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Alessio strinse Sharon tra le sue braccia mentre dormiva, sentiva di doverla proteggere.
La vedeva così fragile.
La baciò fra i capelli e sorrise nel buio, aveva trovato il suo scopo nella vita; proteggerla.

Adam trangugiò il caffè, ormai era l'unica cosa che lo teneva vivo.

Guardava distrattamente i passanti, ormai tutto lì gli sembrava estraneo e lui aveva buttato l'unica possibilità di sentirsi qualcuno, di sentirsi parte integrante di qualcosa.

Le notti le passava insonni, ma la cosa che più lo stupiva era che Noemi non si accorgeva minimamente che nel cuore della notte si alzava dal letto e usciva di casa.

Ormai aveva disegnato tutta la pianta della città a piedi nel vano tentativo di prendere sonno.

La notte combatteva contro se stesso.

Per certi versi Damiano aveva ragione, avrebbe dovuto lottare, non lottare contro Alessio, ma piuttosto contro se stesso.

Si obbligava a non cercarla, aveva cancellato il suo numero sebbene lo sapesse a memoria.

Si obbligava a non controllare i suoi ultimi accessi nel tentativo di autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta, ma purtroppo più il tempo passava e meno questa convinzione radicava.

Doveva combattere, ma quella contro la sua anima era la battaglia più ardua.

Era arrivato addirittura al punto di cercare tra i volti delle ragazze che incontrava per strada il suo.

Ormai era tardi per tornare e lui doveva prendere atto delle conseguenze delle proprie scelte.

Emile lo evitava di proposito.

Aveva cercato più volte di chiedergli notizie della figlia, ma lui evitava di proposito l'argomento o faceva finta di non ascoltarlo.

Si sentiva smarrito, aveva voltato le spalle alle uniche persone cordiali che lo avevano accolto amorevolmente.
Un idiota, questo si sentiva.


Sharon guardava Alessio guidare tranquillamente accanto a lei.

«Ma perché ci tieni delle piante se non ci vivi?»

Lui si strinse nelle spalle.

«Una casa senza piante è spoglia.»

«Sì, ma tanto non ci vivi.»

«Sì, ma loro erano lì prima che arrivassi io, per rispetto non voglio portarle via.»

«Ah, non vuoi sbattere fuori gli inquilini.» ridacchiò lei.

Alessio rise sommessamente.
«Diciamo di sì.»

Sharon sorrise, il sole scaldava l'abitacolo ed era una sensazione piacevole.

Si grattò il polso che le prudeva e rimase lì a fissare per qualche istante il tatuaggio con lo sguardo perso nel vuoto.

Bloccava ogni domanda riguardante lui che la mente le suggeriva.

Non voleva chiedersi dove lui fosse, cosa stesse facendo, si autoconvinceva che lui non fosse più affar suo.

24 dicembre.

Alessio si guardò attorno piuttosto smarrito, stare in quella stanza lo turbava.
Non osava immaginare quanti ricordi celava.
La partenza era fissata per l'indomani ma non era certo di essere veramente pronto per partire, così su due piedi poi.

Laura si affacciò con un sorriso dolce alla porta.

«Lo fate un regalo a me e papà?»

Alessio seduto sul letto guardò interrogativo Laura.

Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora