Elizabeth guardò l'entrata con una smorfia di delusione, probabilmente Sharon non sarebbe venuta quel giorno.
«Ma vuoi respirare, normalmente? È tutto il viaggio che trattieni il respiro.»
Sharon arrossì e cercò di respirare cercando di farci meno caso.
«Tra nemmeno quattro giorni tornano.»
Sharon guardò dubbiosa Federico.
«Mio fratello e gli altri.»
«Ah lui... »
Sharon guardò l'orologio, la mattinata era passata in un soffio, accompagnando Federico d'ufficio in ufficio.
Tutto sommato era stata una mattinata spensierata, con Federico le sembrava di uscire dalla solita routine.
«È quasi mezzogiorno, ma devo fare un' ultima cosa.» disse lui.
Salirono in macchina e lui girò la chiave nel quadrante.
Sharon guardava il cielo dal finestrino, sembrava che un'occhiata di sole stesse facendo capolino da quel grigiore.
Sorrise guardando il mare calmo al di sotto della strada.
Aveva il presentimento di dove lui la stesse portando, ma in quel momento si sentiva così bene.
Chiuse gli occhi assaporando quell'occhiata di sole.
Federico spense la macchina e Sharon aprì gli occhi, eccola davanti ai suoi occhi.
«Devo entrare a bagnare le piante, è questione di qualche minuto, se vuoi non devi nemmeno scendere.»
«Ti aiuto.»
Sharon scese dalla macchina infilandosi la giacca.
Camminò al fianco di Federico verso quel posto grondante di ricordi.
Niente era come era prima.
Entrarono in casa e Sharon fu invasa da una sensazione di vuoto.
Sospirò mentalmente guardandosi attorno.
Si vedeva nel passato seduta su quel divano, strinse gli occhi sentendo l'angoscia crescerle dentro.
Cosa stava succedendo?
Scrutava ogni angolo e non poteva fare a meno di pensare che le mancasse.
Le mancava quella vaga felicità.
«Ecco questa è la bottiglia.» disse Federico mettendogliela tra le mani.
«Di sopra ce ne sono due, io mi occupo di quelle che ci sono qui.»
Sharon annuì poi salì le scale.
Ad ogni gradino sentiva il proprio battito accellerare, come se avesse potuto trovarselo davanti da un momento all'altro.
Arrivata in cima alla scala si guardò attorno in cerca delle piante da bagnare.
Una la trovò proprio davanti a sé, mentre per l'altra dovette entrare nella stanza.
Cercò di guardare tutto con distanza, vuotò completamente la bottiglia e per sbaglio urtò una scatola sul davanzale della finestra.
Raccolse il contenuto controllando che la scatola di legno non si fosse rovinata.
Prese i fogli di carta cercando di riporli all'interno ma le saltò all'occhio il proprio nome scrittovi sopra.
Erano lettere rivolte a lei.
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Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]
Romance[..."Eravamo tutto quello che gli altri sognano" Ricordi? Sì, lo eravamo. Ma tutto è stato buttato da parte, accartocciato, siamo estranee: questa è la verità. Mi dispiace, che la vita sia andata così. ...] Sharon torna dall'India dopo la riappacif...