VENTIDUE / DWADZIEŚCIA DWA

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Stanotte non ho dormito per niente. Ora sono le otto, mi faccio la doccia e salgo da Arek, devo parlargli. Busso alla porta, una, due, tre volte. Dopo un po' mi apre Jessica in accappatoio.
"Piotr, ciao buongiorno "
"Buongiorno Jessica, devo parlare con Arek..dov'è?"
"Ora non è il momento, è ancora arrabbiato"
"Devo parlargli, ora. Arek! Arek!" Urlo ma niente "Arek! Che cazzo, vieni qua, no? Arek!" Ma di lui neanche l'ombra.
"Piotr!" Sento chiamare il mio nome ma non vedo nessuno anche se so bene chi è. Quando la vedo apparire del corridoio e correre verso di me, allargo istintivamente le braccia e lei sposta Jessica e si butta addosso a me, stringendomi forte.
"Non possiamo vederci, scusami.." mi dice tra le lacrime.
"Shh, piccola..stai tranquilla, risolveremo tutto, stai tranquilla" le dico per rassicurarla ma so che non sarà tanto facile, Arek è davvero arrabbiato.
"Sta lontano da lei.." Arek sbuca dalla sua camera e si avvicina a noi lentamente "torna in camera tua Silvia" le intima.
"Arek, no, per piacere" Silvia lo supplica ma lui non vuole sentire storie.
"Piotr, torna a casa tua. Ci vediamo agli allenamenti, ora non è il momento"
"Siamo adulti Arek, possiamo parlarne da persone mature?"
"Voi non vi siete comportati da adulti, anzi tutt'altro. Ti ho detto che ora non è il momento" dice e continua a guardare la sorella che è ancora aggrappata a me.
"Non te ne andare, no.." mi dice appoggiata al mio petto. Le accarezzo i capelli e le bacio la testa, non mi piace vederla così.
"Silvia, vai in camera tua! Non farmelo ripetere più!"
"Non alzare così la voce" gli dico guardandolo male.
"Ora vuoi insegnarmi anche come fare il fratello maggiore? Eh, dopo esserti scopato mia sorella per bene da chissà quanti mesi, ora anche questo?" Tira via Silvia dalle mie braccia e mi spinge con forza.
"Stai esagerando Arek, davvero. Non usare questi termini perché poi se parto faccio un casino e non voglio. Con Silvia non è una scopata e dormiamo insieme solo da una ventina di giorni, non sono tutti quei mesi che dici tu"
Mi guarda ancora poi allunga una mano e tira a sé la sorella che nel frattempo era rimasta lontana sia da me che da lui.
"Ci vediamo agli allenamenti" dice e chiude la porta.
Dannazione! Vaffanculo tu e tutto il resto!
La sento piangere ancora, sento Jessica dire qualcosa e poi niente più.
Tiro un cazzotto al muro e la ferita dell'altra volta si apre leggermente ma non mi interessa. Scendo a casa mia, prendo ciò che mi serve e vado a Castelvolturno.
Dopo una ventina di minuti iniziano ad arrivare gli altri. Mi salutano normalmente ma si vede che sanno della freddezza tra me e Arek, c'erano anche loro alla festa.
"Come va Piotr?"
"Una merda"
"Mi dispiace, davvero ma vedrai che gli passa, dagli tempo" dice Dries.
"Si lo so, grazie"
Entriamo negli spogliatoi e ci mettiamo i completino per allenarci. Arriva anche Arek e saluta e scherza con tutti, tranne che con me.
Dopo gli allenamenti, mentre ci spogliamo, mi avvicina Amadou.
"Allora, avevo ragione o no?" Mi dice con un sorriso che gli vorrei sfondare a cazzotti.
"Tu stanne fuori" dico cercando di restare calmo.
"Sta calmo oh, ho solo detto che avevo ragione.. da quanto era che stavate insieme?"
"Ti ho detto di non parlare più di me e di lei, hai capito o te lo devo far capire in altri modi?" Gli dico e la mia fronte si appoggia alla sua, minacciosamente. Faccio qualche passo spingendolo e lo metto con le spalle all'armadietto "hai capito o no?" Ripeto tirando un cazzotto all'armadietto che si apre di scatto.
"Ho capito" dice annuendo.
"Ma che teste di merda! Smettetela se non volete far incazzare il mister" Arek ci allontana e poi torna a fare ciò che stava facendo.
"È vero ragazzi, smettetela.." Marek ci guarda male e noi ci allontaniamo definitivamente. Io prendo il mio borsone e me ne torno a casa.
In testa c'ho la guerra. Vorrei menare qualcuno, ma di brutto. Ho bisogno di sfogarmi, devo trovare qualcosa da fare. Il primo pensiero è Silvia, Dio, quanto vorrei fare l'amore con lei ora. Ho detto fare l'amore? Forse è questo, è amore. Io non lo so.
Di solito mi sfogo con la prima che trovo nei locali ma stavolta no, niente stronzate, Piotr. Poi c'era Arek e qualche birra, ma neanche è possibile.
Ci sono, ho trovato. Prendo il telefono e chiamo Elsi, mi deve accompagnare in carrozzeria a prendere l'Audi Q5. Così almeno posso correre un po'.
Andiamo in carrozzeria che è anche un autorivenditore, firmo una catasta di fogli e firmo l'assegno a cinque zeri.

//Piotr Zieliński// •Se devi amare, devi amare forte•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora