14 - Aria di guai

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Jane's pov


«Il cane che fine ha fatto?» mi chiede ad un tratto, addentando una fetta di pizza.
«Non so, spesso venivo qui e giocavo con lui, ma con la scuola e i vari impegni non ho più avuto il tempo e quindi non lo vedo da un po'»
«Capisco... beh, è un bel posto, ti sarai sentita ispirata immagino»
«Sì, parecchio, c'è un'acustica perfetta e nessuno viene a disturbarti» non so perché si sta interessando così tanto ai miei hobby, ma non mi dispiace affatto, anzi, lo trovo carino da parte sua, anche se non vorrei rovinare tutto facendolo annoiare da morire.
«E tu?» chiedo ad un tratto girandomi verso di lui.
«Io cosa?» si pulisce le labbra con un tovagliolo e mi guarda.

«Tu hai qualche interesse in particolare?»
«Mhm, certo... io... amo anch'io la musica, specialmente ascoltarla, sì» risponde schiarendosi la voce.
Ma è fantastico!
Altra cosa in comune, ma di certo non sfoggerò le mie doti canore di fronte a Will.

Gli sorrido, poi guardo il panorama di fronte e sospiro. Ad un certo punto lui si alza e spinge anche me a farlo, poi mi circonda il viso con le mani, senza dire nulla, e si avvicina sempre di più. 
Il cuore tra poco mi scoppia nel petto e non riesco a ragionare, non so se io voglia fare ciò che sta per succedere, ma nessuna parte del mio corpo sembra volerlo respingere, e così mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
Mi sta baciando. 

Cioè, sto baciando Will, nel mio rifugio, nel mio posto segreto, il posto più bello e romantico del mondo, per me. 
Sto forse per morire, oppure sto sognando? 
Sembra tutto perfetto, ma appena il bacio inizia a farsi più appassionato e sento le sue mani che iniziano a scivolare lungo i miei fianchi, qualcosa mi spinge a tirarmi indietro. Senza darlo troppo a vedere indietreggio di poco, lui forse intuisce e senza allontanarsi separa il suo viso dal mio.
«Tutto okay?» mi chiede, sembra... irritato?
Mi starò sbagliando, ma nella sua voce ho sentito una nota di fastidio.

«S-sì» mormoro non riuscendo più a sostenere il suo sguardo, così abbasso la testa.
Sono una stupida, perché non riesco a lasciarmi andare? È lui o no, quello che ho sempre sognato?


William's pov     

 Ma che diavolo le prende? Stava andando tutto così bene!
Non so se riuscirò ad aspettare i suoi comodi così a lungo, almeno ora non ne sono più tanto certo.
Non è che forse sta pensando a Oliver? 
Nah... ma se così fosse... quel maledetto...
Provo a restare calmo e mi concentro sul suo viso, anche se il contatto con le curve del suo corpo mi hanno dato alla testa. 
«Forse ho esagerato, scusami» dico allontanandomi del tutto, stavolta. Potrei non riuscire a frenarmi.
«Oh no, tu... cioè... non preoccuparti... sono io che...» tenta di dire, ma è talmente in imbarazzo che non riesce a mettere insieme una frase di senso compiuto. Sospiro internamente, per non dare a vedere il fatto che sono parecchio nervoso.
«Ti riaccompagno a casa, è quasi l'una» dico accennando un finto sorriso, lei annuisce, prende la borsa e inizia a seguirmi.
Vorrei evitare ogni contatto, ma abbiamo detto che devo essere dolce no?
E dolce sia.
La prendo per mano e insieme attraversiamo il bosco, lasciandoci alle spalle quel posto perfetto per qualcosa che non è mai accaduta. 

Stiamo per girare l'angolo quando mi viene in mente un'idea. 
 «Conosco una scorciatoia» dico soltanto, guardando da un'altra parte, per nascondere il mio inevitabile sorrisetto malizioso.

