Era una settimana ormai che Blaise Zabini e Luna Loovegod non si parlavano, lei ci aveva provato, ma lui l'aveva evitata come si eviterebbe la peste nera. Sentiva ancora tutta la rabbia ribollirgli nelle vene, eppure, era quello che voleva no? Che lei fosse felice, anche se questo significavano che doveva stare con un altro. Solo che il pensiero lo dilaniava. Il solo vederli la settimana scorsa lo aveva ferito. Aveva una gran confusione in testa; se da un lato voleva andare da Neville e strappargli tutte le budella e avere così un'opportunità con Luna, dall'altra sapeva che anche se lo avesse fatto lei non lo avrebbe voluto, e che comunque il marchio glielo avrebbe impedito. Luna, dal canto suo, voleva parlare con Zabini, le fremeva tutto il corpo quando era vicino, ma ogni volta che aveva cercato di mettere insieme due parole, o non le uscivano quelle giuste o lui la interrompeva dicendo che non gli importava. Dopo una settimana di tentativi, Luna arrivò alla conclusione che fosse proprio così. Lanciò un'occhiata a Blaise che era dall'altro lato della stanza. Il dolore che gli aveva visto sette giorni prima, pensò rassegnata, se lo doveva essere immaginato.
Ginevra Weasley ed Harry Potter, continuavano ad evitarsi. Il pensiero fisso che l'uno per l'altra provassero solo un sentimento fraterno; continuava a tormentarli. Se avessero smesso di pensare per un solo attimo, avrebbero notato come si guardavano, e avrebbero capito. Ma i cuori umani sono così imprevedibili e ciechi, che possono essere feriti con poco; e loro si erano fatti male senza volerlo. Harry non poteva più vedere la rossa con Dean, era come ricevere una coltellata costante al petto. Ginny non riusciva più ad incrociare gli occhi smeraldo di lui, senza pensare che non l'avrebbero mai guardata con un amore diverso da quello fraterno. Rassegnati e completamente ignari dei loro sentimenti, rimanevano agli estremi dell'aula cercando di guardarsi il meno possibile.
Ronald Weasley e Pansy Parkinson avevano parlato poco, evitavano di ritirare fuori l'accaduto della settimana prima. Sia l'uno che l'altro ci avevano pensato, incessantemente, ma cercavano di entrare in contatto il meno possibile. Non si erano ancora insultati, cosa estremamente strana; e non ne sentivamo nemmeno il bisogno. Si limitavano a stare uno affianco all'altro facendo finta che il compagno non esistesse. Non avevano ancora incrociato i loro sguardi. Entrambi, però, portavano i segni della stanchezza dovuti agli incubi e ai loro pensieri. Ron sapeva che se l'avesse toccata sarebbe andato letteralmente a fuoco; non sapeva né come né perché ma succedeva sempre così. Pansy a sua volta, gli stava di fianco, ma non lo toccava mai, consapevole delle conseguenze; la situazione era già abbastanza strana così. Sarebbe stato meglio, si disse, dimenticare in fretta tutta quella storia.
Draco Malfoy ed Hermione Granger non si parlavano, non si guardavano e non si incrociavano da una settimana; o almeno, lui. Hermione ci aveva provato, lo aveva osservato, aveva cercato di parlarci e gli aveva scoccato qualche occhiata. L'unico risultato che riusciva ad ottenere era la più totale indifferenza; come se a lui non facesse nessun effetto averla vicino. Eppure a Hermione le si rivoltava lo stomaco ogni volta che lo vedeva, lui invece sembrava impassibile, l'unico segno di disagio erano le sue spalle rigide e la mano che correva ai capelli; ma la Grifona aveva come l'impressione che non fosse dovuto a lei. Draco dal canto suo non riusciva a capire, ogni tanto gli apparivano delle immagini in testa in cui non distingueva i visi, né i luoghi; dentro di lui sapeva solo che erano reali. Comunque il marchio sul braccio non gli dava pace, i giorni e le notti passati nella stanza della necessità iniziavano a farsi sentire. Il tutto si amplificava quando vedeva la Granger, come se lei accendesse un interruttore nella sua testa, facendogli ricordare quanto fosse migliore di lui e per questo l'odiava con tutto se stesso.
L'allenamento con l'ordine era un vero disastro. Piton continuava a guardare i ragazzi davanti a se, che cercavano di evitarsi il più possibile, sconfortato. Sapeva perfettamente qual'era lo scopo di tutto questo allenamento e il perché fossero stati scelti proprio quei sei ragazzi. Il problema era che l'obbiettivo sembrava lontano anni luce, superare le divergenze tra casate, e loro stessi, sembrava un'impresa insormontabile. Si mise quindi a pensare cercando di trovare una soluzione... una piccola idea gli venne in mente, sapeva che poteva essere un'arma a doppio taglio, ma meglio tentare no?.
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Inaspettatamente, noi
FanfictionE se Draco Malfoy non fosse così cattivo come si pensa? Se avesse potuto fare scelte diverse? E se potesse riniziare tutto da capo? DAL TESTO: " Il biondo la guardò seccato. -Quanto sei testarda! Avanti fidati di me- Fidarsi di lui? Era incredibi...