44 - Pre-concerto

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A quanto pare quei due sono stati arrestati quella stessa notte, perché la polizia ha trovato l'auto che avevano rubato e dentro c'era della droga, come anche nelle loro tasche. 
Non mi sorprende. 

Ad aggravare la situazione c'è stata anche la denuncia da parte di mio padre che non avevo mai visto così furibondo e fuori di sé. 
Sono stata in ospedale un paio di giorni, adesso finalmente posso riprendere in mano la mia vita. Non sarà facile per me non saltare in aria ogni volta che per strada mi scontrerò con qualcuno per sbaglio  o sentirò un rumore forte, ma a poco a poco riuscirò a far tornare tutto come prima.

Beh, quasi tutto, adesso con me c'è Oliver.

 «Vuoi che ti accompagni io a scuola oggi?» fa Nick, io scuoto la testa e sorrido «No, ti ringrazio, vado con Megan» e poi tra l'altro devo ancora fare una cosa.
Schiocco un bacio sulla guancia a mia madre, poi passo di fronte mio fratello che mi scompiglia i capelli ed esco di casa controllando l'orologio. Se i miei calcoli sono giusti, Will dovrebbe uscire proprio... in questo... momento. Eccolo!

«Ehy ciao» lo saluto con mezzo sorriso.

«Ti sei ripresa, a quanto pare» fa lui fermandosi di fronte a me, io annuisco «Già... non ti ho visto in ospedale, non ho avuto l'occasione per ringraziarti» dico mordendomi un labbro, sono un po' incerta della sua reazione, magari adesso dirà che non vorrà più avermi attorno perché si è stancato e via dicendo, invece con mia sorpresa si passa una mano dietro la nuca.

«Ti ho messo io in tutto quel casino, non dovresti nemmeno ringraziarmi» ammette serio.

«Non lo hai fatto apposta, lo so... e poi a tutti capita di sbagliare. Hai comunque cercato di proteggermi standomi sempre vicino e sei venuto ad aiutarmi insieme ad Oliver quella sera, lo apprezzo»

«Quei due hanno avuto quello che meritavano, cerca di dimenticare tutta questa storia»

«Ci sto provando, non è facile... adesso dovremmo andare, o si farà tardi» dico facendo un cenno verso la strada di fronte a noi, lui annuisce e ci avviamo verso casa di Megan.
Non appena entriamo a scuola, trovo Oliver appoggiato al muro accanto al cancello e non appena mi vede mi viene incontro accogliendomi con un bacio piuttosto caloroso, appoggiando le sue mani sui miei fianchi, dopo di che saluta anche Will con il classico batti-cinque seguito dal pugno.
Sembra che anche tra loro due le cose si siano sistemate, forse questa mia disavventura è servita per far rendere conto a William di doversi mettere la testa a posto.

Speriamo bene!


Qualche settimana più tardi... 

«Oh mio dio ragazzi, non ce la posso fare, non-ce-la-posso-fare» sto tremando, tra qualche ora saremo su quel palco e dovremo esibirci di fronte a milioni di persone io mi sento male aiuto.
«È anche venerdì 13... MORIREMO TUTTI» urla Michael isterico.

«Ragazzi che ansia, possiamo semplicemente darci una calmata e vincere quel viaggio?» fa Oliver accordando la sua chitarra per l'ultima volta.

«E i soldi» aggiunge Ray.

Conoscendolo già si sente miliardario in una villa con una piscina enorme e uno yacht da usare in estate per tre mesi viaggiando da qui fino ai Caraibi.

 «Vi rendete conto che saremo anche in televisione?» dico battendo freneticamente un piede sul pavimento.

Oliver viene vicino a me e mette un braccio attorno alle mie spalle «Devi stare tranquilla, abbiamo provato e riprovato centinaia di volte» dice con tono rassicurante, io faccio un bel respiro e quando sembra che tutti ci stiamo rilassando sentiamo un urlo dal camerino accanto al nostro.

Corriamo a controllare e troviamo Libby su uno sgabello, con le braccia stese verso l'alto che ogni tanto emette degli strilli che spaccano i timpani.
«Si può sapere che stai combinando?!» fa Ray tentando di farla scendere da lì, ma lei senza cambiare posizione abbassa solo la testa come se lui le abbia appena fatto una domanda stupidissima «Sto riscaldando la mia voce» fa.
«E tu riscaldi la tua voce urlando come una matta?!»

«Non sto urlando come una matta, sto tentando di imitare le balene emettendo degli ultrasuoni»

«Oh questi non sono ultrasuoni, questa è una tortura!» la afferra per le gambe e se la porta per tutto il corridoio come al solito.

«Mi stai sabotando!» urla lei dandogli dei pugni sulla schiena «Lo fai perché vuoi vincere tu!» continua.
«Sicuro, perché gridare come una gallina indemoniata è la chiave per la vittoria» la prende in giro, lei sbuffa «Posso urlare anche da qui, non è un problema!» ed ecco che ricomincia.
Meglio lasciarli soli prima di diventare sordi.
Rientriamo nel camerino, ma questa volta restiamo da soli io ed Oliver, perché Michael con una scusa è sparito nel nulla.

Ci sediamo sul divanetto ed io appoggio la mia testa sulla sua spalla «Immagini come sarebbe bello fare un viaggio tutti insieme?» domando sognante.

«Sì, soprattutto adesso che sta arrivando l'estate... il sole, il mare, la pace...» sospira.

«Tu credi che potremmo vincere? Cioè... ci siamo esercitati su canzoni un po' complicate, tutti gli altri stanno portando pezzi semplici o sentiti e risentiti nei concorsi»

«Non facciamo supposizioni. Noi saliremo su quel palco, canteremo come abbiamo sempre fatto e alla fine sapremo il responso dei giudici. Non voglio essere negativo, ma nemmeno positivo» solleva le spalle e mi guarda. Amo i suoi occhi, potrei rimanere a fissarli per secoli e secoli senza mai stancarmi.

«Hai ragione» dico sorridendo.

«Perché mi guardi così?» ridacchia lui.

«Così come?» domando imbarazzata, come sempre sono una frana nel nascondere le emozioni.

«Come io guardo te quando mi fermo a pensare che sei bellissima e vorrei riempirti di baci» fa con nonchalance, il mio cuore salta un battito e abbasso lo sguardo vergognandomi, ma lui mi prende il mento e mi solleva il viso per poi baciarmi dolcemente.               

                   

                  


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