Lei si lascia guidare, fino a quando non arriviamo in una stradina in cui l'unica cosa che spicca è un'insegna luminosa di un locale da cui esce una musica assordante anche da fuori. 
È un locale in cui andavamo sempre io e Oliver, io ovviamente per rimorchiare, Oliver per non rimanere solo e depresso il sabato sera. So che ci va sempre anche quando è nervoso, e mi sembra che io lo abbia fatto innervosire parecchio ieri, giusto?
Se la fortuna è dalla mia parte, Sarah o qualche altra ragazza lo starà importunando per sapere dove io sia finito.

«Sei sicuro che vuoi passare da qui?» domanda Jane incerta, notando un gruppetto di ubriachi appena fuori dal pub. Mi conoscono bene, non ci daranno alcun fastidio.
«Sta tranquilla, sono strafatti, non sapranno neanche dove si trovano in questo momento» le dico continuando a camminare. Ecco che passiamo di fronte alla vetrata e perfettamente in vista, al nostro solito tavolo, c'è Oliver mezzo brillo con una ragazza a cavalcioni sulle sue gambe, probabilmente Jessica, una povera pazza che ci prova sempre, ma che puntualmente viene respinta.

Quando si dice "capiti nel posto giusto al momento giusto"...
«Oh mio dio» dico fingendo di essere sconvolto.
Jane sta per guardare nella stessa direzione «No, non... guardare» bisbiglio per fare più scena, ma ops, troppo tardi.
«Ma quello è...» strizza gli occhi per vedere meglio, e appena si rende conto dello spettacolino fa una faccia disgustata.
«Andiamo via» dice facendosi largo tra quel gruppetto di ragazzi. Uno di loro stava per allungare le mani, poi ha visto me ed è tornato nel suo stato di coma, come pensavo.



Oliver's pov             

 «Jessica quanti ne hai bevuti?» dico spingendola via e facendola sedere su uno dei divanetti, ed è proprio lì sopra che si accascia e si addormenta in meno di mezzo secondo. 
«Shottini? Circa dieci» risponde una ragazza che è stata con lei praticamente tutta la sera, avvicinandosi al tavolo.

«Marika, piacere» mi porge la mano, la stringo e controllo l'orario.

«Sei qui da solo?» mi chiede.

«Sì, non che mi dispiaccia»
«Uh, non sembri molto socievole, eppure non è la prima volta che ti vedo qui, sai... un biondino come te non si dimentica facilmente» ammicca avvicinandosi. Ha un'ampia scollatura e una canotta di almeno tre taglie in meno della sua.
«Forse mi hai confuso con qualcun'altro, non sono l'unico "biondino" qui dentro» dico facendo uno scatto con la testa verso un ragazzo che balla in pista.

«Tu sei più carino, e poi ti ho riconosciuto subito, stai sempre con quello stronzo di Will» fa appoggiando i gomiti al tavolo «Anche lui però è un bel bocconcino» continua.

«Vedo che si fa conoscere in fretta» commento il termine che ha utilizzato, "stronzo", lo usano tutte quando parlano di William.

«Oh sì, più che in fretta direi. Sabato scorso quando è sparito nei bagni era con me, ma quando ha finito si è rimesso i pantaloni ed è uscito facendomi un dito medio appena ho provato a dirgli "hey, vorrei finire anch'io, sai com'è" ma niente» sporge il labbro inferiore ed io non posso fare altro che non una faccia disgustata.  

«Lo fa con tutte, se può consolarti. Adesso devo andare» dico prendendo dalla tasca dei jeans di Jessica le chiavi della sua macchina «Queste le tengo io, e dille che gliele ritornerò domani appena sarà sobria» le faccio un cenno di saluto e mi allontano mentre lei mi urla da dietro «D'accordo superman, la riaccompagno io!».
Non so in realtà perché sono uscito stasera, per andare nello stesso locale in cui andavo sempre con quello che consideravo mio amico poi! Che idiota. 
Finalmente un po' di aria fresca. Respiro a pieni polmoni, poi mi incammino verso casa. 

Chissà che cosa staranno facendo William e Jane adesso... o cosa avranno già fatto. 
Non voglio nemmeno pensarci, spero che lui non le abbia fatto niente altrimenti può dimenticarsi di avere dei genitali. 
Calcio una pietra e quando arrivo all'angolo faccio per calciarla un'altra volta, quando ad un tratto un piede la blocca.
«Ti sei divertito stasera?».  





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