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Adam uscì di casa con la valigia e guardò non troppo meravigliato la macchina di Alessio parcheggiata sul marciapiede.

Si strinse nelle spalle e passò oltre.

Alessio e Sharon camminavano fianco a fianco verso la macchina e lei fece per fermarsi quando vide Adam che si stava allontanando ma Alessio le prese la mano costringendola a camminare.

«Sali in macchina.» le ordinò.

Lei obbedì senza protestare, in fin dei conti non sapeva che altro fare e non aveva voglia di ribattere o opporsi.
Si sedette sul sedile del passeggero fissando il vuoto e Alessio chiuse la portiera.

Adam si voltò sentendo la portiera chiudersi.

Rimasero lì a guardarsi sotto la pioggia per degli istanti interminabili.

«Io e te faremo i conti.»

Adam sorrise sentendo quell'affermazione, si voltò di nuovo continuando a camminare.

Alessio salì in macchina, si passò una mano sul viso cercando di riordinare le idee.

Prese il telefono e chiamò la sorella.

«Scendi per favore al portone tra un quarto d'ora, preparami una borsa con una tuta tua e le chiavi del mio ufficio.»

«Perché?»

«Te lo spiego quando arrivo.»

Chiuse la chiamata e guardò Sharon che non si era mossa, stava nella identica posizione di quando era salita in macchina.

Accese il motore passandosi una mano fra i capelli esasperato.

Melissa aspettava riparata sotto lo stipite del portone.

Alessio scese dalla macchina dopo averla accostata al marciapiede.

«Perché Sharon è in macchina?» chiese Melissa.

«Lasciamo perdere.»

«Lui che le ha detto?»

«Ho bisogno le chiavi del mio ufficio.»

Melissa prese le chiavi dalla tasca e gliele porse.

«Lui dove è?»

«Guarda è meglio che io non lo sappia.»

Melissa guardò Sharon tristemente, si circondò con le proprie braccia.

«Cosa hai intenzione di fare?»

«Non lo so, prima voglio parlare con Laura.»

Melissa sospirò.

«Dopo la porto qui, non la lascio sola.»

La sorella annuì dandogli la borsa con i vestiti.

Alessio salì in macchina.

«È una tuta asciutta, mettila altrimenti ti ammali.»

Sharon si strinse nelle spalle.

«Non importa.»

Lui sbuffò esasperato girando la chiave nel quadrante.




«Rimani qui.»

Sharon annuì e lui scese dalla macchina.

Aprì la porta dell'ufficio prendendo quello che doveva, richiuse l'ufficio e camminò lungo il corridoio.

Bussò a quella porta bianca.

«Avanti.»

Entrò.

Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora