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Alessio aprì gli occhi e si ritrovò a faccia a faccia con la nuda e cruda realtà, era la prima mattina di una lunga serie, senza lei.

Senza lei la vita non poteva esistere, senza di lei non c’era nessuna felicità.

Si alzò a sedere e si stropicciò gli occhi e fissò distrattamente la finestra.

Quella mattina ogni singolo gesto era privo di significato.

Si passò una mano sul viso e guardò il display del cellulare illuminato, lo prese sbloccando il touch.

“ Ehi bello!
Finita la pacchia? Come è andata con la donzella?”

Abbozzò un sorriso leggendo il messaggio di Lorenzo.

“Sì, sono tornato pischello, tutto bene, quando ci vediamo?”

Appoggiò il telefono sul comodino, si alzò e proprio mentre frugava nell’armadio alla ricerca di una maglietta sua sorella entrò in stanza senza bussare.

«Mel, non si usa più la cortesia di bussare?»

Melissa si lasciò scappare una risatina, era vero che era triste per il fatto che lui fosse tornato senza lei, ma era felice che lui fosse di nuovo a casa.

«Già, hai ragione, scusa.»

Melissa guardava suo fratello mentre si vestiva.

«E questa Ashley com’è?» le chiese a brucia pelo.

Lei tolse della polvere immaginaria dalla scrivania, distrattamente, mettendo in quel gesto noncuranza.

«Beh, sinceramente non sono ancora riuscita a inquadrarla, non si è ancora esposta.»

Alessio si passò una mano fra i capelli guardando il borsone da disfare.

Sbuffò mentalmente, non ne aveva per nulla voglia.

«Sharon come sta?»

Lui sospirò, sapeva che quella domanda sarebbe arrivata prima o poi.

«Bene.» si limitò a rispondere.

Melissa lo fissava aspettandosi ulteriori dettagli, ma lui non disse altro.

«Tutto qui?»

Lui annuì, fece un lungo sospiro aprendo le braccia in segno di rassegnazione.

«Sì.»

Melissa si guardò nello specchio appeso al muro, aveva capito che lui non voleva parlarne.

«Beh, io vado a fare colazione.»

Alessio le sorrise sedendosi sul letto guardandola uscire dalla stanza mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Rimasto solo si mise la testa fra le mani, fissava il pavimento, si chiedeva perché la vita avesse preso quella piega.

Il telefono squillò, svogliatamente lo prese e accennò un debole sorriso era un altro messaggio di Lorenzo.

“A mezzogiorno alla caffetteria in centro e non accetto un no come risposta.”


Sharon guardava Adam dormire con una vaga sensazione di vuoto.
Si sentiva strana, tra lei e Adam sembrava si fosse creato un muro.
Socchiuse gli occhi, sospirò e si rigirò nel letto.



Alessio camminava tra le stradine del centro di quella città che ora gli sembrava così estranea.
Pioveva a dirotto, il tempo era grigio e stranamente si chiedeva se fosse solo una sensazione o se avesse freddo perché la temperatura era veramente bassa.

Eravamo tutto quello che gli altri sognano.[THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora