Le difficoltà dei comuni mortali

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Lo shock, unito al mal di testa non era certo un tocca sana. In più, il preside lo stava letteralmente fissando in attesa di una risposta che, Draco, preferiva di gran lunga non dare.

-Ma... ma ha visto con chi sta parlando?  Io non... mon ce la farei!- Draco continuava ad incespicare con le parole, sentiva il sudore freddo colargli giù per la nuca. Nervosismo e paura erano un susseguirsi. Pensieri sconnessi di quello che aveva appena visto e sentito andavano rincorrendosi creando un uragano di confusione nella sua testa.

Continuava a pensare a suo padre che avvisava Voldemort della seconda profezia. Pensava all'attacco di Nagini e al Signore Oscuro che lo voleva morto. Pensava a quando gli era stato inflitto il marchio nero, a come era stato costretto con le torture. Pensava alla seconda profezia, alle parole del preside.

"-Sa che senza di lui non puoi vincerlo-

-...dovrai ucciderlo insieme al Signor Malfoy-"

Queste erano le frasi che gli si erano stampate a fuoco nella mente. Quelle su cui continuava a rimuginare.

'Io devo uccidere il Signore Oscuro' solo il pensiero lo terrorizzava, gli sembrava tutto uno scherzo, un brutto scherzo del destino.

-Signore io...- ma le parole gli morirono in gola. Si mise le mani nei capelli cercando di fare un po' di ordine nella sua mente, ma l'unico risultato che ottenne fu l'intensificarsi del suo mal di testa.

-Draco, se sono i tuoi genitori a preoccuparti noi li proteggeremo, l'ordine lo farà-

Il ragazzo lo guardò, sempre più pallido.

"...dovrai ucciderlo insieme al Signor Malfoy"

"Non posso"
"Non ce la faccio"
"Non sono un eroe"

-Lei non capisce! Se lo faccio, se arriverò a questo punto, lui se ne accorgerà e gli ucciderà prima!- la disperazione traspariva da ogni singola sillaba.

-Draco lascia che vi aiuti- la voce del preside era quasi dolce.

-Io... non posso decidere ora-

Il preside annuì comprensivo.

-Ritengo che dovresti parlarne con Harry. So che quello che hai scoperto è una grossa responsabilità, confrontarti con lui ti aiuterà a capirla appieno. Puoi pensarci Signor Malfoy, ma ricorda, più aspetti, più Voldemort avrà potere su di te.-

Draco iniziò a scuotere la testa.

-Signore senta, io non sono come Harry Potter. Io sono un vigliacco, lo sa tutta la scuola e...- fece una pausa deglutendo -...lo so anche io- concluse sconfortato, al limite dell'esasperazione.

-Io credo che il coraggio si veda dai piccoli gesti. Venendo qui stasera, mettendo a repentaglio la tua vita, hai dimostrato di possedere tutto il valore che ti serve.- il preside fece una piccola pausa, per poi riprendere -Ora però è tardi, rimangono poche ore prima dell'alba, va a dormire. La notte ti porterà consiglio- così dicendo lo congedò.

Draco alzò subito la testa e guardò il vecchio uomo che gli stava di fronte. Aveva spalancato gli occhi sinceramente stupito. Ma Silente aveva lo sguardo fermo e determinato, non un dubbio nella sua espressione.

Il ragazzo continuò a fissare il vecchio per svariati minuti, prima di capire che lo aveva gentilmente congedato. Troppo sbalordito per controbattere, Draco si alzò, per poi uscire dall'ufficio con ancora le parole del preside in testa.


***


Il giorno dopo si svegliò intontito e stanco. Aveva dormito si e no due ore e la testa gli martellava terribilmente. Come un fiume in piena, i ricordi della nottata gli invasero la mente, facendo aumentare il dolore.

Inaspettatamente, noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora