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Elizabeth scorreva con lo sguardo le targhette una a una.

"Non è così semplice, sono tutti cognomi."

«Hai bisogno di aiuto?»

Elizabeth guardò il ragazzo che le stava davanti.

«Sì, ciao, in questo palazzo abita una ragazza sola? Mora, capelli corti... »

Il ragazzo sorrise.

«Beh, diciamo che non sono proprio tratti distintivi.»

Elizabeth si morse il labbro cercando di capire come uscire da quel garbuglio.

«Hai mai visto un tipo con la divisa dell'esercito nel palazzo?»

Il ragazzo scosse la testa.

«No, spiacente.»

Elizabeth sospirò.

«Eppure sono sicura che è questo il palazzo, almeno così mi hanno detto.»

«Ascolta, se vuoi ti faccio entrare e chiedi al custode, lui sa tutto.»

«Oh, si grazie, saresti molto gentile.»

Aprì il portone e Elizabeth entrò dopo di lui.

«Quello è il suo appartamento.» le indicò.

«Grazie mille.»

«Ma va figurati, per così poco.»

Elizabeth lo guardò sparire salendo le scale, fece un gran sospiro e suonò alla porta del custode.

Le aprì un anziano signore.

«Sì, salve.»

L'anziano la guardò stupito.

«Buon giorno.»

«Mi scusi, volevo chiedere un' informazione.»

«Dimmi.»

«Abita per caso qui una ragazza con i capelli mori? Corti, alta poco più di me, che gira con questo ragazzo?»

Elizabeth mostrò una foto al custode.

«Lei mi dispiace non l'ho presente, ma lui si, ogni tanto lo incontro quando pulisco le scale, perché?»

«È il ragazzo di una mia amica, ma crediamo che non le sia molto fedele, ho il dubbio che sia la stessa ragazza di un anno fa.»

L'anziano signore assunse un'aria rammaricata.

«Prova al secondo piano a destra, quello è stato affittato recentemente.»

Elizabeth sorrise.
«Grazie.»

«Mi dispiace per la tua amica.»

«Lei per fortuna ancora non lo sa ancora.»

Il custode forzò un sorriso.

«Arrivederci e grazie.»

«Buona fortuna.» rispose il custode guardandola salire le scale correndo.

Elizabeth salì scalino per scalino in fretta, il cuore le batteva come se si trattasse di lei.

Arrivata al secondo piano con il fiatone suonò il campanello.
Qualche secondo dopo la porta si aprì.

«Pezzo di merda.» disse Elizabeth vedendo Noemi sulla porta.

Elizabeth le rivolse un sorriso rabbioso e prese la porta chiudendola con gran forza.

Scese le scale di tutta la fretta, uscì in strada e salì in macchina.

Guidava nervosamente.

La rabbia le ribolliva dentro.

Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora