando tua madre?"
"No io non ti sto cacciando. Io voglio solo crescere mio figlio in santa pace e non voglio che tu ti prenda dei meriti che non hai, vogliamo farcela da soli, te lo ripeto"
DLIIN DLOON
Ci voltiamo tutti verso la porta e Piotr va ad aprire quando torna c'è anche Arek.
"Mamma? Che ci fai qui?"
"Ciao Arek"
"Ciao mamma" si abbracciano, poi lei torna a scrutarmi con quegli occhi che ho imparato a temere.
"Sono qui perché voglio aiutare tua sorella ma a quanto pare lei non vuole"
Arek mi guarda e poi guarda di nuovo lei.
"Non credo che le cose stiano così" dice.
"Infatti no"
"E come stanno?" Mi chiede lei.
"Io e Piotr vogliamo farcela da soli, vogliamo essere liberi di fare le nostre scelte e di crescere ed educare nostro figlio come preferiamo, con mamma qui sarebbe impossibile"
"Ah certo, perché vorresti insegnargli ad andare a puttane come il padre o farsi mettere incinta a diciotto anni come la madre? Povera creatura!" Inizia ad urlare mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.
"Io non la capisco, davvero. Lei viene qui, in casa mia, in casa nostra e invece di cercare di aiutarci come millanta, ci viene a mancare di rispetto. Lei non merita niente, se fosse per me non vedrebbe neanche suo nipote quando nascerà" dice lui e mi fa appoggiare la testa alla sua spalla.
"Ora non esageriamo, da entrambi i lati" dice Arek.
"Se permetti decido io chi può o non può vedere mio figlio. E una che parla della mia donna così, della madre del mio bambino o bambina così, beh, io non le farei vedere neanche casa mia, figuriamoci mio figlio"
"Lascia stare, è tempo perso" gli dico.
"Ho solo detto la verità"
"Non proprio" le rispondo asciugandomi gli occhi.
"Io non sono mai andato a puttane come dice lei e sua figlia avrà un bambino da me, il suo primo e unico uomo, l'unico che ha sempre amato e lei lo sa bene quindi non ci vedo niente di scandaloso. Noi educheremo il piccolo come così come hanno educato noi, crescerà forte e sano"
"Lo spero" dice lei, incrociando le braccia. Sembra che il discorso di Piotr l'abbia calmata, forse ha capito che qui chi sta sbagliando è lei.
"Sara così mamma. Ce la stanno mettendo tutta entrambi e hanno comunque me e Igor, Aleksa e tutti gli altri. Non saranno mai da soli, questo lo sanno bene"
Sorrido e mi stacco da Piotr abbracciando mio fratello, che mi bacia la testa.
"Va bene allora, resterò solo qualche giorno se non è un problema" dice mia madre. Io guardo Piotr, prima di parlare e prendere qualsiasi decisione voglio che lui sia d'accordo. Mi fa un cenno con la testa e capisco.
"Va bene, qualche giorno va bene"
"Ok.. dove porto la valigia?"
"Vieni ti faccio strada"
Le mostro la camera degli ospiti e lei subito tira via le coperte dal letto e le mette a lavare.
Grazie per la fiducia mamma, davvero.
In tutto questo sono le nove e mezza passate, per oggi niente accademia.
*******
"Ragazzi allora, per il 21 gennaio volevamo andare a Londra, sentite: una notte e due giorni, pensione completa e viaggio a/r per due persone in hotel a 4 stelle. 700€ a coppia, chi viene?"
Entro negli spogliatoi e sento Vlad Chiriches fare questo annuncio. Gli danno l'adesione Dries, Elsi e Jorgi.
"Piotr, tu e Silvia volete venire?"
"Ricordami il giorno per piacere"
"Dal 21 al 23 gennaio"
"Ci verrei volentieri ma ho già prenotato dal 20 al 23 a Parigi, mi dispiace"
"Azzò Parigi, o fatt è serio" dice Insigne dandomi il cinque.
"Fate bene, è bellissima Parigi" dice Josè.
"Si lo so e poi glielo avevo promesso a Silvia e ne ho approfittato in quei giorni liberi"
"Grande idea" mi dice Tonelli.
Chiacchieriamo ancora un po' e poi io e Arek torniamo a casa in auto insieme.
"Parigi eh" mi dice abbassando il volume dello stereo.
"Già" annuisco.
"Bella"
"Si"
"Da coppia"
"Soprattutto, si"
Questa conversazione è sempre più strana, Arek vuole dirmi qualcosa ma non trova le parole, ne sono sicuro. Mi giro verso di lui e noto che si tocca l'orecchio destro, tipico quando è pensieroso.
