Jane's pov
«È stata una giornata fantastica» mia abbraccia Megan, poi sparisce nel giardino di casa sua ed io rientro in macchina, dove ad aspettarmi ci sono mio fratello, mia madre e mio padre, stanchi dopo una giornata trascorsa a ridere e scherzare in mezzo alla natura. Una volta ogni tanto ci vuole!
«Sai che Chris e Megan sarebbero una bella coppia?» fa la mamma osservandomi dallo specchietto laterale.«Sì, hanno molte cose in comune nonostante la differenza di età» concorda Nick, io annuisco, in fondo solo solo cinque anni.
«Peccato che lei venerdì incontrerà il suo "ragazzo"» dico smontando le fantasie di tutti.
«Quel Paul?»
«Sì» anche se a dir la verità non mi convince molto, ma farò bene a tener a freno la testa e la lingua, oggi mi sembra di avere tutto il mondo contro, magari domani mi passa.
Solo una sensazione momentanea.Papà parcheggia l'auto in garage e quando rientriamo in casa, la mamma sgancia la frase che avrebbe voluto chiedermi da tutto il giorno, non appena ci ritroviamo da sole.
«Com'è andata ieri sera con William?» eccoci qua.In genere non parliamo granché di queste cose, ma essendo la prima volta in cui mi vede uscire sul serio con un ragazzo, e vedendomi non troppo convinta, beh, credo sia lecito.
Entro nella mia stanza e chiudo la porta, lei si siede sul mio letto e aspetta pazientemente una risposta.
Mi siedo sulla sedia con le ruote della scrivania, e mi avvicino a lei, poi faccio un bel respiro. «Bene, credo» dico soltanto, iniziando a fare mezzi giri spingendomi con i piedi.
«Sicura? Ti vedo un po' strana oggi, se ti va puoi parlarmene» in effetti non l'ho detto nemmeno a Meg, anche se non so il motivo preciso, di solito le dico sempre tutto. Forse l'ho vista così allegra e spensierata che mi è passata la voglia di angosciarla con i miei problemi "inesistenti".«Ti è mai capitato di avere come la sensazione che qualcuno non sia del tutto sincero con te?» le chiedo senza scendere nel dettaglio, lei ci pensa su per un po'.
«Vediamo... sì, e di solito ho sempre ragione! Non per vantarmi ma noi donne abbiamo come un sesto senso per queste cose, se qualcuno sta mentendo, noi lo scopriamo la maggior parte delle volte» dice fiera.
Non mi consola molto però, perché se fosse sul serio così, allora dovrei guardarmi le spalle anche da Will.«Non potrebbe solo trattarsi di paranoia? Cioè, lo sai come sono io... non sono quasi mai sicura di niente, non ho molti amici per questo, perché tendo a fidarmi poco delle persone, potrebbe essere questo?» domando speranzosa.
«Beh, certo tesoro, soprattutto se non fai esperienze, per come sei fatta tu, tendi a vedere tutti come tuoi nemici. A chiunque tu ti riferisca, vedi di prenderti il tuo tempo. Conosci bene chi ti sta di fronte e poi giudica» ad un tratto sentiamo un tonfo provenire dalla cucina, come un rumore di pentole che cadono, al che mia madre sospira.
«Tuo padre, sicuro. Avrà tentato di dare da mangiare a James ma come al solito ha combinato un disastro» scuote la testa rassegnata, poi mi dà un bacio sulla fronte «Mi raccomando Jane, circondati solo di persone con cui ti trovi a tuo agio» fa, e poi esce.
Già, persone con cui mi trovo a mio agio. Io mi trovavo a mio agio con Oliver fino a qualche giorno fa, poi qualcosa è andato storto!Non ho toccato il telefono per tutto il giorno... anche perchè lì in campagna non prendeva bene. Ci sono due messaggi da parte di Will, poi tutti della band.
Decido di lasciarlo perdere fino a domattina, quindi lo metto sotto carica sul comodino e vado in bagno a fare una doccia calda e rilassante.
«Domani parlerò con Oliver» dico decisa, come se stessi parlando con il getto dell'acqua che picchietta insistente sul mio viso.
