Il coraggio di scegliere.

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"La stanza in cui si trovava era buia, più nera di qualsiasi buio avesse mai visto. Era solo e aveva paura.

Sentiva i muri intorno a lui chiuderlo in una morsa sempre più ferrea. Mentre veniva schiacciato, sentiva il cuore comprimersi e pompare più sangue. Aveva bisogno di ossigeno, iniziava a sentirsi soffocare. Portò le mani alla gola dove le vene del collo iniziarono a farsi più evidenti. Boccheggiava in cerca di aria, disperato. Si sentì cadere, mentre le ginocchia colpivano pesantemente il terreno duro, lacerandole, riuscì solo a percepire il sangue che iniziava ad inzuppare i suoi pantaloni.

Sempre meno ossigeno, c'era sempre meno ossigeno. Era rinchiuso in una bolla buia senza una via d'uscita, senza luce. Inginocchiato con i palmi stesi sul freddo pavimento iniziò a pensare che sarebbe morto, ma all'improvviso come ad esaudire il desiderio di rimanere in vita, uno spiraglio di luce, piccolo ma folgorante si aprì su una delle pareti della stanza.

Con rinnovata forza il ragazzo si alzò, dirigendosi verso quel puntino, respirando a fatica, debole, ma determinato. Si era accesa una scintilla in lui che gli dava la forza di continuare, la speranza di salvarsi ed essere salvato a sua volta.

Una mano dorata si allungò e istintivamente lui mise la sua sull'oro; fiducioso, sereno.

La presa si strinse, mentre veniva trasportato via da quella stanza buia e veniva innondato di luce. Davanti a lui una ragazza, con lunghi capelli ricci il viso bellissimo; ma indefinito, come quando si cerca di vedere il proprio riflesso in uno specchio d'acqua mosso dal vento. Eppure quel cespuglio di ricci lo aveva già visto...

Quando tutto fu completamente luce, il ragazzo tornò a respirare, le sue ginocchia si erano già rimarginate e il sangue non colava più. Si girò verso la sua salvatrice, ma appena voltò lo sguardo si accorse con orrore che la sua mano era striata di rosso e la mano dorata non era più stretta nella sua.

La sagoma fatta di luce propria che lo aveva salvato era ancora lì, ma in ogni sua parte era sfregiata e sanguinava.
Il ragazzo si sentì terribilmente in colpa e cercò di toccarla per confortarla, voleva guarirla; un muro invisibile, però, gli sbarrava la strada. Non importava quanto ci provasse, quanto urlasse o quanto calciasse la parete, quella non ne voleva sapere di cedere. Mentre senza emettere un fiato la creatura cadde per terra sanguinante ed inerte. Appena fu in fin di vita il muro scomparve certo che sarebbe morta.
Il ragazzo disperato corse da lei, mentre un irrefrenabile pianto iniziava a solcargli le guance diafane.

Prese delicatamente la dama d'oro tra le braccia, appoggiandosela al petto e cullandola con dolcezza. La prima delle lacrime, amare come il veleno, cadde sul volto della donna. E mentre anche la seconda la seguiva e il ragazzo teneva stretta a se quella creatura; le tenebre cercarono di avvolgerli; avviluppandosi sulle pareti spoglie della stanza. Il ragazzo però non se ne curava, continuando a stringere a se quella donna che lo aveva salvato.

Intorno a loro, ora, era tutto buio, ma la dama aveva iniziato a brillare, brillava e aveva aperto i suoi grandi occhi marroni guardando il ragazzo che adesso sorrideva felice, la sua lacrima l'aveva salvata e la luce era tornata a splendere."

Draco Malfoy si alzò di scatto, annaspando in cerca di aria, quasi come se fosse ancora rinchiuso nella stanzetta buia del suo sogno. Ricordava ogni piccolo particolare, gli occhi castani della dama, i suoi indomabili ricci e il suo splendore. Lo aveva salvato.
Il cuore non ne voleva sapere di smettere di battere ad un ritmo decisamente irregolare.

Era sudato e le lenzuola erano un groviglio disordinato sul fondo del materasso, tanto si era mosso nel sonno.

Le immagini del suo singolare sogno continuavano ad innondargli gli occhi, mentre cercava di controllare il respiro. Chi era quella dama? Era certo di averla già vista, solo non sapeva dove, aveva come il presentimento che ci fosse qualcosa che gli sfuggiva.

Inaspettatamente, noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora