39 - Strani comportamenti

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Jane's pov

Oggi è tutto il giorno che sbadiglio, d'altronde stanotte ho dormito poco e niente. 

Megan sta male, ieri avrà mangiato una quantità infinita di schifezze mentre guardava in tv il suo film preferito "Le pagine della nostra vita", e come una ricorrenza, puntualmente l'indomani mi telefona alle sei del mattino per dirmi con voce da oltretomba "Jaaaane, è successo di nuovo, ho mal di pancia". 
Altro sbadiglio.

Almeno oggi sembra una giornata tranquilla, a parte Oliver, lui non ha la minima intenzione di perdonarmi. 

Ho ancora qualche minuto prima di rientrare a scuola, così mi sdraio solo per qualche secondo su una panchina, anche perché non riesco proprio a tenere gli occhi aperti ed i capelli che mi solleticano il viso per via del venticello non aiutano. 
«Hey» sento ad un tratto qualcosa punzecchiarmi la spalla.

«Hey» ecco che lo sento di nuovo, allora apro gli occhi e mi metto immediatamente seduta e in guardia, trovandomi davanti Will.

«Che cosa vuoi?» dico brusca stropicciandomi un occhio, lui sospira «Le lezioni sono cominciate già da un po'» mi fa notare indicando il cortile praticamente vuoto.

Io faccio una smorfia scettica «E quindi tu saresti venuto qui da me per avvisarmi?» 

«Una specie...» fa lui mettendo le mani nelle tasche dei jeans e roteando gli occhi.

«E posso sapere il motivo?» chiedo confusa.

«Senti... entra e basta, così io non perdo la prima ora e tu non perdi la tua» sbuffa scocciato.

«Tu prima fai la parte del bravo ragazzo, mi prendi in giro, ti mostro il posto a cui tengo di più al mondo, tenti di mettere in cattiva luce il tuo migliore amico, poi appena scopro che mi stai mentendo inizi ad insultarmi e fare battutine squallide quando mi vedi, quelle volte in cui non mi ignori, avrò il diritto di sapere perché tutto d'un tratto ti interessa così tanto che io non perda la prima ora di lezione?» resto poi in silenzio ad aspettare una risposta, che non arriva, al che mi alzo «Non so cosa tu abbia in mente e di sicuro di te non mi fido» dico per non perdere altro tempo «Comunque ti ringrazio» aggiungo, poi a passo svelto vado verso l'ingresso della scuola e in ritardo entro in classe.

Per fortuna ancora nemmeno la prof è arrivata, quindi per oggi l'ho scampata.
«Come mai così tardi?» mi chiede Michael, non mi ero totalmente accorta che fosse seduto nel banco accanto al mio.

«Mi ero addormentata su una panchina» dico sentendomi stupida.

«In effetti in questo periodo dovresti provare a dormire di più, sei pallida» fa con aria preoccupata.

«Proprio non ci riesco» rispondo rassegnata, ultimamente non riesco mai a chiudere occhio, così mi metto a fissare il soffitto ascoltando musica con gli auricolari.
«Di questo passo arriverai al concorso stremata» fa. Manca ancora un mese circa, spero che in questo lasso di tempo Oliver ricominci a parlarmi.
Uscita da scuola, dopo le prove ancora senza microfono, mi fa un po' male la gola, ma niente di troppo grave.

Mentre cammino mi ritrovo di nuovo accanto Will.

«Mi stai seguendo?» chiedo.

«Ti ricordo che casa mia è accanto alla tua» fa.

Bisbiglio un "Okay" poco convinto e camminiamo per gran parte della strada uno accanto all'altro senza dire niente.

Ma che problemi ha?

Ad un tratto mi viene in mente che oggi è il compleanno di mio padre, questo solo dopo essere passata di fronte alla pasticceria e vedendo scritto su una delle torte "Buon compleanno", ho passato una mano tra i capelli e ho fatto dietrofront per andare a comprargli almeno dei pasticcini.

«Dove stai andando?» mi chiede allora Will seguendo ogni mio movimento. Mi mette ansia.

«Si può sapere cosa diavolo vuoi da me?» sbotto, poi mi rendo conto che delle persone si sono girate a guardarmi per via del tono piuttosto alto che ho usato, e faccio un bel respiro «Devo entrare in questa pasticceria» dico tentando di fargli capire che deve spostarsi, altrimenti non posso passare.

«Ah... va bene, non ho niente da fare, ti aspetto» eh?

Lo guardo molto, ma molto più confusa di prima e mi affretto ad aprire la porta in vetro. Vengo accompagnata dal suono dei campanellini e saluto la commessa. Scelgo cosa prendere ed una volta arrivata alla cassa per pagare, lancio un'occhiata fuori dal negozio. Will cammina avanti e indietro tranquillo, a testa bassa. Non so cosa pensare.

«Grazie, arrivederci!» saluto la ragazza dopo aver preso il vassoio non troppo grande con i dolci e senza dire niente, né girarmi verso Will continuo a camminare.       

Come pensavo non ha esitato a seguirmi a ruota.

«Quando ti deciderai a dirmi perché all'improvviso ti preoccupi così tanto per me?» riprovo a farmi dare delle risposte.

«Non mi preoccupo» si ostina.

«Bene, quindi se adesso cambiassi strada tu continueresti a fare questa senza seguirmi»  a questa mia frase lui solleva le spalle e non dice niente.

Manca davvero pochissimo per arrivare a casa mia e sono stanchissima quindi non testerò il suo livello di stalking facendo un percorso alternativo. Finalmente arrivata, percorro il giardino e quando raggiungo la porta di ingresso lo saluto con un cenno della testa, lui fa lo stesso e solo dopo essere entrata, dalle finestre in salotto noto che si avvia verso casa sua. 

«C'è nessuno in casa?» urlo posando le chiavi sul tavolino.

«Siamo qui tesoro!» fa mia madre pimpante in salotto insieme a Nick.

«Che state facendo?» domando guardandoli.

«Ho deciso di fare una sorpresa a tuo padre, ho preso due biglietti per le Hawaii, così può rilassarsi un po' finalmente!» 

Io sorrido «Ohhh quindi farete i piccioncini!»

«Vedi? Te lo avevo detto che non sarebbe stata dispiaciuta» fa mio fratello riferendosi a me.

«Perché avrei dovuto esserlo?» domando.

«La mamma pensava che avresti pianto sentendo la loro mancanza»

«Non ho più 6 anni» mi lamento incrociando le braccia, poi ripongo sul tavolo il vassoio con i pasticcini, ed entrambi si illuminano «Bravissima, non ho potuto preparargli la torta, almeno stasera avremo il dolce!».                 


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