Poi inizio ad insaponare i capelli e mi lascio coccolare dal tepore. Devo solo provare a non pensare a nulla, almeno per stasera.
Oliver's povÈ lì, sempre al solito tavolo, con Megan.
Sta bevendo un succo di frutta e di tanto in tanto scosta via una ciocca di capelli dal viso.
«Perché non vai da lei?» mi chiede Ray sedendosi accanto a me.
«Perché ha preferito credere alle parole di quello stronzo, invece di parlarne con me o accertarsi che fosse vero» rispondo secco e amareggiato.
Ray sa tutto.La stessa notte che ho colpito Will l'ho trovato di fronte la porta di casa mia, tutto sudato e di pessimo umore. A quanto pare non ha una bella situazione in famiglia, e quella sera ho scoperto di lui parecchie cose, e lui di me. Quando gli ho chiesto come avesse fatto a trovare il mio indirizzo, lui ha risposto che era stata Libby a darglielo, e allora ho cominciato seriamente a pensare che Libby sia una specie di spia segreta o robe simili. È incredibile come sappia tutto di tutti!
Comunque, torniamo a noi. Mi ha chiesto di ospitarlo e non ci ho pensato due volte. L'ho fatto accomodare e ho sistemato un materasso per terra accanto al mio letto, ed è stato allora che la nostra conversazione è cominciata, da un "Mia madre si è ubriacata, un'altra volta, e mi ha chiuso fuori di casa per farsi un tizio che nemmeno conosco. Tu hai dato un pugno a qualcuno, lo vedo dalle tue mani, quindi adesso dimmi qualcosa che mi faccia sentire meno sfigato di te".
Strano come ogni giorno io mi renda conto che non bisogna mai fidarsi delle apparenze. Prima di sabato, Ray sembrava un ragazzo così felice, come se nulla potesse abbatterlo. Ironizza su tutto, è sempre positivo, a volte anche troppo diretto.Chi mai lo direbbe che alle sue spalle, lui vive ogni giorno situazioni parecchio spiacevoli con la sua famiglia?
Io no di certo.
«Sai che con l'orgoglio non si va da nessuna parte vero? Dovresti parlarle» dice iniziando a far saltare una molla. Ma da dove diavolo l'ha presa?
«Lo so, solo che oggi non me la sento» e invece vorrei andare da lei e dirle tutto quello che sento, farle capire che a mentire è Will, che di me può fidarsi, che tutta questa situazione è un casino stratosferico. La sto ancora osservando, quando ad un tratto si gira anche lei ed i nostri sguardi si incrociano.Nella mia testa penso "Vieni da me, ti prego", ma lei mi guarda e basta, fino a quando non arriva Will e si siede accanto a lei.
Stringo la mano in un pugno e mi giro sbattendolo sul tavolo «Oliva» fa Ray guardandomi serio.
Come mi ha chiamato?
Sto per chiederglielo e ribattere, ma lui mi anticipa «Non tu, dico lui, sto per fare una metafora di quelle pazzesche senti qua "William è come un'oliva. Sembra morbida, ma appena la mordi ecco che spunta l'osso e quasi non ti frantumi un dente in mille pezzi»«Fai sul serio?» rido prendendolo in giro, lui fa lo stesso «Sì, che posso farci se sono un genio creativo e prendo ispirazione da tutto...» sospira, poi suona la campanella e subito dopo vedo Jane allontanarsi nel corridoio con Will.
«Neanche restare a guardare mentre quel tipo le rovina la vita ti porta da qualche parte, quindi vedi di darti una mossa, come faccio io adesso perché ho un test di matematica!» e mentre urla "matematica" va a sbattere contro la porta del bagno delle ragazze, che era appena stata aperta da Libby, e non appena ha visto Ray gli si è fiondata addosso come fa sempre ed insieme sono corsi via saltellando.
Un po' li invidio quei due, non si fanno problemi a parlare chiaramente.
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The rhythm of love
RomanceJane Peters, 17 anni, timida e impacciata, non ha mai trovato un ragazzo di cui potersi fidare ciecamente. La sua vita le sembra monotona e triste, ma non sa che presto verrà stravolta, nel bene e nel male, da amici e nemici. Da chi guardarsi le spa...