"Dimmi ciò che devi dire e basta" dico e lui mi guarda.
"Io? Non ho niente da dire"
"Sicuro? A me sembra il contrario"
"Ok, forse c'è una domanda che vorrei farti"
"Spara" dico guardando alla strada avanti a me.
"Parigi è una città romantica"
"È vero" annuisco, non capisco a che vuole arrivare.
"Come mai hai scelto proprio Parigi?"
"Tempo fa le avevo detto che ci saremmo andati ma poi non riuscivo mai ad organizzare, ora ci sono riuscito e l'ho fatto. Dove sta il problema?"
"No nessun problema. Solo che Parigi è davvero molto, troppo romantica.." sottolinea ancora.
"Si Arek, è la città più romantica del mondo ma con questo che vuoi dire? Che non è da me? Ho fatto uno sforzo, per Silvia"
"No, non è questo anche se è una cosa che apprezzo. Io intendevo che di solito inviti la tua ragazza a Parigi per alcune evenienze particolari, ecco.."
Giuro che ogni parola che dice mi confonde sempre di più, non ci sto capendo nulla.
"Non capisco a che vuoi arrivare, dai dillo e basta"
"Ok, dico che a Parigi ci si va per cose speciali che ne so, annunci, proposte..."
Appena sento l'ultima parola inchiodo con l'auto e lo guardo sgranando gli occhi.
"Credi che voglia portarla a Parigi per chiederle di sposarmi?" Gli domando ricominciando a guidare.
"Ci sei arrivato finalmente.."
"No Arek, mi dispiace deluderti ma non è nelle mie intenzioni"scuoto la testa e mi fermo al semaforo. Lui si sporge verso di me e risponde.
"No?"
"No, già siamo incasinati col bambino che arriverà fra qualche mese e poi non voglio correre ancora di più di quello che già abbiamo corso. Voglio godermi la gravidanza, la nascita e tutto.. poi magari un domani ci sposeremo"
"No Piotr ma secondo me hai frainteso. Se tu l'avessi voluto fare a Parigi io non ti dicevo di no, non ti dissuadevo però la vedevo una cosa affrettata, una cosa troppo enorme.. quindi il fatto che tu mi dici che non hai intenzione di farlo mi tranquillizza"
"Ah bene, credevo di averti deluso"
"No. Nient'affatto"
"Ok allora" scendiamo dall'auto e raggiungiamo ognuno casa sua.
"Sono a casa!"dico entrando e togliendomi il giubbino.
Sento delle voci provenire dalla cucina e le raggiungo. Silvia e la madre stanno cucinando e litigando.
"Ho detto che il pepe non ci vuole e non farmelo ripetere più"
"A noi piace col pepe, voglio metterlo"
Preparano gli involtini di melanzane e litigano sugli ingredienti.
"Ho detto di no e basta"
"Invece si!"
"Ciao amore" la abbraccio alle spalle e le do un bacio sulla guancia. Lei si gira e mi sorride leggermente.
"Ciao Piotr" risponde e poi continua a cucinare.
"Io sono in soggiorno a vedere la tv se avete bisogno"
"Va bene" dicono e io me ne vado dove ho detto.
Metto un quiz alla TV con Paolo Bonolis che mi fa ridere troppo e sgranocchio delle patatine.
"Sono dieci ore che è qui e già mi ha stressata" dice Silvia buttandosi accanto a me sul divano.
"Ho visto che per poco non vi ammazzavate"
"Già" dice.
"Io salgo da Arek per cucinargli qualcosa, scendo tra un'ora"
"Va bene, a dopo"
"A dopo"
Mia suocera se ne va e Silvia si butta addosso a me togliendosi la vestaglia di pile, ecco la Silvia che conosco.
Quando c'è la madre cerca sempre di non essere troppo affettuosa perché sa che alla madre danno fastidio le effusioni in pubblico e non vuole vederla sclerare. Ma appena siamo soli, Silvia è la ragazza più dolce e amorevole che io abbia mai conosciuto.
"Fatti guardare, sei bellissima"
"Tu dici?"
"Si, assolutamente"
"Io mi vedo una balena spiaggiata, enorme e brutta"
"Ma stai zitta e non dire cazzate che mi innervosisco. Sei stupenda.. fatti fare una foto"
"Dai no, non ora"
"Proprio ora invece"
"E va bene"
Scatto la foto e la pubblico su Instagram.

//Piotr Zieliński// •Se devi amare, devi amare forte•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora