7 - Zombie non si nasce, si diventa (pt.2)

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L'incontro con la Moore stava per finire. Lei aveva continuato a parlare per parecchio tempo, ma io non l'ho più ascoltata. Ovviamente non perché non volessi, ma perché ho iniziato a sentirmi male sul serio. 

«Oliver» lo chiamo tirandogli di poco la felpa «Non mi sento molto bene» dico sovrastata subito dopo dal suono martellante della campanella. 
La testa ha iniziato a girare all'impazzata, il mio cuore sta per esplodermi nel petto e il suono attorno a me è ovattato. Faccio per alzarmi quando mi blocca.
«Ti porto in infermeria» ha uno sguardo serio, preoccupato, ma allo stesso tempo è come se con lui mi sentissi al sicuro. Non faccio alcuna resistenza quando fa scivolare un braccio sotto le mie gambe ed uno dietro la schiena, poi mi solleva, ed io appoggio la testa nell'incavo del suo collo, lasciandomi trasportare così in giro per la scuola, non badando per la prima volta in tutta la mia vita alle voci di chi ci sta attorno. 

Ha un buon profumo, uno di quei profumi maschili che per chissà quale principio dell'universo, fanno tanto impazzire le ragazze. Chiudo gli occhi e riesco ad addormentarmi in meno di mezzo secondo. 
Ad un tratto mi adagia su un lettino, poi sento la voce di Megan che fa una telefonata a casa mia, forse parla con mio fratello, non riesco a capirlo.
«Se vuoi rimango io qua» dice ad Oliver.

«Sta per diluviare, torna a casa, penserò io a lei» fa lui. Un attimo di silenzio, conoscendola starà guardando fuori dalla finestra per accertarsene.

«Hai ragione... oggi sono a piedi, ma non so» la sento titubante, ma alla fine cede «D'accordo, la chiamerò stasera» sento i suoi passi dirigersi verso l'uscita, ma prima si ferma e con il suo solito tono terrificante dice «Mi raccomando.» poi va via.
Amo la mia migliore amica.
In tutto ciò ho ancora gli occhi chiusi, quando sento una voce MOLTO familiare. 
«Ehy Oliver» dice.
«Will! Mi ero totalmente dimenticato della partita...» fa dispiaciuto.
Eh? Si conoscono?
«Tranquillo amico, ti cercavo per questo, è saltato tutto per il temporale» lo sento sospirare di sollievo «Bene, menomale, so che ci tieni... comunque ho dovuto portare qui Jane, non so se la conosci, è nella band».
«Jane? Sì, è la ragazza della casa accanto di cui ti parlavo, sta bene? Che le è successo?» di cui ti parlavo? William ha parlato di me con Oliver?           
«Oh! Beh, scotta, dovrebbe arrivare suo fratello per portarla a casa, ma da quello che ho capito è fuori città» Nick fuori città? Ma non doveva rimanere con Chris a casa fino a sera?
Boh forse un contrattempo. Non ci voleva... giusto oggi... e ora che faccio?!
No sonno, vai via! Non adesso! Devo sentire! 
«Potrei riportarla io, oggi torniamo con la macchina di Angelica» COSA?
Contro il mio volere il mio cervello si spegne e non capisco più nulla. Ancora quel mal di testa, le voci ovattate e poi il buio totale. Buonanotte.


Riapro gli occhi e mi rigiro nel letto tra le coperte, cosa è successo e soprattutto come sono finita qui?
Sono nella mia stanza, in pigiama, la febbre è scesa.
Mi metto seduta e prendo il telefono, sono nove del mattino e ho tre chiamate perse da parte di Meg, e un suo messaggio: "Come ti senti Jay?".
Eh, come mi sento.
Come una che si è appena persa la puntata cruciale del suo telefilm preferito. E sto parlando proprio della mia vita.

Tutto ciò che ricordo è che Will e Oliver si conoscono, che avevano una partita a cui non sono andati perché sarebbe scoppiato il diluvio universale, che Nick per qualche strana ragione non poteva venire a prendermi e William si è quindi offerto di riportarmi a casa.

Ma lo ha fatto o no?
Digito il messaggio di risposta a Megan "Ora sto meglio, devo raccontarti una cosa" . 
Nemmeno il tempo di ricevere il messaggio, mi chiama. 
«Jane! Mi hai fatto preoccupare un sacco ieri! Fortuna che c'era Oliver... come si è comportato?» «Bene, è stato gentile, fin troppo, stava pure per perdersi una partita con Will a causa mia»
«CHE? Oliver conosce Will?» ad un tratto dall'altro capo del telefono sento una voce maschile «Certo che lo conosco, sin dalle elementari! Passamela» era lui.
«Come scusa? Lascia il mio cellulare sto parlando con Jane!» litigano.

«Appunto! Pronto? Come stai?» inizio a ridere. 
«Oliver, sei pazzo. Comunque sto bene, grazie per ieri» dico arrossendo, ricordandomi di quando mi ha portata in braccio per tutta la scuola.

«E di che? Per te questo e altr-»

«Jane scusa, ma qui la gente molesta mi ruba i telefoni. Dicevi? Cosa dovevi raccontarmi?»

«Quello che hai appena sentito su Oliver e Will, e poi anche che... non mi ricordo come ho fatto a tornare a casa mia perché mi sono addormentata» dico amareggiata.
«Oh beh, non posso darti aiuto, sono andata via prima...»
«Io lo so! Passamela!» ancora Oliver, rido di nuovo, poi si sente la campanella.

«Perfetto, mi sa che glielo dirai un'altra volta, devo andare Jay, dopo scuola passo da te» schiocca un bacio e chiude.


E io ancora non so come sono tornata qua.

Sospiro e mi alzo dal letto, ci sarà qualcuno in casa o sono sola?
Nel dubbio mi lavo e mi vesto.
Ho messo un paio di jeans neri strappati e una felpa larga grigia, ho raccolto i capelli in una crocchia un po' disordinata, e sono uscita dal mio antro canticchiando Lush life.
Scendo le scale a ritmo e quando arrivo a piano terra mi rendo conto che non c'è nessuno.
«Fantastico, e ora che faccio?» parlare da sola è uno dei miei hobby preferiti.
Mi metto a guardare la tv finendo per addormentarmi nuovamente.

«Che mattinata interessante ha passato Jane»
«Già, gran bel programma»
Eh? Ma chi è?
Apro gli occhi lentamente e mi accorgo che stanno trasmettendo un documentario sull'accoppiamento dei cavalli. Mi alzo di scatto e vedo Megan, Oliver e Will di fronte al divano, a fissarmi. 
Oh mio dio. Sto sognando? 
Mi stropiccio gli occhi e per istinto sbadiglio.

«Siete sul serio qua o sto diventando pazza?» domando.
«Sul fatto che tu sia pazza non ho alcun dubbio, siamo venuti a trovarti, io perché ti voglio bene e mi mancavi, Oliver perché visto come sei crollata ieri si è preoccupato, Will perché ha saputo che non ti ricordi nulla e vuole raccontarti com'è andata»

«Aspetta, aspetta. Mi stai forse dicendo che ho fatto qualcosa durante quel lasso di tempo che non ricordo?» guardo Oliver, poi Will, ed entrambi si scambiano un'occhiata di intesa mentre sghignazzano, poi annuiscono.

Bene, chissà che cosa ho combinato.

«Ditelo, ora o mai più, sono pronta» dico in modo tragico. Esigo un oscar. Anche se internamente mi sento morire, cosa potrò mai aver fatto di fronte a Will?

«Come sai mi ero offerto di riportarti a casa. Ho provato a sollevarti, sembravi immersa in un sonno profondo, scottavi, ma appena ho provato a prenderti ti sei svegliata di colpo e hai iniziato a fissarmi, poi dopo due minuti hai detto che eri in ritardo per il matrimonio, e ti sei alzata di scatto»
Oh cielo... ora ricordo un particolare... un sogno.
Con la mente inizio a ripercorrere tutte le immagini di quel momento.
Dovevo sposarmi con Will, Megan era corsa a chiamarmi perché ero in ritardo, allora ho iniziato ad agitarmi e a correre verso la chiesa, quando ad un tratto qualcuno mi sbarra la strada con una macchina elegante, abbassa il finestrino ed è Ray, ed accanto al suo sedile c'è Libby, che mi dice "Sali!", non me lo faccio ripetere due volte. In fretta e furia tra sgommate e frenate, arriviamo. Mi precipito in chiesa pronta a raggiungere il mio amato Will, quando al suo posto vedo una chioma biondo platino... Oliver. 
Che nessuno si muova. 
Cosa diamine voleva dire quel sogno? La mia mente febbricitante mi ha portato a dare i numeri...
È ovvio che non lo racconterò mai di fronte a loro due. Mai e poi mai. 
«Davvero? Per caso ho detto qualcos'altro?» chiedo ad un tratto in preda al panico.
«Aspetta... fammici pensare... ah sì! Hai iniziato a camminare per la stanza, poi ti sei fermata, e stavi per cadere, ma per fortuna Oliver ti ha preso in tempo. Ti ha portata nella macchina di Angelica e lì ti sei fatta una bella dormita usandomi come cuscino» prima tra le braccia del biondino, poi sulle gambe del mio amore, potrei morire adesso.
Devo smetterla, ma che mi prende?!
«A casa tua c'era solo tua madre, mi ha chiesto di portarti in camera tua e poi mi ha ringraziato e sono andato via» aah quindi è stata mia madre a spogliarmi e mettermi il pigiama!
Eh beh, certo, direi!
Sospiro di sollievo, per fortuna non ho combinato niente di troppo assurdo, nè ho fatto nomi. 
«Bene, grazie a tutti e due, davvero» dico con un sorriso sincero, dal profondo del cuore.

«Okay care donzelle, noi dobbiamo andare, abbiamo una partita da giocare» fa Oliver mettendo un braccio dietro le spalle di Will, che mi fa un occhiolino, e io mi sciolgo.
«Andate, andate, ci vediamo domani a scuola!» esclama quasi cantando Meg, io li saluto in modo molto imbarazzato.

          



                     



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