QUARANTASETTE / CZTERDZIEŚCI SIEDEM

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Non posso crederci, siamo a Parigi!! Sono così euforica che per poco prima non andavo addosso ad un turista che fotografava l'Arco di Trionfo. Ora mi sono calmata perché siamo al Louvre e dobbiamo fare silenzio.
"Adoro questo posto" sussurro a Piotr che mi guarda male.
"Shhhhh non si parla al museo"
"Guarda che non siamo al cimitero"
"Shh Silvia un po' di rispetto"
"Si ok, ho capito"
Continuiamo a guardare le opere d'arte e con la mia Nikon le fotografo tutte.
È bellissimo qui ma questo clima di silenzio totale mi mette l'ansia.
"Andiamo via? Voglio mangiare le escargot"
"Si ora andiamo"
"Ora Piotr, muoio di fame"
"Shhhh ora andiamo"
Passano altri dieci minuti e lui è ancora lì a contemplare la Monnalisa.
Non ce la faccio più e così decido di fare a modo mio.
"Ho fameeee" urlo e lui mi tira a sé e mi tappa la bocca. Tutti ci guardano, lui sorride e mi porta via.
"Ma sei impazzita? Potrebbero prenderti per una kamikaze"
"Non mi interessa, ho fame Piotr"
"Ecco stiamo andando" dice mentre camminiamo mano nella mano per le rues di Parigi.
Questa è una città magica, l'atmosfera è sensazionale, ogni angolo di strada è addobbato, ci sono artisti di strada, musica e tante auto.
Non so da dove proviene ma la canzone che si sente in sottofondo è perfetta. E quando Piotr me la canta nell'orecchio capisco che non potevo avere compagno di viaggio migliore.
"If we go down then we go down together, and we were staying in Paris, to get away from your parents"
Canticchia e mi prende il viso baciandomi nel bel mezzo della strada.
"Ti amo Piotr, sei l'amore della mia vita"
Appoggia la sua testa alla mia.
"Anche tu lo sei, ma.."
"Ma?" Chiedo staccandomi dalla sua fronte.
"Ma non sei l'unica"
"Cosa vuoi dire?"
Mi appoggia la mano sulla pancia.
"C'è anche lui o lei"
Abbasso la testa e guardo la sua mano, poi lo guardo negli occhi e gli sorrido.
"Perderemo la testa quando nascerà"
"Dobbiamo imparare a cambiare i pannolini"
"E a fare il biberon"
"No, dovrai allattarlo"
"Ma poi mi si afflosciano"
"Non dire stronzate"
"E va bene, lo allatterò"
"Brava"
"Dovremo imparare le canzoncine dei cartoni animati"
"Tipo?"
"Peppa Pig"
Sorride e si mette le mani sul viso.
"Ti prego no, la odio quella maiala"
"Dovrai fartela piacere"
"Per mio figlio o figlia questo ed altro"
Entriamo nel ristorante e ci sediamo al tavolo vicino alla vetrata che dà sulla tour Eiffel.
"Tra quattro giorni sapremo se è un maschietto o una femminuccia"
"Lo so, così iniziamo a scegliere il nome, a comprare la culla, la carrozzina, i vestitini"
"Già pensi a tutte queste cose?"
"Ovviamente! Non vedo l'ora di saperlo per iniziare il mio shopping compulsivo pre parto"
"Ah bene" sorride ancora e scuote la testa.
"E tu mi darai la tua gold, vero amore?"
"Mh, vedremo"
"Daiii"
"Poi ne parliamo" dice quando arriva la cena.
Mangiamo e poi ci facciamo un altro giro in città. Fotografo tutto ciò che posso, ogni minimo particolare che mi emoziona.
"Torniamo in hotel?" Mi chiede quando ormai è quasi mezzanotte.
"Si, sono stanchissima"
Torniamo nella nostra bellissima camera d'hotel. Ci spogliamo e ci mettiamo a letto.
"Buonanotte piccola peste"
"Buonanotte ragazzi occhi cielo"
Mi bacia tra i capelli e ci addormentiamo.
La mattina dopo ci svegliamo presto, ci prepariamo e scendiamo al ristorante per la colazione.
"Nutella?" Mi chiede passandomi il croissant.
"Che vuoi dire che dato che sono già una cicciona posso mangiare quanto voglio?"
"Che? Ma che dici Silvia, l'ho detto perché so che ti piace"
"Si eh, dovrei crederti?"
Incrocio le braccia e smetto di mangiare.
"Vuoi la marmellata? Il miele? Nulla? Scegli tu"
"Voglio l'anguria"
"L'anguria?? Da dove la prendo io l'anguria?"
"Non lo so, ma la voglio. Trovamela"
"Scusi, cameriere.." si avvicina un giovanotto.
"Mi dica"
"Avete per caso L'anguria?"
"Anguria? No, signore, abbiamo solo frutta di stagione"
"Va bene, grazie. Tesoro l'anguria non c'è, hai sentito?"
"Io la voglio Piotr, è fatta per l'80% d'acqua e non mi fa ingrassare"
"Amore.." mi prende le mani "tu non sei grassa, hai nostro figlio che ti appesantisce"
"Ah sono pesante allora!"
"No Silvia.." si passa le mani tra i capelli e si lascia cadere sulla sedia "ho capito, vado a cercarti l'anguria"
"Grazie" si alza e se ne va.
Io mangio il croissant con la Nutella, anzi due, e me ne salgo in camera a scattare foto dal balcone.
Dopo più di un'ora torna con un anguria per me.
"Non sai dove l'ho trovata"
"Dove?" Lo raggiungo e gli bacio le labbra.
"In un discount in un quartiere malfamato, mi hanno anche inseguito dei tipi strani"
"Davvero? Povero amore mio" dico poi prendo la Nikon e torno in balcone.
Lui mi segue fuori.
"Ma non la mangi?"
"Magari dopo, ho mangiato due croissants con la Nutella al momento sono sazia"
"Che cosa? Ma tu vuoi farmi perdere la testa per caso?"
"Scusami tesoro, hai ragione dopo la mangio, promesso"
"Se non ti amassi ti lascerei qui e me ne andrei"
"Però mi ami" gli dico, allacciando le mie braccia intorno al suo collo.
"Più della mia vita" dice e mi bacia.
Lo stringo a me e lui fa lo stesso con me, mi appoggio con la testa tra la spalla e il collo e mi rilasso mentre lui ci dondola, come a simulare un lento.
"Facciamo una foto?"
"Dobbiamo"

//Piotr Zieliński// •Se devi amare, devi amare forte•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora