Un mese o poco più

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Un mese era passato tra incontri dell'ordine e baci segreti Hermione Granger si ritrovò con suo enorme orrore a constatare che il tempo per lo studio non lo aveva più.

Montagne di compiti in arretrato che le pesavano come un macigno sul petto. Ma stranamente la "so tutto io" non si sentiva per niente in colpa.

I baci rubati da quel biondino platinato erano come droga e lei si era ritrovata ad esserne talmente dipendente da non poter più smettere; o forse non voleva smettere.

'Un mese'

Già un mese in cui quel furetto la rapiva dai corridoi per trascinarla in aule vuote e rubargli quel poco di contegno che lei riusciva a mostrare davanti agli altri.

Draco Lucius Malfoy si era rivelato essere una compagnia quasi piacevole... quasi.

Il fatto è che il ragazzo è complicato.

Hermione si ritrovò a pensare a come due settimane prima, al solo pronunciare il nome di suo padre Malfoy si fosse incupito e avesse eretto quel muro che la Grifondoro cercava con tutte le sue forze di abbattere.

Era oltre l'orario del coprifuoco quando Hermione Granger si ritrovò ad evocare la stanza delle necessità per uno di quegli incontri che segretamente non vedeva l'ora che arrivassero.

I rapporti con il biondo erano di riluttante rispetto, apparte l'avvolgente passione che li rapiva mentre erano insieme.

Non credete male, lei Hermione Jean Granger certamente non avrebbe perso troppo la testa per lui, continuava ad essere Malfoy e sicuramente avrebbe tenuto stretta la sua virtù ancora per un po'.

Tuttavia in quella stanza per almeno due ore Hermione smetteva di pensare al bel biondino come a Malfoy. Davanti a lei c'era solo un ragazzo con cui passava le sue serate, chiacchierando del più e del meno.

Quella sera Malfoy l'aspettavo già all'interno; era girato di schiena così Hermione si prese un minuto per poterlo osservare meglio. Perdendosi nella linea della sua schiena, risalendo su fino ai capelli così chiari da sembrare quasi bianchi, le ricordavano la neve. Le larghe spalle rilassate, li dove la costosa camicia quasi trasparente evidenziava i muscoli la Grifona si perse ancora di più.

-So che sono incredibilmente bello, ma se chiudessi la porta sarebbe meglio, se no ci farai scoprire- il suo solito ghigno ad incorniciarli il volto, Malfoy la stava guardando con un certo divertimento.

Hermione si riscosse all'istante rendendosi conto di essersi imbambolata a guardarlo. Arrossì lievemente e chiudendosi la porta alle spalle avanzò verso di lui.

Lui allungò una mano come per invitarla a ballare e quando la ragazza la prese si ritrovò a volteggiare per la stanza a tempo delle loro risate; catturate infine da piccoli e dolci baci che si trasformarono presto in appassionati reclami.

-Mia piccola leonessa- Glielo disse con voce rauca piena di desiderio che fece infiammare la ragazza ancora di più.

Tra un bacio e l'altro qualche parola sospirata. Mani che correvano ad esplorare un corpo che bramavano entrambi.

Hermione si sentiva il fuoco dentro continuando ad esplorare le labbra di lui che sapevano di menta.

Dopo qualche minuto, riluttanti, si staccarono e iniziarono a chiacchierare come solito finché...

-Raccontami un po' dei tuoi genitori, non mi hai ancora detto nulla di loro-
La ragazza esprimeva solo sincera curiosità.

Draco si rabbuiò all'istante, la mano che correva istintivamente tra i capelli e la mascella rigida.

-Cosa vuoi sapere?- Glielo chiese quasi con cattiveria.

Hermione cercò di non badarci e fece una delle domande che più la tormentavano.

-Che... che rapporto hai con... cioè... si con tuo padre ?-

Il gelo negli occhi tempestosi del ragazzo le fece salire un brivido. Vide nitidamente il muro che aveva eretto; la tensione ora si poteva tagliare con un coltello.

Senza dire nulla con la rigidità come padrona, Draco Malfoy si alzò lasciando la stanza ed Hermione alle sue domande.

Ripensarci la faceva arrossire, pensare a come sono cambiate in fretta le cose l'eccitava e la inquietava allo stesso tempo.

Allo stesso modo però pensare a cosa era successo in quella stanza, a come lui se ne fosse andato senza scomporsi, in modo così freddo, la fece tremare di nuovo. Se fosse riuscita a penetrare quella piccola armatura che si era creato, forse sarebbe riuscita a capirlo.

-Granger ma guarda che coincidenza-

Cormac Mclaggen.

La ragazza sentì subito disprezzo e disgusto rincorrersi dentro di se.

-Ti avverto Mclaggen se oserai toccarmi o molestarmi in qualche modo, non ci penserò due volte prima di schiantarti al suolo e lasciarti per terra dolorante.-

-Wowo ma come siamo nervosette oggi. Tranquilla Granger ero solo venuto ad avvisarti che questo giovedì ci sarà la cena del Lumaclub e tu sei stata invitata. Per quanto riguarda noi ne riparleremo presto- così dicendo Mclaggen si dileguò non prima di averle scoccato un'occhiata d'apprezzamento.

Hermione rabbrividì. Che schifo.

Il Lumaclub, sapeva che era una specie di onore essere invitate e lei che non riusciva mai a dire di no ad un professore; certamente ci sarebbe andata, tristemente pensò quella sera non avrebbe visto il furetto.

Almeno ci sarebbe stato Harry, la serata non poteva andare troppo male no?

Inaspettatamente, noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora