Stava con la faccia infilata nel water, sentiva il cuore e lo stomaco in subbuglio, la sbronza non gli passava e i pensieri erano sconnessi tra loro.
Lei lo guardava chino in quella posizione, la coperta lo copriva solo a metà perché il resto gli era scivolato lungo i fianchi.
«Come ti senti?»
Alessio fissava il vuoto.
«Come se la morte rimanesse l'unica salvezza.»
Sharon lo guardò truce.
«Non dirlo neanche per scherzo.»
Lui si strinse nelle spalle e lei lo costrinse a sollevare la testa e guardarla.
«Di' ancora una cosa del genere che ti riempio di calci, altro che star qui a curarti.»
La guardava con espressione persa nel vuoto, quel vuoto era lei, era la sua mancanza che gli impediva di vivere, che lo costringeva solamente a esistere.
«Ti viene ancora da vomitare?»
Lui scosse la testa.
Lo prese per il braccio cercando di aiutarlo ad alzarsi, lui si appoggiò al muro del bagno sentiva la testa che gli girava poi si appoggiò al lavandino.
Lei gli stava accanto guardandolo in silenzio, le sembrava così fragile visto ora sotto questo aspetto, ubriaco e inerme.
Lui guardò la propria immagine riflessa nello specchio con una smorfia amara, si chinò per sciacquarsi il viso e la bocca, notò anche l'immagine di lei riflessa nello specchio, stette ad ammirarla con la coda dell'occhio per degli istanti interminabili.
Quanto faceva male?
Lei gli avvolse di nuovo la coperta attorno al corpo.
«Ti senti un po' meglio?»
Lui la guardò prendendosi la testa fra le mani, la cosa che avrebbe voluto più di ogni cosa al mondo in quel momento sarebbe sentire le sue braccia che lo abbracciavano, voleva che lei lo amasse, non riusciva a rassegnarsi del fatto che lei avesse scelto un altro.
«Vieni, ti porto in stanza.» gli disse dolcemente.
La guardò perplesso per l'affermazione, ma lei prese la mano e lui sentì quella magia.
Doveva essere sua, sua ad ogni costo.
Si fece condurre in stanza senza proferir parola; lei lo fece adagiare sul letto e lo coprì con le coperte dolcemente.
Lui la guardava silenzioso i suoi occhi sembravano esprimere palesemente quella richiesta: "dormi con me stasera?"
Era ciò di cui aveva bisogno.
«Se hai bisogno io sono di sotto.»
La guardò con la delusione negli occhi.
Sharon spense la luce della stanza lasciando la porta aperta, lasciandolo solo con i suoi demoni, con le sue paure, l'unica cosa che chiedeva il suo cuore era sentirla vicina, poter dormire di nuovo con lei.
Aveva bisogno di lei per stare bene.
Fissava quella porta aperta, era solo in una stanza con la felicità accanto sarebbe bastato alzarsi per starci ancora più vicino.
Sharon si sedette sul divano, c'era la finestra ancora aperta si poteva ascoltare la pace del mare.
Si alzò per andarsi ad appoggiare allo stipite della portafinestra e guardare quella massa d' acqua nera che infrangeva le sue onde sulla sabbia.Guardava tristemente quel buio orizzonte, ascoltando quel rumore d'acqua, appesa fra passato e presente.
Si sentiva viva e morta a metà a seconda dei punti di vista.
C'era quella strana malinconia che cominciava a crescerle dentro mentre ascoltava la melodia di quel posto magico.
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Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]
Romance[..."Eravamo tutto quello che gli altri sognano" Ricordi? Sì, lo eravamo. Ma tutto è stato buttato da parte, accartocciato, siamo estranee: questa è la verità. Mi dispiace, che la vita sia andata così. ...] Sharon torna dall'India dopo la riappacif...